India-Pakistan, la sfida passa dalle bandiere
30 settembre 2005, (Lahore, Pakistan) DAL NOSTRO INVIATO – E’ proprio vero: il disgelo, politico s’intende, talvolta passa anche attraverso manifestazioni simboliche. In questi anni i rapporti fra India e Pakistan sono stati molto tesi. Al conflitto nella regione montuosa del Kashmir – "la guerra di posizione più alta al mondo", fatta da postazioni operative tutto l’anno (anche nell’impossibile inverno pakistano) fino a una quota di 7000 metri – si è sommata una contapposizione ideologica e politica culminata in una pericolosissima escalation nucleare. Negli ultimi tempi, però, pare che le due superpotenze del Centrasia stiano tentando il riavvicinamento.
Il termometro della situazione è una manifestazione – a dir poco singolare – che si svolge ogni giorno imperterrita, fin dal lontano 1947 (anno dell’indipendenza pakistana), al posto di frontiera che taglia la strada che collega Lahore all’India.
Immaginate uno stadio di calcio con le tribune tagliate in due dalla rete di confine. Due tifoserie accanite e assiepate sulle due curve si fronteggiano: da una parte lo scatenato tifo pakistano, dall’altra il più tranquillo tifo indiano. Le tribune sono proporzionali al numero di abitanti di ciascuno Stato. Quindi quello pakistane sono molto più piccole, ma molto più "calorose". Con le donne ancor più invasate degli uomini, sebbene ne siano separate.
Per 365 giorni l’anno, ogni tramonto è il momento dell’ammaina bandiera. O meglio delle due bandiere che sventolano su due pennoni al centro dello stadio. Tutto avviene in perfetta sincronia e seguendo un cerimoniale esasperato, in cui ogni piccolo movimento e fissato da un protocollo maniacale.
Il picchetto d’onore è composto da militari in alta uniforme, selezionati in base all’altezza (almeno un metro e 90), ma soprattutto alla "cattiveria" che riescono a imprimere ai loro gesti marziali. Partono schierati sotto le due curve dello stadio, con passo che dire "dell’oca" è riduttivo. Lanciano la gamba fin sopra la testa, battendola a terra con violenza rinforzata dalle suole ferrate. Il tutto accompagnato da ovazioni assordanti e ritmiche: come se tutto il popolo marciasse con loro. Affrontano il rivale che sta facendo gli stessi passi al di là dei pesanti cancelli di ferro che separano i due mondi.
Man mano che si avvicinano ai cancelli il ritmo e l’intensità dei passi aumenta, in un crescendo di urla e sventolii di bandiere. Come a dimostrare a quelli oltre il cancello la propria superiorità. Tutt’intorno si respira aria di sfida. Poi tutto di colpi i cancelli vengono spalancati con violenza, lasciando i due drappelli militari uno di fronte all’altro, liberi di affrontarsi in campo aperto.
A questo punto la sorpresa: il comandante pakistano parte verso quello indiano che fa altrettanto: si affronteranno in un duello in stile OK corral? No, all’ultimo momento i due si stringono la mano e ammainano le due bandiere.
Poi i cancelli vengono rapidamente richiusi. E il cerimoniale militare riprende, salutato da odi inneggianti al Pakistan libero. Intanto sui giornali appare la notizia di una spedizione congiunta indo-pakistana al K2 per l’anno prossimo…
Maurizio Gallo