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L’anello dei 4 laghi a Champorcher, in Valle d’Aosta

Semplice gita, in luoghi poco frequentati ai confini del Parco Naturale del Mont Avic tra acque, pascoli, e spettacolari pareti rocciose

La valle di Champorcher è la prima che si incontra entrando in Valle d’Aosta, sul versante orografico destro. E’ nota e frequentata per gli accessi agevoli alla conca di Dondena, con il Lago di Miserin e la Rosa dei Banchi e al Parco regionale del Mont Avic, tramite il colle del Lago Bianco. Parallelamente alla dorsale di confine col parco, formata dalla catena delimitata dal Mont Glacier e dalla cima Piana, sono adagiati alcuni laghi, poco conosciuti e molto interessanti sia dal punto di vista estetico e paesaggistico, sia per chi cerca un itinerario semplice e isolato dai consueti flussi turistici. L’estetica delle cime che sovrastano gli specchi d’acqua è molto peculiare, con roccia glabra e in netta contrapposizione con il lontano, ma ben visibile, gruppo del Monte Rosa che riluce di neve e ghiaccio. Il tracciato originale della sterrata che conduce alla conca di Dondena fu voluta da Re Vittorio Emanuele II che frequentava la Valle di Champorcher per le sue battute di caccia.

   

L’itinerario

Partenza: loc. Petit Mont Blanc, Champorcher (1700 m)
Dislivello: + 620 m
Tempo: 4 ore
Difficoltà: E
Periodo consigliato: da maggio a ottobre

Il sentiero inizia a circa 1,5 km da Petit Mont Blanc. Al termine della strada asfaltata, si cammina per circa 200 metri, lungo la sterrata che conduce a Dondena, sino ad incontrare alcuni cartelli gialli che, verso destra nel senso di marcia, indicano le varie direzioni. Si sale lungo il sentiero, nel bosco (indicazioni Colle del Lago Bianco e Rifugio Barbustel), seguendo i numerosi segni di sentiero. Sempre in salita si continua sulla principale, ignorando alcuni bivi, sino alla zona della Gran Cort, con l’evidente ruscello, emissario del Lago Muffè e ad una piccola cascatella.Ignorando una deviazione, sulla sinistra, che prenderemo al ritorno dal Lago Muffè, si prosegue dritto sino ad un ampio pianoro, con la baita in pietra del Ristoro Muffè e, poco dopo, all’omonimo specchio d’acqua (2080 m; 1 ora), ai piedi delle rocce della Cima Piana e della Punta Torretta che delimitano il Colle del Lago Bianco che segna il confine con il territorio del Parco del Mont Avic.

Si torna ora sui propri passi, sino al bivio incontrato all’andata e si devia a destra (nel senso di marcia; indicazioni su un masso). Si seguono i segni sulle rocce e alcuni ometti in pietra, costeggiando tratti di pietraia e zone erbose, sino ad una breve discesa. Si cammina in piano sino ad un torrente per piegare poi verso destra, sino ad una prima baita e ad una successiva che costituisce l’alpeggio di Vernouille.

Ancora in piano si aggira un costone roccioso, ai piedi del quale è adagiato il Lago di Vernouille (2125 m; 45 minuti circa dal Lago Muffè), sovrastato dalla Punta Torretta (2539 m) e dalla Tete des Hommes (2614 m). Per il lago Raty, si raggiunge la sponda opposta del Lago di Vernouille e si sale su semplice sentiero sino a raggiungere, in moderata pendenza, un piccolo colle panoramico, da dove si notano le strutture delle baite dell’alpeggio di Raty de Fort, con il piccolo e omonimo lago, il cui livello delle acque è molto variabile secondo le precipitazioni e la stagione.

Si costeggia, quindi, il lato orografico sinistro del laghetto (destra nel senso di marcia), per poi salire su comodo sentiero sino ad un altro colle. Si scende ora, in zona di pietraia, sino ad un pianoro di pascolo e all’alpeggio di Raty. Una leggera discesa, sino ad un ruscello e una lieve salita conducono alla conca dove è situato il Lago di Raty (1,20 ore dal Lago Vernouille), ai piedi del Monte Gran Rossa, del Bec Raty e della Becca Barmasse (2296 m).

Per la discesa, si torna sui propri passi, sino ad un bivio sulla destra che scende verso valle, incuneandosi in un valloncello delimitato dalle rocce discendenti dalla Becca Barmasse. La discesa consente di raggiungere l’ampia sterrata (a quota 1912 m) che da Petit Mont Blanc porta a Dondena. Messo piede sulla strada bianca, si prende la direzione di sinistra (cartelli gialli), opposta a quella che porta a Dondena. Si cammina alternando tratti di falsopiano a parti in discesa docile, con bella vista sul versante orografico destro della valle di Champorcher, sino ad arrivare al punto di partenza (11 ora dal lago Raty).

   

Santuario della Madonna delle Nevi

La stessa sterrata che si incontra, dopo la discesa dal Lago Raty, consente di raggiungere la conca di Dondena e successivamente il Rifugio Dondenaz, il lago e il rifugio Miserin e il Santuario della Madonna della Neve, situato ai piedi della Rosa dei Banchi. L’itinerario, in genere, inizia dalla fine della sterrata da percorribile in auto, ovvero dalla conca di Dondena (1,30 ore; + 480 m). Il santuario fu inaugurato nel 1658. Ancora oggi, ogni anno, molti fedeli lo raggiungono durante la processione del 5 agosto. I pellegrini vi giungono anche dalle valli piemontesi del Canavese, da Cogne e da Fenis. La struttura subì varie migliorie, soprattutto quella del 1881, una vera e propria ricostruzione, voluta dal parroco Jean Baptiste Danna e dall’Abate Pierre Chanoux, originario di Champorcher, già rettore dell’Ospizio del Piccolo San Bernardo. Dopo un grave incendio, nel 1945, fu ristrutturato nel 1951, con l’aggiunta della Madonna del Gran Retaur. Ulteriori lavori ebbero luogo nel 1999, in occasione dell’allora imminente Giubileo.

   

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