In Val di Rabbi c’è un rifugio alimentato al 100% da energie rinnovabili
Grazie anche a un proprio impianto idroelettrico, il Rifugio Dorigoni, nella parte trentina del Parco Nazionale dello Stelvio, è completamente autonomo dal punto di vista energetico
2.436 metri di quota e 120 anni di storia, gli ultimi 43 dei quali vissuti sotto l’occhio attento e appassionato di Cecilia e Lorenzo Iachelini. Si tratta del Rifugio Dorigoni in Val di Rabbi, uno fra i paesaggi meglio conservati del Trentino occidentale, e quella di Cecilia e Lorenzo – che è anche istruttore nazionale delle Guide Alpine – è un’avventura iniziata insieme ai genitori nel lontano 1981 e che da allora si è sempre sviluppata all’insegna della sostenibilità ambientale.
«Siamo partiti – spiega Cecilia – con la potabilizzazione dell’acqua, evitando di dover trasportare in rifugio (che si serve, per l’approvvigionamento, di un elicottero, ndr) bottiglie di plastica. Negli anni, mantenere lo standard in questo senso è diventato sempre più difficile: le norme sono infatti davvero stringenti. Ma noi captiamo le nostre risorse idriche dal vicino lago Sternai, servendoci poi di un potabilizzatore che ci consente la piena autonomia».
Con l’obiettivo di raggiungere la totale autonomia energetica, il Dorigoni ha continuato a muoversi fino all’ultima novità: un impianto idroelettrico in funzionamento autonomo, vero e proprio tratto distintivo del rifugio. Realizzato da una storica azienda italiana, la piemontese IREM, il sistema garantisce la soddisfazione dell’intero fabbisogno della struttura fornendo in ogni istante energia pulita proveniente al 100% da fonti rinnovabili. Totalmente automatizzata e controllata a distanza, l’installazione si basa su una turbina con una potenza generata di 43 kW. E non è tutto: gli automatismi del sistema sono dotati di servomotori elettrici che consentono di evitare il ricorso agli oli lubrificanti garantendo così un ulteriore beneficio per l’ambiente.
«In questo modo – spiega Lorenzo – il rifugio è praticamente autonomo dal punto di vista energetico e risparmiamo anche nel trasporto in quota di gas e di legna. Un ulteriore vantaggio è che questo ci permette di mettere in campo lavorazioni in cucina che altrimenti non sarebbero possibili, partendo direttamente dalla materia prima e non da prodotti confezionati». E in cucina, da quest’anno, lavora Simone Marcolin, reduce da un’analoga esperienza ad Alleghe durante la scorsa stagione estiva ma soprattutto da due anni trascorsi in Antartide, come cuoco della Stazione di ricerca Concordia.
A rendere sostenibile il rifugio, infine, anche tutte le buone pratiche quotidiane messe in campo, dall’eliminazione delle vaschette in plastica della marmellata a colazione – sostituite da un dispenser – ad una rigorosa raccolta differenziata dei rifiuti che vengono separati e trasportati in valle per lo smaltimento alla fine della stagione.
«Per impattare il meno possibile, occorre innanzitutto assumere uno stile di vita sobrio ed essenziale La prima regola per non inquinare, infatti, è quella di non consumare eccessivamente», conclude Lorenzo.
Di proprietà della Società degli Alpinisti Tridentini, il Rifugio Dorigoni dispone di 65 posti letto con camere recentemente ristrutturate, bagni comuni al piano e una doccia. Un luogo accogliente ed estremamente tranquillo. A interrompere l’idillio, ma solo per un attimo, è l’atterraggio dell’elicottero, che ogni tre settimane trasporta viveri e beni essenziali, garantendo così il vitale collegamento tra la struttura e il resto del mondo.
Come arrivare
Il sentiero di accesso al Rifugio Dorigoni dalla Val di Rabbi è il numero 106. L’itinerario si sviluppa tra bosco e prateria alpina in un ambiente di grande pregio naturale. Il dislivello è di 900 m dalla Malga Stablasòlo (1539 m) e di 1050 m dal parcheggio del Còler (1380 m) con uno sviluppo di circa 7- 8 km. Il tempo indicativo di percorrenza è di circa 3 ore. Aperto fino al 20 settembre.