Don’t Move, un thriller nelle foreste della California
Uscito quest’anno, il film prodotto da Sam Raimi è ambientato in luoghi inquietanti ma di grande suggestione. Kelsey Asbille interpreta la sfortunata protagonista della storia
Prodotto da uno dei più grandi maestri dell’horror, ovvero Sam Raimi (creatore della saga La casa, e regista degli Spider-Man di primi Duemila con Tobey Maguire), e diretto da Brian Netto e Adam Schindler, Don’t Move (2024) è un thriller ad altissima tensione ambientato nei boschi del Big Sur State Park, in California.
Don’t Move ha un’intuizione tanto semplice quanto intelligente: costruire un thriller di azione e movimento a partire da una protagonista che… non può muoversi perché paralizzata da un potente sedativo. Un conflitto che sulla carta potrebbe sembrare irrealizzabile, ma che i due registi (qui anche sceneggiatori) mettono in pratica con una serie di intuizioni e trovate che tengono con il fiato sospeso.
La trama di Don’t Move
Iris (Kelsey Asbille) è in un profondo stato di depressione a causa della recente perdita del figlio piccolo Mateo, un dolore che la spinge a tentare il suicidio. Iris si reca così sull’orlo di un precipizio nel Big Sur State Park, ma quando sta per compiere l’atto estremo un uomo apparentemente benintenzionato, Richard (Finn Wittrock), si avvicina e la conforta con ironia ed empatia. Iris decide quindi di non buttarsi, ma questa decisione darà una svolta davvero imprevista alla sua vita: Richard, nonostante il bell’aspetto e i modi affabili, si rivela un serial killer intenzionato ad ucciderla. Dopo averla stordita e caricata in macchina legandole mani e piedi, l’uomo le inietta una sostanza che la paralizzerà da lì a 20 minuti. Paralizzata, incapace di parlare, ma lucida e cosciente, Iris attuerà la sua incredibile lotta per la vita.
Il bosco e la lotta per la vita
Dai paesaggi del Big Sur prende il via così una lotta concitata e piena di rivelazioni, che porterà Iris a capire quanto davvero desideri ricominciare a vivere. Il bosco, da luogo di pace e raccoglimento, si trasforma così nel corso di Don’t Move in un luogo ostile, un paesaggio da esplorare e dove trovare soluzioni (ma anche colpi di fortuna) per sopravvivere.
Don’t move esplora diversi temi: a partire dal quello dell’elaborazione del lutto, il film sviluppa infatti per contrapposizione (qualcuno che vuole ucciderti, decidendo per te il tuo destino) la consapevolezza di Iris del profondo valore della sua vita. Si tratta forse di una reazione naturale e istintiva, fatto sta che proprio da quel momento e da quella situazione estrema Iris elaborerà il suo lutto in un modo davvero inaspettato.
Le location del film
Gran parte delle riprese ambientate nella natura sono state fatte in Bulgaria per il suo costo contenuto e la versatilità dei paesaggi, che negli ultimi anni hanno attirano numerose produzioni internazionali.
Le riprese principali si sono svolte vicino a Sofia e in luoghi naturali come lo Zlatnite Mostove, il più grande fiume di pietra sul monte Vitosha.
Un’altra importante location usata per alcune scene chiave è la suggestiva Fortezza di Belogradchik, nel nord-ovest del paese. Conosciuta anche come “Kaleto”, la Fortezza di Belogradchik è un’antica fortezza di epoca romana la cui particolarità suggestiva è quella di essere incastonata in formazioni di roccia arenaria, un’unione da cui deriva un’architettura unica e spettacolare.
Altre scene sono state girate invece in California, nella contea di Monterey, in località come Seaside e presso il noto Bixby Creek Bridge.
Don’t Move (2024) è disponibile per lo streaming su Netflix.