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Un trekking tra mare e monti

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Ponte del 1 maggio, trekking "Selvaggio Blu" in Sardegna da Santa Maria Navarrese a Cala Goloritzè. Partenza da Perugia alle 4,00 del mattino, imbarco a Livorno e sbarco a Olbia, dove si unisce alla comitiva Vittorio, proveniente in aereo da Milano. Siamo così in 16. Raggiunta la sede della Cooperativa Goloritzè a Golgo, pernottiamo, dopo aver festeggiato il compleanno di Caterina al ristorante, in tenda. La mattina del Primo Maggio iniziamo il trekking.

 

Selvaggio blu…Sì! Blu, perché è stato il colore che ha riempito i nostri occhi in questi giorni, in tutte le sfumature possibili, immaginabili ed inimmaginabili del cielo e del mare, che ci ha accompagnato durante la fatica di salire e scendere, sotto un sole splendente, scomparendo alla nostra vista per poi riapparire tra la vegetazione, o sopra le punte degli alberi, o dietro uno spuntone di roccia, o ancora, sotto i nostri piedi al limitare di un baratro di alcune centinaia di metri a picco sul mare!

Selvaggio…Sì! Selvaggio, perché a dominare sempre, dovunque e comunque, è la natura con la sua bellezza "dura" ed allo stesso tempo "ammaliante", con i suoi contrasti e le sue armonie di odori, rumori e colori vividi ed intensi come le emozioni e le sensazioni che tutto ciò ti trasmette sulla pelle, negli occhi e nell’animo.

La luce abbagliante del giorno in contrasto con le sfumature riposanti del buio della notte, di una notte che noi "cittadini" ci siamo ormai dimenticati. Gli odori della vegetazione mediterranea in contrasto con l’odore salmastro del mare. Il rumore delle pietre, calpestate dai nostri passi, in contrasto con il soffio del vento sulle fronde. Il calore del sole che ti brucia la pelle in contrasto con la fresca brezza marina che ti asciuga il sudore. Tutto questo mentre il battito del tuo cuore, il ritmo del tuo respiro, la cadenza del tuo passo, lentamente, apprendono il ritmo dettato dalla natura!

E ora non ci sei tu, non ci sono i tuoi compagni d’avventura, non c’è la tua guida…c’è la NATURA! Che sei tu, i tuoi compagni, la tua guida, che non è più la tua guida, ma un tuo amico. Il giorno, la notte, il sole, il vento, il mare, i fiori, le piante, le roccee le capre, i maiali, i cinghiali, gli asini. Poi la fatica. Sì,la fatica che ti porti dentro la sera e ti fa sentire ancora più unito a quella terra sofferta. Sei parte di un tutto, che cambia continuamente il suo equilibrio coinvolgendoti nel cambiamento.

In altri luoghi ho cercato questa sensazione e solo sforzandomi l’ho trovata. Qui no! Qui è la natura che ti si offre appieno, ti accoglie, ti attrae, ti ammalia. Poi ti lascia per un attimo: forse per farti "capire" la differenza, per tornare nuovamente a ghermirti e come il suo paesaggio di duri armoniosi contrasti, anche tu passi in un susseguirsi di emozioni forti e dolci…fino al punto di accettare, naturalmente, come una carezza, lo sgraffio sulle braccia e sulle gambe quando passi accanto agli arbusti o lo schiaffo dei rami più alti delle piante sul viso. Il Selvaggio Blu è questo!

Solitamente, terminata la tappa giornaliera, le sensazioni si assopiscono ed hai modo di rielaborarle in attesa della prossima giornata che immagini, e speri, ancora piena di sensazioni. Ma non qui, non con Mario (la nostra guida) e gli amici della Coop. Goloritzè, non sui sentieri del Selvaggio Blu, non con la sua natura, perché, forse, è proprio la sera, dopo aver montato la tenda ed essersi seduti attorno al fuoco, sotto un cielo stellato che sembra di toccare, che "senti" la presenza dei pastori e dei carbonai, gente che quei sentieri li ha calpestati per secoli. Che lì, su quella pietra dove ti sei seduto ora, stanco, si sono seduti loro, altrettanto stanchi, al termine di  una giornata che non era di trekking ma di duro lavoro.

E mentre stai gustando il capretto, guardando i visi rischiarati dal fuoco, ti accorgi che vicino a quei visi conosciuti in tante altre escursioni, appaiono visi sconosciuti, di uomini rudi, temprati dalla vita e dalla fatica, che di quei territori, con il loro lavoro, erano i "padroni". Vengono perché felici che qualcuno si ricordi di loro, del loro lavoro e della loro cultura e percorrendo i loro sentieri, contribuiscano a mantenerne vivo il ricordo.

Tutto ciò è stato coronato, alla fine dell’ultima tappa, con arrivo a Cala Goloritzè, dal un fuori programma. Imbarco in gommone dalla cala, trasferimento in mare, visita alla Grotta del Fico, nuovo trasferimento in gommone fino al porto di Santa Maria Navarrese costeggiando tutto il tratto percorso nei giorni precedenti a piedi.

Dall’alto lo spettacolo, come detto, è meraviglioso, ma rivedere tutti i punti salienti del trekking dal mare, aggiunge emozione ad emozione, senza contare lo spettacolo della grotta, raggiungibile solamente dal mare, con un itinerario turistico di ben 2 chilometri di spettacolari "giochi" creati dalla natura utilizzando acqua e pietra.

Un caloroso ringraziamento per tutto ciò va senz’altro a Mario, disponibile per ogni nostra esigenza, per quanto possibile, prodigo di informazioni storiche e naturalistiche attraverso le quali ci ha fatto assaporare al meglio questi giorni. Il personale della Coop. Goloritzè, per l’organizzazione (i disguidi in un trekking così difficoltoso possono sempre esserci!), Claudio, per l’idea proposta e per il lavoro di organizzazione di tutta la "spedizione", e tutti i partecipanti che con il loro comportamento responsabile, equilibrato, disponibile e sempre positivo, quietando malumori o incomprensioni momentanee,  hanno per primi contribuito alla felice riuscita di un così complesso trekking.

Un saluto và ai ragazzi tedeschi, Andreas e Daniel, che si sono uniti a noi dalla serata del primo giorno ed hanno usufruito dell’organizzazione della cooperativa per poter proseguire. Un pensiero va, ovviamente, a Valentina e Simone, che all’ultimo momento, per un piccolo incidente sul lavoro capitato a quest’ultimo, non sono potuti partire con noi…speriamo di vederli in una prossima escursione!

Un abbraccio a tutte le ragazze, un saluto a tutti i ragazzi. Un saluto alla Sardegna…aiò!

Peppe

 

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