Il Sale della Terra: vita e opere di Sebastião Salgado per la regia di Wim Wenders
Il lavoro del leggendario fotografo brasiliano riletto e presentato da un regista straordinario. E il mondo appare più bello, seppur sofferente
“Ho visto tanta sofferenza, tanta morte… ma ho anche scoperto una bellezza immensa nel pianeta. E questo mi ha ridato la speranza.” (Sebastião Salgado)
È con questa frase che il celebre fotografo brasiliano Sebastião Salgado evidenzia il suo percorso di consapevolezza durato una vita. Dopo avere infatti documentato per lunghi anni guerre, carestie e migrazioni, Salgado ha trovato un senso di rinascita attraverso la bellezza della natura. Quella della conservazione del patrimonio naturale è diventata per Salgado e la moglie e curatrice Lélia Wanick Salgado (collaboratrice di lunga data del lavoro artistico di Salgado) una vera e propria missione di vita, tanto da realizzare un ambizioso progetto di riforestazione in Brasile, “Instituto Terra”.
Diretto dal leggendario regista Wim Wenders e da Juliano Ribeiro Salgado (figlio e assistente alla regia di Salgado), il film Il Sale della Terra (2014) è un documentario che esplora la carriera e la visione artistica di Sebastião Salgado. Quello che ne viene fuori è un documentario-ritratto magniloquente, di un artista totale: appassionato tanto al destino dell’umanità quanto a quello del pianeta Terra, Salgado, la sua vita e la sua opera fotografica si allineano perfettamente come un unico capolavoro ed esempio virtuoso. Grazie alla regia ispirata di Wenders, Il sale della Terra è un’esperienza pienamente immersiva negli abissi di dolore e nelle meraviglie naturali che Salgado ha ritratto nella sua opera.
Il film mescola le immagini dei luoghi ritratti da Salgado con interviste girate nello studio del fotografo – un luogo dove storia, arte e umanità detonano a ogni foto sfogliata e aneddoto raccontato. Dall’infanzia agli ultimi progetti, Il Sale della Terra prende in esame soprattutto i cinque principali lavori fotografici di Salgado:
– Other Americas (1986): la prima grande opera di Salgado, dove racconta le comunità rurali più isolate dell’America Latina e che lo afferma come fotografo umanista.
– Sahel: The End of the Road (1986): realizzato in collaborazione con Medici Senza Frontiere, Salgado fotografa qui la carestia nel Sahel (Africa occidentale), una delle più gravi crisi umanitarie del secolo, evidenziando l’impatto devastante della siccità e della fame.
– Workers: An Archaeology of the Industrial Age (1993): un tributo visivo alla classe operaia globale, con immagini di minatori, pescatori, agricoltori e lavoratori delle fabbriche. Celebre è la serie sulla miniera d’oro di Serra Pelada in Brasile.
– Migrations: Humanity in Transition (2000): Salgado documenta qui il massiccio spostamento di popolazioni in fuga da guerre, carestie e persecuzioni, mostrando scene dalla Ruanda, dalla Bosnia e da altre aree di conflitto.
– Genesis (2013): il progetto nasce come risposta alla sofferenza umana che aveva documentato. Salgado si concentra su paesaggi, animali e comunità rimaste intatte dalla modernità, in regioni come l’Amazzonia, l’Antartide e la Papua Nuova Guinea, dove celebra le parti ancora incontaminate del pianeta come simbolo di speranza per il futuro dell’umanità
“Ci vuole molto tempo per comprendere il nostro pianeta. Io mi considero parte di tutto questo. Noi esseri umani siamo la natura stessa.”
La rinascita ecologica diventa allora il concetto simbolo di Salgado, che ne Il Sale della Terra si chiude con il racconto di Instituto Terra, la grande opera di riforestazione della fattoria di famiglia in Brasile. Salgado e sua moglie Lélia hanno piantato qui milioni di alberi, trasformando una terra degradata in una foresta rigogliosa.
Il sale della Terra (2014) è disponibile in streaming su Prime Video