Giù le mani dagli animali selvatici. Per il bene loro e nostro
Un nostro gesto affettuoso o, soltanto, troppo confidenziale a un animale incontrato in montagna può causare danni gravi. La cosa giusta da fare in caso di incontro ravvicinato è rimanere a distanza


Salvare un cerbiatto “abbandonato”. Lasciare del cibo per una volpe “affamata” o per un lupacchiotto “indifeso” che frequenta il bosco vicino a casa. Farsi un selfie con mamma cinghiale & sons. Piccole azioni, non così rare, che nella maggior parte dei casi sono mosse da buone intenzioni ma che possono rivelarsi pericolose sia per noi, sia per gli animali selvatici. Scopriamo perché.
I cerbiatti “abbandonati”
I confini tra “selvatico” e “umano” sono, per mille motivi, sempre più sfumati e di conseguenza le occasioni di contatto tra noi e la fauna aumentano. Ma cervi, volpi, lupi e cinghiali non sono animali domestici e quindi non hanno bisogno di noi e, anzi, solitamente ci percepiscono come una minaccia.
Avvicinarci “troppo” agli animali selvatici è per loro fonte di stress e di norma induce a fughe improvvise che possono mettere a rischio la loro vita, per esempio causandone un investimento stradale, o la nostra, qualora l’animale si senta intrappolato e reagisca per autodifesa. Particolare, in questo contesto, è il caso dei piccoli di cervo e capriolo che può capitare di trovare nascosti nell’erba alta: anche se apparentemente sembrano abbandonati, in realtà sono in attesa del ritorno della madre, che si è allontanata per alimentarsi. Se li tocchiamo o, peggio, li spostiamo, rischiamo di impedire che la madre li possa ancora accudire, mettendone a rischio la sopravvivenza.
Il selfie strappa like
Se avvistiamo un animale nel bosco, meglio restare a distanza per osservarlo senza spaventarlo: questo vale ancora di più durante l’inverno, quando una corsa improvvisa può essere un dispendio energetico insostenibile mentre il cibo scarseggia. Lo stesso vale per una femmina con i cuccioli: l’incontro ravvicinato con mamma cinghiale o mamma volpe in compagnia dei suoi piccoli potrebbe intenerirci, e magari istintivamente farci avvicinare per una foto da postare sui social, ma gli animali ci percepiscono come una fonte di pericolo e quindi averci vicino senza poter fuggire può avere conseguenze serie sul loro stato di salute.
Nutrire la volpe “affamata”
Anche fornire cibo alla fauna selvatica può avere conseguenze negative. Questo gesto, apparentemente innocuo, incoraggia gli animali a cercare nutrimento nelle aree popolate, facendo loro perdere diffidenza e selvaticità e favorendo l’assuefazione agli alimenti di origine umana. Ciò significa che si avvicineranno ancora agli escursionisti o ai paesi in cerca di qualcosa da mangiare, trovando alimenti (o rifiuti) non adatti alla loro dieta naturale e facilitando, al contempo, un reciproco scambio di malattie. Parimenti, quando gli animali selvatici accorciano le distanze da noi, diventano un rischio per l’incolumità pubblica: proverbiali sono le volpi “urbane” dei parchi di molte città italiane ed europee, che ogni anno finiscono per mordere qualcuno che gli dà del cibo per ottenerne ancora. Per non parlare di cosa può accadere se a diventare confidente è un lupo o un orso, come hanno dimostrato alcuni recenti fatti di cronaca.
Tenere il proprio cane sempre sotto controllo
Se lasciati liberi in natura, i cani possono stanare e inseguire gli animali selvatici, costringendoli a fughe improvvise e potenzialmente per loro molto dannose. Nel caso di un incontro ravvicinato con un selvatico, inoltre, l’interazione con il nostro cane può essere un ingrediente nocivo per la pacifica risoluzione dell’evento, in quanto capace di innescare aggressività da entrambe le parti. Per questo motivo, è sempre opportuno tenere il nostro amico a quattro zampe al guinzaglio o sotto stretto controllo, così da potersi allontanare prima di varcare la fatidica soglia di tolleranza dell’animale selvatico. Ricordiamoci che la responsabilità non è del cane, ma del suo padrone!