Su El Capitan una primavera di grandi salite
Il giovanissimo Will Moss è diventato il primo scalatore a salire la parete in stile flash in meno di 24 ore. Ma sono da sottolineare anche le salite di Jordan Cannon, Oliver Tippet, Soline Kentzel e Pietro Vidi
Le pareti di Yosemite non hanno avuto un attimo di riposo questa primavera: sono moltissime le salite degne di nota, soprattutto quelle in arrampicata libera su Freerider, Salathe e The Nose.
La performance più straordinaria è stata quella di Will Moss su Freerider. Il ventenne statunitense ha appena firmato un nuovo record diventando il primo scalatore a salire in stile flash El Capitan in meno di 24 ore.
L’anno scorso era stata Babsi Zangerl a portarsi a casa un altro primato assoluto, quello di scalare una via su El Cap in stile flash. Aveva infatti salito la stessa Freerider in quattro giorni.
Un’altra salita interessante è quella di Jordan Cannon, che ha scalato la Salathe Wall completamente in libera – passando per il tiro chiave di ottavo grado che molti scelgono di aggirare. Cannon ha realizzato questa salita con il supporto di Mark Hudon, un altro tra gli scalatori di big wall più forti di Yosemite. “Eredità, stile, tradizione…la Salathe su El Cap rappresenta molti di questi concetti, e spesso viene definita ‘la migliore via sulla Terra’. Nel 1979, Mark Hudon e Max Jones hanno portato a termine la loro salita ‘più in libera possibile. Hanno alzato l’asticella dell’arrampicata su big wall e spianato la strada a Todd Skinner e Paul Piana, che hanno realizzato la prima libera nel 1988. Sogno di scalare la Salathe in libera da quando scalo a Yosemite, ma l’Headwall mi ha sempre intimidito. Inoltre, il 19esimo tiro, un lungo e tecnico diedro, aveva una sua misticità”, ha scritto Cannon. In effetti, solo tre persone hanno scalato questo tiro durante la loro salita, tutti gli altri lo evitano passando per una variante. “’Non vedo l’ora di vederti liberare la Salathe, ma quando lo farai devi salire il 19esimo tiro mi aveva detto Mark Hudon anni fa”. E dopo un mese di lavoro e sei giorni in parete, Cannon ce l’ha fatta. “Salathe mi ha ricordato perché amo scalare a Yosemite, per sentirmi parte di qualcosa di più grande”, ha concluso lo scalatore.
C’è poi da menzionare Oliver Tippett, che ha completato una scalata di The Nose in rope solo (autoassicurandosi con la corda) in sole 21 ore. “Mi sono allenato in palestra per tutto l’inverno, quindi non ho una forma fisica ottimale per scalare tutto il giorno in questo momento. Quindi dovevo giocarmela sulla tattica per non stancarmi troppo presto. Ho scalato tutta la via in artificiale (non ho portato le scarpette), e ho usato una corda da 100 metri che mi ha permesso di concatenare i tiri e di calarmi da qualsiasi sosta in caso di bisogno. Questo ha reso la salita relativamente sicura e senza troppo impegno mentale, ma era abbastanza estenuante ogni volta che dovevo recuperare 100 metri di corda” ha scritto Tippett.
Notevolissima anche l’impresa di Soline Kentzel, che ha salito The Nose in solitaria e in autosicura rimanendo per tre giorni e mezzo sulla parete.
In tutto ciò c’è anche un po’ di Italia. Nelle scorse settimane Pietro Vidi ha infatti realizzato la prima ripetizione in libera di Lurking Fear (19 tiri e un grado massimo di 8a+).