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Inquinamento, 1 milione di morti l’anno in Asia

22 settembre 2005 – L’ambiente insalubre provoca ogni anno la morte di circa un milione di persone nella regione Asia-Pacifico. Lo dice un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) reso noto oggi.

 

nubeStando allo studio, circa 580mila decessi sarebbero attribuibili ai rischi tradizionali costituti dall’inquinamento nelle abitazioni, dovuto a combustibili solidi, acqua insalubre e mancanza d’igiene. Mentre i rischi moderni come l’inquinamento dell’aria nelle città e l’esposizione al piombo e ad altre sostanze inquinanti sono all’origine di 405mila decessi l’anno, di cui il 96 per cento nei paesi in via di sviluppo.

 

Sviluppo economico esponenziale, industrializzazione selvaggia, urbanizzazione indiscriminata a scapito dell’ambiente. E’ questa la spirale in cui si sta gettando mezz’Asia. Nel frattempo, però, sopra il continente staziona una gigantesca nube di polvere marrone (nella foto) prodotta dalle attività umane che mette in serio pericolo la salute di oltre un miliardo di persone.

 

Servono nuove strategia di sviluppo, ha sottolineato non più tardi di qualche giorno fa il vertice dei ministri dell’ambiente dell’Unione Europea. Strategie che vedano protagonisti i Paesi occidentali. Sia nella diffusione di regole condivise. Sia per fornire nuove tecnologie eco-compatibili ai Paesi in via di sviluppo.

 

E’ della stessa opinione l’Oms, che sottolinea che soluzioni tecnologiche e formule di gestione permetterebbero l’attenuazione della maggior parte dei rischi. Anche se, per ora, in molti paesi emergenti non si riescono a mettere in evidenza i legami tra rischi ambientali e impatto sulla salute.

 

L’Oms raccomanda una cooperazione tra il settore della sanità e gli altri settori (edilizia, agricoltura, industria, trasporti). E chiede anche di cooperare nella lotta contro l’inquinamento transfrontaliero dell’acqua, dell’aria e delle coste e contro i rischi di spostamenti di prodotti chimici e tossici, tra i paesi industrializzati e ”i paesi meno sviluppati che non hanno nessuna legislazione in materia o legislazioni meno rigorose”.

 

Proprio in questi ambiti si stanno muovendo le iniziative del Comitato Ev-K2-Cnr. Con il progetto Karakorum Trust, supportato dai governi italiano e pakistano, il Comitato punta alla tutela e allo sviluppo sostenibile del parco del Karakorum centrale. Attraverso la diffusiuone dell’acqua potabile ai villaggi, la costruzione di ospedali e strade, l’incremento del turismo ecocompatibile e la conservazione architettonica e culturale di quelle zone.

 

Mentre grazie alla ricerca scientifica e al progetto Share Asia, gli scienziati italiani di Ev-K2-Cnr stanno studiando le variazioni del clima e la nube marrone asiatica. I risultati saranno resi noti in un convegno internazionale  dal titolo "Le montagne testimoni dei cambiamenti globali ", il prossimo 17 novembre a Roma,

 

Insomma, ormai è evidente, anche all’opinione pubblica mondiale, che la nuova frontiera dello sviluppo si chiama ambiente.

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