Itinerari


Sull’Appennino marchigiano, dall’Eremo di Fonte Avellana al Monte Catria

Amatissimo dagli escursionisti umbro-marchigiani nonostante alcuni scempi ambientali, il Catria merita di essere scoperto anche da chi vive lontano. Per scoprire nuovi orizzonti e sentieri non banali

Nel cuore delle Marche si alza una montagna a due facce. Il Monte Catria, 1701 metri, “tetto” dell’Appennino umbro-marchigiano (se si escludono i Sibillini, ovviamente) è stato deturpato nel dopoguerra da una rete davvero eccessiva di strade. 

Più di recente, sul versante di Frontone, è stato installato uno degli impianti di risalita più bassi per quota d’Italia, affiancato da piste dove la neve è rarissima. Per fargli posto, però, sono stati abbattuti ettari di boschi. Completano un quadro tutt’altro che integro gli impianti eolici installati sul pianoro che separa il Catria dal vicino Monte Acuto.   

Gli escursionisti delle Marche e dell’Umbria, però, continuano ad amare e a frequentare il Catria. Chi cerca un percorso breve e comodo può salire in auto da Chiaserna fino a un posteggio a 1350 metri di quota, e raggiungere la vetta in un’ora o poco più di cammino. La croce di ferro che la indica, alta una ventina di metri, è stata costruita nel 1901, e rialzata per due volte (l’ultima nel 1963) dopo essere stata abbattuta dal vento. 

Chi non teme un itinerario più lungo e faticoso, soprattutto nella parte centrale della salita, può seguire il sentiero che sale dall’Eremo di Fonte Avellana alla vetta toccando la Rocca Baiarda. In discesa, dopo aver percorso per un tratto la spettacolare cresta rocciosa degli Spicchi, dove un sentiero segnato evita i passaggi più esposti, si utilizza la monotona strada sterrata tracciata negli anni Sessanta sulla montagna.

Questa parte del percorso, però, offre interessanti panorami sul Corno di Catria e sulla Forra dell’Aquila, che si apre a sud del massiccio. In lontananza, verso sud, appare il massiccio del Monte Cucco. In salita il percorso, anche se mai impegnativo, include un tratto un po’ esposto. La segnaletica, decisamente carente qualche anno fa, è stata notevolmente migliorata dalle sezioni locali del CAI. Dopo la camminata l’Eremo (in realtà un imponente monastero), che è stato citato nella Divina Commedia da Dante, merita una visita attenta. 

L’itinerario

Punto di partenza: Fonte Avellana (PU)
Dislivello: + 950 metri
Tempo: 5.30 ore a/r
Difficoltà: E, brevi tratti EE
Periodo consigliato: da maggio a novembre

Dal posteggio dell’Eremo di Fonte Avellana si costeggia a sinistra la chiesa, si percorre un valloncello erboso e si sale per un’ampia e ripida mulattiera al valico della Forchetta (782 m, 0.15 ore) dove si incrocia la strada per Frontone. A monte dell’asfalto il sentiero (segnavia SF) prosegue sul ripido crinale rivestito da una fitta faggeta, e offre un percorso faticoso ma a piena immersione nel bosco.

Tralasciando tutti i sentieri secondari che lasciano il filo di cresta, si continua sul crinale fino ai piedi (1120 m, 1 ora) dei salti calcarei della Rocca Baiarda. Qui il sentiero obliqua a sinistra con un tratto abbastanza aereo, traversa un primo pendio erboso, rientra tra i faggi, e risale a tornanti un secondo tratto scoperto alla fine del quale si raggiunge un pluviometro (1305 m, 0.30 ore). 

Ormai il tratto più ripido del percorso è alle spalle. L’itinerario segnato sale direttamente per i pendii erbosi sovrastanti, raggiunge una strada sterrata e la incrocia più volte (si può anche seguire la strada) fino al rifugio di pastori della Vernosa (1530 m, 0.30 ore), dove la sterrata finisce.  

Alle spalle del rifugio (segnavia 56), si traversa un prato, si entra in una bella faggeta e la si traversa in salita. Usciti dal bosco si sale per un ripido sentiero in diagonale, in vista dei valloni del versante orientale del Catria, delle colline e dell’Adriatico. Superato un valloncello erboso, si sale a sinistra alla grande croce metallica della vetta del Catria (1701 m, 0.45 ore). Verso sud, nelle giornate serene, appaiono i Sibillini.

Si scende allo spiazzo erboso dove termina la strada sterrata, la si segue e la si lascia alla prima curva a sinistra, seguendo il sentiero (ancora segnavia 56) che conduce verso le Balze degli Spicchi. Dei saliscendi conducono a una faggeta che si attraversa. Usciti allo scoperto si segue il sentiero che evita a sinistra delle rocce, e poi sale alla vetta principale delle Balze (1524 m, 0.45 ore). 

Il sentiero scende su un bel prato, riavvicinandosi alla strada sterrata. Qui occorre tralasciare la carrareccia che scende a destra al rifugio Boccatore, e invece seguire verso sinistra la strada. A un bivio si va a destra, e si affronta la lunga discesa verso Fonte Avellana. Il tracciato tocca una fonte, supera un vallone, poi si abbassa avvicinandosi alla Balza dell’Aquila. Una lunga serie di tornanti e un tratto a mezza costa nella faggeta riportano a Fonte Avellana (1.30 ore). 

Da vedere: l’Eremo di Fonte Avellana

Una delle abbazie più ricche di storia dell’Appennino sorge ai piedi delle rocce e dei boschi del Monte Catria, in territorio marchigiano ma a una manciata di chilometri dal confine con l’Umbria. Fondato nel 980 da San Romualdo, padre dell’ordine camaldolese, l’Eremo di Fonte Avellana emoziona per la sua posizione solitaria, ma anche per le sue eleganti architetture romanico-gotiche. Visitato nel Medioevo da personaggi famosi come Dante Alighieri (che lo ha citato nella Divina Commedia) e San Pier Damiani, l’Eremo ottenne il titolo di abbazia nel 1325 e quello di commenda nel 1392. Oggi, dopo un lungo abbandono e degli ottimi restauri, conserva una semplice ed elegantissima chiesa, un robusto campanile del 1482 e alcune belle sale del Cinque e del Seicento. La biblioteca, in funzione dal 1733, accoglie circa ventimila volumi. Per saperne di più sul complesso sacro, dove vengono organizzati momenti di preghiera e corsi, si può consultare il sito. 

Come arrivare

L’Eremo di Fonte Avellana (680 m) si raggiunge da Serra Sant’Abbondio lungo la valle del Cesamo, da Isola Fossara per la Badia di Sitria, o da Frontone attraverso Foce, Caprile e il valico della Forchetta. 

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