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Festa in Garfagnana per ricordare Fosco Maraini

L’8 luglio del 2004 ci lasciava il grande alpinista, viaggiatore e scrittore fiorentino. Ai piedi delle Apuane lo ricorderanno gli incontri del 6 luglio e uno spettacolo teatrale il 30. Ci sarà la figlia Dacia, una delle più note scrittrici italiane

Ai piedi delle Alpe Apuane riposa un uomo colto, intelligente e curioso, che è stato anche un alpinista e un viaggiatore straordinario. Fosco Maraini, nato nel 1912 a Firenze, negli ultimi anni della sua vita amava ritirarsi, insieme alla seconda moglie Mieko e a pochi amici fidati, nel casale della Pasquìgliora, ai piedi dei boschi e delle rocce delle Panie. 

Fosco, che ci ha lasciato l’8 giugno 2004, riposa nel piccolo cimitero dell’Alpe di Sant’Antonio, circondato dai montanari apuani cui, negli ultimi anni, si era profondamente legato. Nei pressi sono le case di Colle Panestra e di Trescala, teatro nel 1944 di una sanguinosa battaglia tra i partigiani del Gruppo Valanga e la Wehrmacht, l’esercito della Germania nazista. 

Nello sterminato curriculum di Maraini sono le due spedizioni in Tibet (1937 e 1948) con l’orientalista Giuseppe Tucci, e lunghi soggiorni in Giappone, dove dopo l’8 settembre del 1943 viene internato per non aver aderito alla Repubblica di Salò. Prima della Seconda Guerra Mondiale, Fosco frequenta vette e pareti delle Dolomiti, delle Alpi Apuane e del Gran Sasso, tracciando alcune vie nuove. 

Nel 1958 viene invitato dal CAI a partecipare e a raccontare la spedizione al Gasherbrum IV, in Karakorum, diretta da Riccardo Cassin e nella quale Walter Bonatti e Carlo Mauri arrivano sui 7925 metri della cima. Un anno dopo, la spedizione della SUCAI Roma che vede quattro alpinisti sui 7349 metri del Saraghrar Peak, nell’Hindu-Kush pakistano. 

Fosco insegna a lungo all’Università di Firenze, e scrive decine di libri tra i quali meritano una citazione Segreto Tibet, Gasherbrum 4, la splendida cima, Paropàmiso, Ore giapponesi e l’autobiografia romanzata Case, amori, universi, che esce nel 1999. Dal suo primo matrimonio, con Topazia Alliata, nascono tre figlie, Toni, Yuki e Dacia, che è una delle più note scrittrici italiane.

La presenza di Dacia Maraini darà un sapore speciale alle cerimonie di domenica 6 luglio, organizzate per ricordare Fosco a ventun anni dalla scomparsa. Il primo appuntamento organizzato dal CAI Toscana, dal Comune di Molazzana e dal Parco Culturale Le Apuane di Fosco Maraini è alle 11, nel cimitero dell’Alpe di Sant’Antonio. 

Alle 14, nel vicino rifugio dell’Alpe di Sant’Antonio, Dacia Maraini discuterà del legame tra Fosco Maraini e le Alpi Apuane insieme a due montanari locali che lo hanno conosciuto molto bene, Feliciano Ravera ed Eugenio Casanovi, ex-presidente del CAI Garfagnana e coordinatore del progetto del Parco. 

Alle 17, nel Teatrino di Sassi, frazione di Molazzana, verrà proiettato il documentario Hindu-Kush di Carlo Alberto Pinelli e Franco Alletto, che racconta la spedizione al Saraghar Peak del 1959. Alla fine, dopo un saluto telefonico da parte di Pinelli (che proprio quel giorno compirà 90 anni, auguri!) Dacia Maraini e Mieko Namiki Maraini concluderanno la giornata incontrando e salutando i partecipanti. “Il ricordo di Fosco Maraini concluderà la manifestazione “8 Sassi”, della Sezione di Lucca del CAI. Abbiamo allungato il programma per permettere a Dacia di conoscerci meglio” spiega Eugenio Casanovi, organizzatore e promotore degli eventi. 

“Le attività culturali sulla figura di Maraini proseguiranno il 30 luglio alle 21.15 con l’anteprima nazionale dello spettacolo teatrale Fosco Maraini, il Gioco dell’Universo, alla Fortezza di Mont’Alfonso di Castelnuovo Garfagnana. Lo spettacolo è tratto da un libro di Dacia Maraini, e ha la regia di Consuelo Barilari. Interpreti Manuela Kustermann e Maximilian Nisi, con la partecipazione straordinaria di Licia Colò.
La partecipazione ai tre eventi del 6 luglio è libera, per lo spettacolo del 30 luglio occorre la prenotazione gratuita attraverso il Festival di Montalfonso o la Pro Loco di Castelnuovo Garfagnana. 

I sei sentieri Maraini

Possono essere percorsi tutto l’anno (attenzione, d’inverno si possono incontrare neve e ghiaccio!) i sei Sentieri Maraini realizzati dal CAI Toscana all’interno del Parco Culturale dedicato all’alpinista e scrittore fiorentino.

“Ho visitato più volte la Pasquìgliora quando Fosco era ancora in vita, mi occupo da vent’anni del progetto per trasformarla in una casa-museo. Qualche anno fa Mieko Maraini l’ha venduta al Comune di Molazzana, grazie a un finanziamento del GAL Locale al CAI Toscana e a qualche sponsor” spiega ancora Eugenio Casanovi, veterinario in pensione, guida escursionistica e alpinista, che ha scritto più volte delle piccole imprese alpinistiche di Fosco sulle Apuane. Un elenco che include la cresta Nord del Pizzo delle Saette (a 16 anni!) e vie nuove sulla Torre Tita, sul Monte Grondilice, sulle Guglia Nord di Vinca e sulla Forbice, dove ha superato due strapiombi di IV grado superiore.

“Ognuno dei sei sentieri del Parco ha un filo conduttore, una storia raccontata sui pannelli didattici” continua Casanovi. “L’idea è che vengano percorsi come se Fosco stesso ci facesse da guida. Sarà lui a raccontarci antiche storie di queste montagne, ad accompagnarci in punti panoramici o di grande interesse storico-naturalistico e, infine, svelando ogni volta un “luogo segreto” dei suoi sentieri.

La Pasquigliora, cuore dell’opera di Maraini

E la Pasquìgliora? “Il casale è ancora come lo ha lasciato Fosco, con le sue stanze piene di libri di viaggi, di antropologia e di montagna. Ricordo che Maraini ha lasciato al CAI Garfagnana la sua intera biblioteca, con migliaia di volumi, dedicata all’alpinismo” spiega Eugenio Casanovi.
“Da quando sono in pensione ho accompagnato decine di gruppi, in maggioranza scuole o sezioni del CAI, ha visitare la Pasquìgliora e i suoi segreti. Sono visite profonde, coinvolgenti, che piacciono molto sia agli adulti sia ai ragazzi. Nelle prossime settimane inizieranno i lavori per trasformare in un rifugio un edificio di fronte alla Casa Maraini” prosegue Eugenio. “Oggi non esiste un calendario organizzato, e chi vuole visitare la Pasquìgliora deve contattare lo IAT della Garfagnana (0583.65169, info@turismo.garfagnana.eu) per aggregarsi ad altri visitatori. Spero che in futuro Garfagnana Guide se ne possa interessare direttamente. Ricordo che la decisione di accogliere quassù soprattutto gli studenti è stata voluta da Fosco”. 

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