Due squadre giapponesi in vetta ad altrettanti 6000 “dimenticati”, in Nepal

Akihiro Oishi, Hiroki Suzuki e Suguru Takayanagi salgono il Pandra, Hidesuke Taneishi e Daiki Yamamoto sul Pholesobi Peak

Due team di alpinisti giapponesi hanno recentemente avuto successo nella salita di altrettante cime poco conosciute oltre i 6000 metri. Così prosegue la tradizione degli alpinisti del Sol Levante, che scelgono spesso di tentare cime tutt’altro che affollate. 

Pandra

Akihiro Oishi, Hiroki Suzuki e Suguru Takayanagi hanno realizzato la seconda salita della parete Nord Est del Pandra (6673 m). Questa cima si trova nei pressi del Kangchenjunga, nell’Ohmi Kangri Himal, a Nord Ovest del Lhonak. Ha aperto per la prima volta agli alpinisti nel 2022, e i danesi Allan Christensen, Bo Belvedere Christensen e Jan Mathorne si sono aggiudicati la prima salita per la parete/cresta Sud. 

Nel 2015, i giapponesi Kei Taniguchi e Junji Wada hanno tentato la salita della parete Nord Est, ma dopo aver raggiunto il culmine della parete non sono riusciti ad arrivare in vetta. Due anni dopo, i francesi Pierre Julien Labbre, Mathieu Maurice, Paul Detrie e Benjamin Vedrines hanno realizzato la prima salita di questa parete.

Ci sono lievi discrepanze tra la quota della vetta del Pandra indicata dall’Himalayan Database (6670 m), da 8000ers.com (6673 m) e quella riferita dagli alpinisti nei loro report all’American Alpine Journal – 6850 metri. 

Pholesobi Peak

Ancora nell’area del Kangchenjunga, Hidesuke Taneishi e Daiki Yamamoto hanno realizzato la prima salita del Pholesobi Peak (6652 m). I due hanno scalato una linea diretta sulla parete Nord, di 1400 metri. Avevano già tentato questa salita l’anno scorso, ma erano dovuti tornare indietro per problemi di salute. Questa volta hanno invece avuto successo, portandosi a casa una bellissima prima salita. 

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