
Dalla valle del Lys si ammira una delle visioni più imponenti e spettacolari del Monte Rosa: un variegato ammasso di roccia e ghiaccio dal quale si ergono imponenti vette, alla base delle quali si sviluppano alcuni apparati glaciali, tra i quali spicca sicuramente il Ghiacciaio del Lys. Tra gli ultimi ammassi di roccia della morena e i primi prati, nasce il Lys, da cui prende nome la valle, conosciuta pure come Valle di Gressoney. Il nome Lys, sembrerebbe derivare dal romano “ellex”, luminoso. Un aggettivo perfettamente indicato per descrivere la testata della valle che, all’alba, accarezzata dalla luce, sembra prender gradualmente vita, dalle alte cime dei Lyskamm (4527 m) sino ai verdi prati degli alpeggi sovrastanti Stafal. La salita all’Alpe di Roos è semplice e divertente con una vista superba sulla testata della valle, dominata dal Monte Rosa e, in particolare, dalla bastionata dei Lyskamm. L’autunno è l’ideale per questa escursione, grazie alla presenza di molti larici, lungo la prima parte del tracciato. Attrezzatura adeguata alla stagione, ramponcini inclusi.
L’itinerario
Partenza e arrivo: loc. Stafal, Gressoney-La-Trinité (AO)
Dislivello: + 277 m
Tempo: 2.30 ore (a/r)
Difficoltà: E
Percorso semplicissimo e breve, con bella vista sul ghiacciaio del Lys. L’itinerario inizia a Stafal (1823 m), ultimo paese della valle. Dietro l’ultimo palazzo, sul lato orografico destro, diparte il sentiero che sale dolcemente in un bosco di larici (cartelli e indicazioni per Alpe Bettolina e Colle Bettolina). Si prosegue, alternando tratti in piano e moderata salita, con splendida vista sul Monte Rosa, sino ad una deviazione, sulla sinistra, dove si sale un ripido pendio erboso con stretti tornanti. All’aumentare della quota la visuale sul Monte Rosa diviene sempre più ampia e spettacolare, in particolare sulle lingue glaciali e sui seracchi del ghiaccio del Lys che, nonostante il forte stato di regresso, mantiene imponenza ed estetica grandiosa.
Proseguendo ancora, dopo alcuni ripidi tratti, si giunge all’Alpe di Roos (2100 m), un piccolo terrazzo erboso con una baita tradizionale in pietra e legno, in stato di avanzato degrado.
E’ possibile, su semplice mulattiera, proseguire sino all’Alpe Bettolina (2380 m; Alta Via n. 3), con panorami ancora più vasti. In Estate inoltrata si può arrivare anche al Passo di Bettolina (2905 m). Il sentiero è sempre ben evidente e segnalato.
Da vedere prima di tornare a casa: Gressoney-Saint-Jean
Gressoney-Saint-Jean è adagiato in una conca pianeggiante, circondato da rigogliosi boschi. Nonostante sia una realtà moderna e mantiene ancora le caratteristiche estetiche tipiche dell’architettura walser, simile, in parte, a come doveva essere ai tempi di de Saussure che così lo descrisse: “E’ ben costruito, posto su un pianoro che, a mezzo giorno, altro non è che una vasta prateria contornata e irrigata da Lys”. La prateria, sopra descritta, era una scelta saggia e oculata, una zona al riparo da calamità naturali come le frequenti inondazioni del Lys e, soprattutto, le numerose valanghe che, in periodo invernale, minacciavano molti versanti della ripida e scoscesa valle del Lys. La conformazione del territorio condizionava non solo il luogo di costruzione, ma anche la tipologia stessa delle strutture, con il lato cucina-soggiorno rivolto al sole, verso valle, e l’inclinazione del tetto tale da far sì che la neve si scaricasse in luoghi dove non potesse creare problemi o ostruire il passaggio. Ai margini dall’abitato si fa notare Castel Savoia, costruito nei primi anni del ‘900 per volere della Regina Margherita di Savoia, assidua frequentatrice della Valle del Lys.
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