Turismo

Di fronte al Monte Bianco. Panorami, sentieri e natura delle Aiguilles Rouges

La catena, che sorveglia Chamonix e la sua valle, è tutelata dal 1974 da una magnifica Riserva Naturale. La zona, popolata dall’aquila, dallo stambecco e dal gipeto, offre arrampicate di ogni livello e una vasta scelta di escursioni di fronte a magnifici panorami sul Bianco

“Oltre all’interesse tecnico, queste arrampicate nelle Aiguilles Rouges consentono di fare conoscenza in maniera magnifica con il massiccio del Monte Bianco, che si alza proprio di fronte. Lo si vede vivere grazie al sole che, nel corso della giornata, illumina e anima un pendio dopo l’altro”.

“E’ un gran bel modo per apprendere la geografia del massiccio, per riconoscere le vette (portatevi una mappa!) e di scoprire, oltre all’arrampicata, la sensazione dell’alta quota e la voglia di essere all’unisono con questi luoghi”. Mezzo secolo fa, nel 1973, Gaston Rébuffat, marsigliese trapiantato a Chamonix, ha dedicato al ghiaccio e al granito del massiccio più alto d’Europa il volume illustrato “Le massif du Mont-Blanc. Les 100 plus belles courses”.

Un libro elegante e ricco di splendide foto, che ha avuto un anno dopo un’edizione italiana, sul quale migliaia di alpinisti hanno iniziato a “spuntare” le ascensioni compiute. E che ha consentito a escursionisti e ad appassionati di montagna sedentari di compiere un viaggio tra la vetta del Monte Bianco, le Grandes Jorasses, l’Aiguilles Verte e decine di altre magnifiche vette.

Al numero 100 dell’elenco, Rébuffat ha inserito il Pilone Centrale del Frêney, una via resa mitica nel 1961 dall’epopea di Walter Bonatti e compagni (con quattro vittime tra i sette protagonisti del tentativo), e poi dall’ascensione vittoriosa di Chris Bonington, Don Whillans e compagni.

Ai primi quattro posti del suo elenco, però, l’alpinista e divulgatore francese ha inserito altrettante arrampicate sulle Aiguilles Rouges. Prima i fotogenici Clochers e Clochetons de Planpraz, poi le creste dell’Indez e della Chapelle de la Glière, infine l’Aiguille de la Perséverance, “senza dubbio la vetta più bella della zona”, per la sua cresta Nord-est scoperta nel lontano 1925 da Armand Charlet, un’altra grande guida di Chamonix.

Basta il nome delle Aiguilles Rouges (“Guglie rosse”), a far capire che queste vette dalla quota relativamente modesta – la vetta più alta, l’Aiguille du Belvedère, tocca i 2965 metri – sono formate dallo stesso granito del Monte Bianco. La loro posizione di fronte al massiccio più alto d’Europa le rende degli straordinari belvedere.

Nel 1760 il giovane ginevrino Horace-Bénédict de Saussure sale ai 2525 metri del Brévent, studia il massiccio e i suoi ghiacciai, decide di promettere un premio a chi scoprirà una via per la vetta. L’8 agosto del 1786, quando Michel-Gabriel Paccard e Jacques Balmat compiono la prima ascensione, il barone tedesco Adolf von Gersdorf segue con un cannocchiale e certifica l’impresa dai pendii delle Aiguilles Rouges.

Nei quasi due secoli e mezzo che separano de Saussure, Paccard e Balmat dai nostri giorni, il Brévent e altri luoghi delle Aiguilles Rouges, a iniziare dal meraviglioso Lac Blanc, vengono frequentati dagli escursionisti a piedi e dai villeggianti che salgono a dorso di mulo.

Nel 1955 Marc de Seyssel e i suoi amici del Comité des Sentiers de Grande Randonnée varano il Tour du Mont-Blanc, uno splendido sentiero che compie in 10-12 giorni il periplo del massiccio. Le due tappe che uniscono Le Tour a Les Houches toccando il Lac Blanc, la Flégère e il Brévent sono uno straordinario sentiero-balcone.

