
Le grandi montagne delle Alpi con i loro ghiacciai, massicci e vette danno vita a scenari straordinari ed austeri. Sono luoghi che possono essere vissuti in prima persona solo da pochi alpinisti che hanno la capacità di muoversi con competenza in questi ambienti inospitali.
Gli escursionisti possono cercare di salire nei dintorni su qualche sentiero per godere di uno scorcio di queste aree, solitamente remote e per questo poco visibili. Ma qualche volta si hanno eccezioni a questa regola, con percorsi escursionistici che permettono di camminare a distanza ravvicinata con grandi pareti.
Uno di questi è la Balconata del Monte Bianco che si sviluppa in val Ferret e in val Veny per oltre 40 chilometri al cospetto del Tetto d’Europa.
In giornata si può percorrere in un’unica escursione la sezione della val Ferret. Dapprima si sale al rifugio Bonatti, successivamente si prosegue in costa a una quota intorno ai 2000 metri fino al rifugio Bertone per poi scendere a Courmayeur. Questo sentiero si snoda in parallelo con le Grandes Jorasses, l’Aiguille de Rochefort e il Dente del Gigante, mentre nel senso di marcia che consigliamo la vetta del Bianco rimane sempre di fronte.
L’itinerario
Partenza: Courmayeur (Ao), loc. Lavachey-Val Ferret
Dislivello: + 760 m
Durata: 5.30 ore
Difficoltà: E
Prendendo come base Courmayeur a cui fare ritorno, e tenuto presente che il percorso non è ad anello, l’organizzazione migliore risulta la seguente. L’escursione inizia nei pressi di Lavachey in val Ferret, che si raggiunge con la navetta di Arriva Italia in partenza da Courmayeur: è gratuita nel periodo estivo dall’11 giugno al 28 settembre.
Si parte seguendo per un breve tratto la strada asfaltata superando un paio di tornanti, fino a raggiungere la segnalazione a bordo strada per il rifugio Bonatti. Si segue sulla destra il sentiero che inizia a risalire il versante della valle tra la vegetazione del bosco. A quota 1.850 m si raggiunge il limite della vegetazione e si procede in campo aperto fino a raggiungere alcuni ruderi dove prendere a destra alla biforcazione. Si procede sul sentiero sempre in salita fino a raggiungere in circa un’ora e dieci minuti, sulla spalla della vallata, il rifugio Bonatti (2.025 m) posto a 4 km dalla partenza. Il rifugio fu inaugurato nel 1998 alla presenza del grande alpinista, esploratore e narratore Walter Bonatti, che sulle pareti delle montagne proprio di fronte all’edificio ha realizzato imprese memorabili.
Superato il rifugio, il sentiero percorre a quota quasi costante l’intero versante della vallata in direzione Courmayeur. Si attraversano boschetti, radure, ruscelli e zone prative d’alta quota. Ma la costante in tutto questo tratto è il panorama spettacolare: in basso la val Ferret e, guardando nella direzione del cammino si vede anche la val Veny, come se fosse un tutt’uno con la Ferret. Alla destra scorre lentamente un’unica quinta di vette, ghiacciai, picchi e creste che fanno del massiccio del Monte Bianco uno scenario unico. Si attraversano ancora alpeggi e rovine di vecchie baite, su un sentiero che non presenta difficoltà tecniche e che conduce fino al rifugio Bertone (1.989 m) dopo 7 km dal rifugio Bonatti. Questo è il luogo perfetto per fare una sosta prima di iniziare la discesa verso Courmayeur.
Oltrepassato il Bertone si prende in discesa il sentiero che inizia a scendere dapprima tra radure e poi tortuosamente all’interno del bosco. Si perde quota rapidamente fino a raggiungere l’abitato di Villair Superiore, dove si arriva sulla strada asfaltata. Seguendo le indicazioni si giunge in breve nel centro di Courmayeur.
Da vedere
A pochi km da Courmayeur merita una visita il piccolo santuario di Notre-Dame de la Guérison. Si trova in una posizione panoramica della strada che si inoltra in val Veny, proprio di fronte al ghiacciaio della Brenva che scende dall’altro versante della valle. La cresta di Peuterey e il versante del massiccio del monte Bianco sono in bella vista. Il santuario ha origini antiche e quello attuale è stato costruito nel 1867 sulle rovine del precedente, distrutto dall’avanzata del ghiacciaio nel 1816. La venerazione mariana è molto sentita e le pareti della chiesa sono tappezzate di ex-voto e ringraziamenti.
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