400 sculture lungo il sentiero per il rifugio Mont Fallère, in Valle d’Aosta
Scultore e rifugista. Siro Viérin ha reso unico il percorso che da Vetan porta al “suo” rifugio. Molto di più di un museo a cielo aperto
Non è insolito incontrare camosci o marmotte che si affaccendano a bordo sentiero mentre si sale verso qualche rifugio valdostano. Meno frequente è imbattersi in scimmiette appollaiate in mezzo a un bosco o in centurioni romani che scrutano le vette. C’è un posto, però, in cui tutto questo succede. È il rifugio Mont Fallère. Un ricovero di pietra e legno adagiato sulle pendici del monte omonimo a 2385 metri di quota. Il rifugio di per sé è già bellissimo, tradizionale ma ricercato ma è il percorso per raggiungerlo che lo rende una meta straordinaria.
Oltre quattrocento sculture in legno o cemento accompagnano il visitatore dalla partenza del sentiero a Vetan fino al rifugio. Molti lo definiscono un museo a cielo aperto, in realtà è molto di più. Si tratta di un atto d’amore del proprietario del rifugio e scultore Siro Viérin, che ha omaggiato la sua terra con questo connubio di opere d’arte e natura.
Viérin scolpisce fin da quando era bambino e all’età di dodici anni partecipa alla sua prima Fiera di Sant’Orso come espositore. La scultura è la sua vita e il suo mestiere. Nel 2012 inaugura il suo rifugio nel vallone di Vetan, a strapiombo sulla valle centrale e cinto dai tremila valdostani. Da allora ogni anno iniziano a spuntare animali in legno lungo il cammino, stambecchi, volpi, mucche, cinghiali.
“Ho realizzato praticamente tutti gli animali della Valle d’Aosta” racconta Viérin sul suo sito. “Ho cercato di collocare queste sculture nel modo più naturale possibile. Lo stambecco si erge sulle rocce, la civetta sta nascosta tra i rami, la marmotta sbuca dal prato.”
Oltre alle figure più classiche anche alcune divertenti come un portafoglio “appoggiato” per terra, un bambino che fa una pausa toilette dietro a un sasso o semplicemente una vipera molto realistica che fa sobbalzare di paura ogni visitatore.
“D’inverno scolpisco e poi in estate le posizionano man mano. Ogni anno arricchisco il percorso con nuove sculture. Ora ce ne sono più di 400.” Viérin ci tiene a sottolineare “Le sculture le ho fatte io ma sono proprietà di tutti. Sono un patrimonio comune, che spero che continui ad essere apprezzato e anche mantenuto quando non potrò più farlo io.”
All’interno del rifugio, poi, c’è una bellissima sala espositiva che ogni estate ospita la mostra di un artista valdostano invitato da Viérin. Quest’anno ad accogliere gli escursionisti ci saranno anche le opere dell’artista locale Enrico Massetto.
Non manca ovviamente anche una scultura sulla cima del Mont Fallère, a 3061 metri. Una Madonna in legno, scolpita da Viérin, che dall’alto veglia gli intrepidi che si avventurano sull’impegnativo trekking che conduce in cima.
Un bellissimo modo per ricordarsi che in fondo l’arte non è altro che lo sguardo di un artista sul mondo che lo circonda, in questo caso le meravigliose montagne valdostane.
Come arrivare al rifugio
Si lascia l’auto nei pressi dell’Hotel Notre Maison di Vetan, a quota 1800 metri, dove inizia il sentiero n.13 in direzione Rifugio Mont Fallère. Nella prima parte, non ripida, il percorso passa in prossimità dell’alpeggio di Thoules per poi continuare dolcemente fino all’imbocco del vallone di Loe. Da qui il sentiero inizia a salire lungo il crestone che porta alla strada poderale. Si continua sulla sterrata fino in prossimità del rifugio (1.40 ore).