Intanto a Chamonix è arrivato lo sci di pista, e sui pendii ai piedi delle Aiguilles Rouges sono nati i primi impianti di risalita. Sulle Alpi francesi, però, la coscienza ambientalista si risveglia prima che sul versante italiano, e dopo gli interventi dello scrittore e disegnatore Samivel e del Club Alpino Francese contro la “telecabina dei ghiacciai” dall’Aiguille du Midi a Punta Helbronner, camminatori, alpinisti e personaggi della cultura si mobilitano per evitare ulteriori scempi alle Aiguilles Rouges.

Nel 1970 Jean Eyerhalde, parroco di Argentière, crea il sentiero-natura e il giardino botanico del Col des Montets, sulla strada che collega la valle di Chamonix con la Svizzera. Un anno dopo Maurice Herzog e Maurice Canat, sindaci di Chamonix e di Vallorcine, istituiscono la prima e piccola (658 ettari) Riserva naturale delle Aiguilles Rouges.

Tre anni dopo, nel 1974, lo Stato francese dà vita alla Riserva naturale odierna, estesa su 3.279 ettari. Negli anni successivi le si affiancano le Riserve di Sixt-Fer à Cheval, di Carlaveyron, di Passy e di Les Contamines-Montjoie. Mentre le prime tre tutelano altri massicci periferici l’ultima, che si estende su ben 5.500 ettari, interessa il cuore selvaggio del massiccio. Sale fino a 3890 metri di quota, e include vette importanti come i Dômes de Miage e il versante francese dell’Aiguille de Trélatête.

Qualcuno pensa che le cinque Riserve francesi siano il primo nucleo di un Parco internazionale del Monte Bianco, ma le cose andranno in modo diverso. L’opposizione delle amministrazioni locali transalpine e italiane, e del Cantone svizzero del Vallese, farà sì che il “tetto d’Europa”, al contrario dell’Everest, del K2, del McKinley/Denali, dell’Aconcagua, del Mount Cook e di decine di altre grandi montagne non venga mai tutelato. Ma questa, ovviamente, è un’altra storia.

Intanto, anche per gli escursionisti italiani, i laghi, gli spigoli rocciosi, i boschi di larici e abeti, le vette e le pietraie d’alta quota delle Aiguilles Rouges offrono uno splendido terreno di gioco. Oltre ai panorami e alle fioriture, si possono osservare aquile, stambecchi, camosci e l’elegante volo planato del gipeto, il grande avvoltoio alpino reintrodotto sull’intero arco alpino.

Il Lac Blanc, 2352 metri, può essere raggiunto comodamente dall’arrivo della seggiovia dell’Index, o con una salita più ripida e assolata (ma non lunga) dall’arrivo della cabinovia della Flégère. Un percorso a piedi più lungo, che richiede dalle 4 alle 5 ore in tutto, sale al Lac Blanc da Montroc e Tré-le-Champ, utilizzando il sentiero del Tour du Mont-Blanc. I passaggi attrezzati dell’Aiguillette d’Argentière sono semplici, la discesa alla Flégère è rapida.

Il Brévent 2525 metri, oltre che con la funivia, può essere raggiunto da Chamonix con una lunga e faticosa sgambata. Chi preferisce salire con l’impianto può scendere a piedi verso Planpraz ammirando i pinnacoli granitici dei Clochers, o seguire il comodo e ampio sentiero che porta in meno di un’ora ai 2136 metri del rifugio di Bellachat.

Si può tornare per la stessa via, scendere al bel Lago del Brévent, oppure proseguire sul TMB, che si tuffa in direzione del parco zoologico di Merlet e dei 1000 metri di quota di Les Houches, percorrendo all’inizio altri ripidi ma facili passaggi attrezzati con cavi metallici e gradini. Per tutti gli itinerari in traversata, i bus di linea e la ferrovia che unisce Les Houches con Chamonix e Martigny consentono di tornare comodamente alla base.

Di grande fascino, anche se all’esterno della Riserva delle Aiguilles Rouges, è il comodo sentiero che risale le Gorges (Gole) della Diosaz, sul versante nord-occidentale del massiccio. Il posteggio all’inizio del sentiero (a pagamento, ma ne vale la pena) si raggiunge da Servoz. Per saperne di più sulla Riserva delle Aiguilles Rouges si può sostare nel piccolo Centro visitatori del Col des Montets o nell’Observatoire des Alpes del castello dei Rubins, che sorveglia Sallanches, qualche chilometro a valle di Chamonix.

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