Cinque cercatori di funghi morti nel fine settimana. I consigli del Soccorso Alpino per limitare la possibilità di incidenti
Come ogni anno la “caccia” al porcino presenta un conto salatissimo in termini di vite umane. Eppure, a volte, basterebbe qualche semplice precauzione per evitare guai
Ancora strage di cercatori di funghi. Solo nello scorso weekend sono stati cinque i fungiatt che hanno perso la vita nei boschi della Penisola: due in Abruzzo, due sull’Appennino Emiliano, uno sull’Appennino Pistoiese, in Toscana. Molti altri sono stati salvati dagli operatori del Soccorso alpino: a volte infortunati più spesso semplicemente smarriti in luoghi a loro sconosciuti. E, statistiche alla mano, la lista delle vittime della passione per porcini e ovuli (o di qualunque altro fungo) è destinata ad allungarsi.
Per evitare guai vale la pena consultare la lista dei comportamenti da tenere diffusa dal CNSAS. Spesso , infatti, i soccorritori riscontrano la mancanza di preparazione ad affondare terreni che possono dimostrarsi insidiosi: non bisogna dimenticare che nella maggior parte dei casi ci si trova su terreni impervi di collina e montagna.
I suggerimenti del CNSAS
Valutare preventivamente la lunghezza del percorso dal parcheggio/abitazione al bosco, il tipo di accesso al bosco, l’orografia del terreno e lo stato del terreno.
È buona norma usare uno scarpone da montagna e non stivali di gomma. Meglio indossare abbigliamento con colori sgargianti che, in caso di bisogno, sono più facilmente individuabili tra la vegetazione.
Unitamente al classico cestino per funghi non dimenticarsi mai di portare uno zaino dove poter riporre abbigliamento di scorta nel caso la temperatura si abbassi o ci si bagni, cibo e acqua, una torcia o una pila frontale, comode in caso di ritardo e per segnalare la propria presenza, un fischietto, una carta topografica e un kit di pronto soccorso. La prudenza non è mai troppa!
Quando si va per boschi o in montagna è sempre meglio essere in compagnia che soli! In molti luoghi non c’è copertura telefonica e non si può fare totale affidamento sul cellulare.
È fondamentale comunicare a familiari o amici l’orario presunto di rientro, dove si intende andare e il percorso che si vuole seguire, specificando bene la zona con più particolari possibili (numero del sentiero, rifugi nelle vicinanze…).
Attenzione all’orientamento. Non perdere d’occhio i punti di riferimento e cercare di ricordare il tragitto dell’andata, pronti a tornare sui propri passi.
Raccogliere solo funghi che si conoscono benissimo, certi possono essere molto pericolosi, evitando di sradicare, inutilmente, tutte le specie che si trovano durante il cammino.
In caso di bisogno contattare il 112 seguendo le indicazioni che vengono date e, se richiesto, non muoversi dal posto in cui ci si trova. Si potrebbe perdere segnale e rendere difficile la ricerca delle squadre di soccorso.
A tali consigli si aggiungono gli obblighi che le normative nazionali e regionali impongono a chi raccoglie funghi, che è opportuno conoscere dettagliatamente (autorizzazioni, partecipazioni a corsi, limiti quantitativi, specie da raccogliere) per non incorrere in multe o confische.