“Tornare a esplorare”. Un libro che spinge a vedere la montagna con occhi diversi
Appena arrivato in libreria, il volume di Luca Fontana propone di tornare a vivere la montagna con curiosità, senza rincorrere la performance. Magnifico anche il supporto delle foto, realizzate dallo stesso autore. Prefazione di Matteo Della Bordella
“Il lavoro di Luca mi ha ricordato due cose fondamentali. La prima è la capacità di stupirsi e meravigliarsi e dare valore a cose che sembravano scontate: la magia di un tramonto mentre stai bivaccando, la pioggia che ti coglie all’improvviso, l’affidarsi al proprio istinto per trovare la strada…
La seconda è il rispetto. L’essere coscienti di essere ospiti indiscreti su questo pianeta, il saper fare un passo indietro e rinunciare alla tecnologia, rinunciare alle comodità, mettere da parte frenesia e consumismo per ritrovare un dialogo più diretto con la natura, consapevoli delle sue fragilità e delle sue bellezze”.
Sono righe importanti, scritte da Matteo Della Bordella nella prefazione di Tornare a esplorare (Rizzoli, 224 pag, 25 €), il libro di Luca Fontana appena arrivato in libreria. Un volume a metà strada tra il saggio e il libro fotografico nel quale l’autore mette in luce i meccanismi contemporanei che caratterizzano il modo di vivere l’ambiente naturale: l’esplorazione è apparentemente conclusa, la natura e la montagna sono diventate terreni di gioco al servizio della comodità.
L’autore ne analizza le criticità e propone allo stesso tempo una visione piena di speranza che apre a un infinito di possibilità, offrendo al lettore l’esperienza maturata in anni di esplorazione delle catene montuose di tutto il mondo, con un particolare focus sulle Alpi nord-occidentali, le sue montagne di casa.
L’invito che emerge dal libro è di approcciare l’ambiente naturale in un modo proprio, sentito profondamente, consapevole e autodeterminato. Il sapore dell’esplorazione autentica in parole e scatti.
Sfogliando il volume si rimane particolarmente colpiti proprio dalle immagini. Luca Fontana è infatti fotolografo e guida ambientale, due professioni che l’hanno portato sulle montagne di tutto il mondo, che ha saputo immortalare in modo fedele al suo pensiero. Lo stesso che è stato sottolineato da Della Bordella nella prefazione.
Senza spoilerare i contenuti, questo è un libro da leggere attentamente oltre che da guardare, ci limitiamo a riportate il titolo di alcuni capitoli: Libertà e senso del limite: l’autodeterminazione; Il Patto del non racconto; Scegliere e coltivare la speranza; La natura selvaggia è uno spazio elitario? Temi ampiamente dibattuti e di grande attualità, anche se troppo spesso semplice oggetto di semplici, e sterili, discussioni.
Un libro che sorprende fino alle ultimissime righe: dalla post-fazione scritta da Michele Comi, Guida alpina e seguitissimo contributor di Montagna.tv sul quale affronta periodicamente le stesse tematiche, fino alla nota conclusiva dell’autore: “Ho scelto di non mettere alcuna didascalia alle fotografie: oggi più che mai viviamo cercando di spiegare tutto, creando una mole di informazioni che favorisce la quantità dei dati piuttosto che la qualità di un senso. Che queste immagini siano la testimonianza e l’ispirazione per un percorso d’esplorazione che va oltre lo spazio e il tempo”.