La Panca delle Guide a Sesto. Il primo, estemporaneo, ufficio turistico in quota dell’Alto Adige
150 anni fa le guide alpine di Sesto aspettavano i ricchi stranieri davanti alla stazione d’arrivo delle diligenze. Offrendo servizi e informazioni
Il 18 luglio 1869 è una data importante, anzi importantissima. Paul Grohmann, Franz Innerkofler e Peter Salcher raggiungono la cima di Punta dei Tre Scarperi/Dreischusterspitze (3.145 m) aprendo la stagione delle prime ascensioni in Dolomiti di Sesto. La stessa epica cordata poco più di un mese dopo conquisterà i 3.003 metri della Cima Grande di Lavaredo. Da oltre 150 anni, migliaia di alpinisti da tutto il mondo vengono in questo angolo dell’Alto Adige per affrontare le pareti delle Dolomiti di Sesto, che offrono centinaia di vie di diverso grado e difficoltà. Quella che racconta il paesaggio è una storia fatta di successi e imprese di grandi uomini che hanno “risolto” i problemi che le aspre cime e verticali pareti delle dolomiti presentavano.
Una storia che nasce ed è passata per molti anni in un punto ben preciso di Sesto, dove probabilmente per la prima volta in un paese di montagna era stato organizzato, anche se rudimentale, un vero e proprio ufficio turistico.
La Panca delle Guide
Gli alpinisti nella seconda metà del 1.800, dopo aver raggiungo la stazione di San Candido con la ferrovia, salivano sulla diligenza che li avrebbe portati a Sesto. Punto di arrivo era la locanda Zur Post di fronte al palazzo del Comune, dove su una semplice panca le Guide alpine di Sesto attendevano che i ricchi “stranieri” scendessero dalla diligenza la quale si fermava lì davanti a orari ben precisi. Le Guide di Sesto erano uomini esperti e profondi conoscitori del territorio che li aveva forgiati fin da bambini, si trovavano a loro agio molto più sulle aspre pareti delle Dolomiti che sulla Cresta Carnica che a nord delimita la Val di Sesto. SI racconta che una Guida alpina rifiutò di accettare la richiesta di un ricco tedesco che aveva chiesto di essere accompagnato a Monte Elmo, troppo dolce e facile il pendio da salire… le Guide Alpine preferivano le difficoltà e le ripide pareti delle Dolomiti.
Su quella panca si sono seduti e succeduti uomini i cui nomi sono entrati di diritto nella storia dell’alpinismo: Franz Innerkofler padre della associazione alpinisti, Michl Innerkofler con suo fratello Hans con cui aveva formato una cordata straordinaria, poi Josef, Veit, Johann fino a Sepp Innerkofler, Guida alpina eroe di guerra ma soprattutto visionario quanto concreto pioniere del turismo montano. A lui, dopo che aveva gestito il Rifugio a Monte Elmo, fu affidato nel 1898 lo storico Rifugio Tre Cime/Dreizinnehütte (2.405 m.) sulla Sella di Toblin/Toblinger Riedl.
Sono trascorsi più di 150 anni dal 18 luglio 1869 e il fascino delle Dolomiti di Sesto non è cambiato anzi, grazie proprio alla lungimiranza delle sue storiche Guide alpine, è aumentato e cresciuto costantemente.
Le Zararotschn, innovative calzature da arrampicata di fine Ottocento
Sesto e i suoi abitanti hanno sempre saputo adattarsi ai cambiamenti e sfruttare le occasioni lavorative legate all’evoluzione del turismo. Un esempio significativo è nell’arte dei calzolai, che hanno colto l’opportunità offerta dalla presenza di numerosi alpinisti nella valle. Le frequenti salite in montagna garantivano loro molto lavoro, sia per produrre che per riparare le calzature necessarie per avvicinare alle pareti e poi per arrampicare. Chiodi da sostituire e riparazioni continue avevano portato gli artigiani a organizzarsi per la bella stagione con diversi punti di lavoro temporanei sul territorio in modo da non perdere alcuna occasione lavorativa.
Pesanti scarponi chiodati venivano utilizzati per salire lungo i sentieri e i prati d’alta quota, erano le stesse calzature che i contadini utilizzavano per lavorare e condurre al pascolo gli animali che permettevano di progredire senza particolari difficoltà e di mantenere i piedi al caldo. “Le Guide una volta raggiunte le pareti si cambiavano le calzature”, racconta Paul Grohmann. Addirittura, Franz Innerkofler e Peter Salcher dopo aver lasciato gli scarponi all’attacco delle vie indossavano dei calzini rinforzati per progredire in parete. Erano le Zararotschn, vere e proprie scarpette d’arrampicata realizzate cucendo strati di lana cotta sui calzini per ottenere una suola morbida adatta alla scalata. Dal canto loro, invece, i ricchi clienti viennesi già utilizzavano calzature simili alle odierne scarpe da avvicinamento.
La “Panca delle guide” continuò a essere il riferimento degli alpinisti che raggiungevano Sesto per molti anni e nonostante i compensi molto alti che venivano chiesti ai clienti, erano in molti a fermarsi per ingaggiare le Guide alpine ed essere condotti lungo le vie aperte nel corso degli anni. La Grande Guerra darà un duro colpo anche al lavoro in montagna per le Guide. Con l’annessione all’Italia del SüdTirol il numero dei turisti tedeschi e austriaci crollò fino quasi a scomparire. Per molti anni.
Quella panca in legno naturalmente non c’è più, se la è presa il tempo. Oggi però una “Panca delle Guide” è posizionata appena fuori la Scuola di Alpinismo di Sesto. Perché nessuno dimentica l’importanza dell’estemporaneo ufficio di accoglienza di 150 anni fa.