Montagne sconosciute: tre alpiniste russe aprono nuove impegnative vie in Kyrgyzstan
Olga Lukashenko, Anastasia Kozlova e Darya Serupova hanno trascorso tre settimane nelle remote regioni del Gissaro-Alai. Con ottimi risultati
Scalare a vista, in condizioni difficili, con una sola persona ad attenderle al campo base: è quello che hanno fatto Olga Lukashenko, Anastasia Kozlova e Darya Serupova. Le tre alpiniste russe hanno organizzato una spedizione in una zona estremamente remota del Kyrgyzstan, l’Ashat Wall nel Gissaro-Alai, un luogo sconosciuto ai più, anche tra i climber.
Lukashenko era da tempo affascinata dai 5282 metri del Sabakh Peak, la cima più alta dell’Ashat Wall. Ma quando ha scoperto che prima di lei solo alpinisti d’elite si erano spinti fin qui, il suo interesse è cresciuto. “Francamente, non mi interessa della differenza tra gli alpinisti maschi e femmine. Sto solo sottolineando che quest’area è davvero difficile e sfidante per l’arrampicata. La scoperta che nessun’altra donna aveva tentato questa impresa si è solo aggiunta all’eccitazione di imbarcarsi in una scalata così inesplorata e impegnativa” ha spiegato l’alpinista.
Lukashenko ha vinto il premio Steel Angel (la versione russa e femminile del Piolet d’Or), e Kozlova e Serupova erano entrambe finaliste. Per questa spedizione, le alpiniste hanno ricevuto una borsa Grit & Rock, che supporta le donne che si dedicano ad aprire nuove vie e a spedizioni esplorative. “Quando abbiamo fatto domanda, avevamo bisogno di una via di salita definita in via preliminare. Quindi il nostro obiettivo di scalare Argo (4750 m), una cima dell’Ashat Wall, era ben chiaro”, continua Lukashenko.
Logistica e salita avventurose
Ma prima di salire questa cima, devi raggiungerla. “La logistica è stata un’avventura. Abbiamo volato su Osh, una vibrante città piena di persone e mucche, con un mercato che non si ferma mai”. Poi una giornata in auto verso il villaggio di Ozgurush, dove le tre alpiniste hanno caricato 200 chili di materiale sul dorso di asini e cavalli e hanno iniziato il trekking di avvicinamento.
Dopo aver aperto una via sul Western Parus Peak (4.850m) come acclimatamento, le russe hanno scalato Argo, il loro obiettivo principale. Sono salite aprendo una via molto dura (1250 m, ED, 7b, M5, A3), e aggiudicandosi la prima ascesa assoluta di questa montagna. “I primi 500 metri consistono in arrampicata su misto. Abbiamo iniziato in un canale di ghiaccio, che si era completamente sciolto cinque giorni dopo quando siamo scese. Date le alte temperature abbiamo appunto optato per il misto, piazzando le protezioni nella roccia ed evitando il ghiaccio per quando possibile. La seconda parte della via è molto più ripida. L’arrampicata era impegnativa, con difficoltà fino al 7b, anche se le fessure spesso bagnate aggiungevano sfide extra” conclude Lukashenko.