Itinerari

Alla scoperta delle Dolomiti: l’Alta via 6

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Le Dolomiti con i suoi silenzi e le sue storie dalle mille e più emozioni. Ecco una fantastica traversata della Alpi orientali lungo l’Alta via delle Dolomiti numero 6. L’itinerario ha origine alla sorgente del Piave sotto il Peralba, e raggiunge Vittorio Veneto attraverso i gruppi del Rinaldo, delle Tèrze e Clap, dei Monti di Sàuris, del Tiàrfin, del Crìdola, degli Spalti e Monfalconi, del Duranno-Cima dei Preti e del Col Nudo-Cavallo. Il percorso è di circa 180 chilometri, suddivisi in 11 giorni ed è adatto a escursionisti esperti.

A contatto con la natura su uno spettacolare percorso sulle Alpi orientali, dal rifugio sorgenti del Piave al rifugio città di Vittorio Veneto, lungo l’Alta via delle Dolomiti numero 6. Cominciamo con le prime 4 giornate di marcia. La prima tappa del nostro percorso prevede 4 ore di cammino: da rifugio del Piave a Sappada.

Si parte dalle sorgenti del Piave, ad est del passo di Col di Caneva per dirigersi verso il sentiero contrassegnato dal segnavia n. 136. Imboccatelo e seguite una stradina bianca che attraverso alcuni pascoli e delle sorgive porta al passo del Roccolo. Da qui si prende a sinistra il percorso con il segnavia 129, che conduce, tra ghiaia e vegetazione bassa ai piedi del monte Lastroni.

A questo punto deviate verso ovest e giungete alla Sella del Monte Franza. Proseguite lungo il segnavia numero 135 fino al Passo del Mulo. Poi dopo aver osservato gli straordinari panorami di queste montagne dirigetevi lungo un sentiero fino ai Laghi d’Olbe: tre splendidi laghetti alpini a quota  2.156. Da qui si può godere di un ottima vista sulla conca sappadina e sulle montagne circostanti.

Superate un bivio situato ad est del maggiore dei tre laghi e continuate sempre lungo lo stesso segnavia. Una olta raggiunta la conca solcata da un affluente del fiume Mulino, attraversatelo e addentratevi nella gola delle Grosse, dove dopo alcuni tornanti si giunge alla cappella del Calvario. Si prosegue poi fino alla località Muhlbach immersi nel bosco della Via Crucis.
 
Da qui dirigetevi verso ovest, lungo il sentiero 141 e scendete verso sud fino al Rifugio Monte Ferro da dove si va avanti fino a Sappada in località Granvilla. Se avete ancora un pò di forze potete visitare il paese e poi riposarvi per affrontare con spirito ed energia la seconda giornata!

La seconda tappa dell’itinerario prevede ancora 4 ore di cammino. Quindi zaino in spalla e via, pronti ad intraprendere un nuovo antastico percorso che costeggiando il rio Storto da Sappada conduce al Rifugio Fratelli de Gasperi.

Da Granvilla camminando sui prati fioriti si giunge fino al Piave, si attraversa un ponticello e si imbocca il sentiero numero 314 che porta alla Valle del Rio Storto. Poi seguuite una stradina che porta fino al Rio del Gufo. Il percorso prosegue lungo il torrente. Prendete il ramo di sinistra e raggiungete una suggestiva cascata. Superate il salto e arrivate all’imbocco del circo ghiaioso del Ciadin di Elbel e piegando verso sud procedete fino al passo omonimo: tra le Crete Brusade e la cresta di Enghe.

Dal valico si gira a sinistra e si sale lungo un vecchio sentiero di guerra che aggira, alla base, il Campanile di Mimoias. In seguito girate a sinistra per un bosco fino alla Casera di Clap Piccolo. Qui ci si immette sul sentiero 201 seguitelo e arriverete in men che non si dica al Rifugio F.lli De Gasperi. una notte di riposo e sarete pronti per la tappa successiva.

La tappa di oggi è la numero tre e la durata di percorrenza è sempre di quattro ore. Lasciate alle spalle il Rifugio Fratelli de Gasperi e percorrete il sentiero numero 201 fino alla Casera di Mimoia. Poi scendete al Rio Mimoias prendendo la stradina bianca con il segnavia 203. Superate il fiumiciattolo e proseguite verso Sud per il bosco fino a giungere alla Casera Lavardeet.

Mentre percorrete le stradine di montagna lasciatevi incantare dagli incredibili panorami e dalle bellezze naturali che vi circondano: oltre alle vette più maestose delle Dolomiti, piante tipiche della zona, come l’Abete Rosso, l’acero montano, il salice e il sambuco.

Avanzate lungo la strada fino al ramo asfaltato che si collega alla statale 465, non transitabile. Da qui seguite verso Ovest e al bivio che avrete davanti prendete verso sinistra su una strada sterrata che porta alla casera Campo e, in seguito, al Torrente Frison.  Poco dopo il torrente ci si trova di fronte ad un nuovo bivio. Si prende a sinistra, e dopo alcuni tornanti si giunge a Casera Sottopiova e si continua verso sud diretti al Rifugio Tenente Fabbro.

E qui termina la terza giornata. Dopo esservi riposati, prendete un pò di tempo per osservare la fauna del posto: camosci, caprioli, fagiani di monte e le pernici.

La quarta tappa è piuttosto lunga e prevede 6 ore e 30 minuti di cammino. Si parte dal Rifugio Tenente fabbro e camminando lungo la statale 619 si arriva al valico di Cima Ciampigotto. Da questo punto, si cammina per altri 2,5 chilometri fino ad arrivare a Laggio e Vigo di Cadore. Prendete il sentiero 338, scendete per Val di Roda e immettetevi sulla strada di Doana.

Qui si prosegue verso ovest, fino alla Casera Doana. Prendete la strada con il segnavia nuoemro 336 e salite fino ad arrivare al Passo del Landro. Abbandonate il sentiero 336 e imboccando il numero 329 salite al Col Pioi, da dove poi, dopo aver ammirato lo splendido panorama si ridiscende nel bosco lungo la Costa Bordonà. A quota 1400 circa si incontra il segnavia 207, percorrete il sentiero fino ad arrivare ai fienili di Stabie. Si continua sulla stessa strada e si giunge al Passo della Mauria.

Girate verso sud e arrivat ad una biforcazione dove, tenendo la sinistra arrivate ai prati della Mauria. Proseguite e dopo aver oltrepassato le sorgenti del Tagliamento si giunge al torrente La Tor. A questo punto il sentiero si snoda nel bosco e prosegue fino alle sorgenti del rio Torriglia. Risalite lungo una costa boscosa e aggirate i fianchi orientali del monte Boschet, da dove, oltrepassando il torrente Giaf si arriva all’omonimo rifugio, meta finale della tappa di oggi.

Emanuela Brindisi

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