Caucaso, ancora scontri a Nalcik
14 ottobre 2005 – E’ stata ancora battaglia stamattina a Nalcik, capitale nella repubblica caucasica del Kabardino-Balkaria, fra le truppe russe e i guerriglieri islamici asserragliati negli edifici della città. Nelle prime ore del giorno, i soldati russi hanno dato l’assalto a un negozio di souvenir occupato ieri dai ribelli.
Sarebbero tre i ribelli uccisi nell’operazione. All’interno del locale non si trovava alcun ostaggio. Una decina di militari russi hanno fatto irruzione nel negozio alle 8 e 30 locali sparando con armi automatiche e lanciando granate. I ribelli hanno risposto al fuoco, ferendo un soldato. L’assalto è durato meno di un’ora.
Fonti del governo locale affermano che i civili morti nei combattimenti di ieri potrbbero essere fino a 24. Sempre stamattina, le forze speciali russe hanno liberato il commissariato di Nalcik in cui da ieri erano barricati otto ribelli, uccidendo questi ultimi e liberando cinque ostaggi. Lo ha reso noto il vice-procuratore Vladimir Kolesnikov citato dall’agenzia Interfax. Mentre una fonte del ministero dell’Interno ha aggiunto che i ribelli sono stati uccisi mentre tentavano di fuggire a bordo di una camionetta.
Ieri, nella città caucasica ai piedi del maestoso monte Elbrus (5600 metri d’altezza) più di cento uomini armati (bollati dalle autorità come "wahabiti", ovvero estremisti islamici) hanno seminato morte e devastazione dando l’assalto simultaneo a tre commissariati, alle sedi dell’Fsb (i servizi di sicurezza) e del ministero degli Interni, all’aeroporto e ad un’armeria.
L’azione terroristica – la più massiccia e violenta dopo l’occupazione della scuola di Beslan nel settembre 2004 – è stata rivendicata dagli indipendentisti ceceni su un sito Internet. Ieri, nel timore che i ribelli si dessero alla fuga, il presidente russo Vladimir Putin aveva deciso di usare "il pugno di ferro". Ordinando il completo accerchiamento della città. E l’uccisione di tutti coloro che opponevano resistenza alle forze russe.
Sono state ore di caotica, rabbiosa e sanguinosa guerriglia urbana nella capitale. Con sparatorie, esplosioni e incendi in vari quartieri della città che conta 260mila abitanti. Il bilancio – ancora provvisorio – degli scontri è pesante: 12 i morti accertati fra i civili, altrettanti fra i poliziotti, e una cinquantina fra i ribelli.