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Land art: il nuovo Parco Sculture di Claut, in Friuli

Il paese nel Parco delle Dolomiti Friulane, è noto per le sue vette e le impronte di dinosauro scoperte nel 1994. Il nuovo Parco Sculture consente di camminare tra opere d’arte realizzate con materiali degradabili

Tra l’erba e la boscaglia spuntano le corna di un cervo, farfalle Galatea fuori misura si librano leggere sopra il prato, presso il torrentello si nota un gigantesco merlo acquaiolo, mentre dal torrente salta fuori una multicolore trota fario.

Sono alcune delle sculture realizzate nel nuovo Parco Sculture di Claut in Valcellina dove il Comune, in collaborazione con l’Associazione Lago, ha affidato a dieci artisti l’incarico di scegliere ciascuno un animale selvatico presente in zona da rappresentare. Completano il percorso una famiglia di orsi, un cervo volante di dimensioni imponenti, un lupo, un’aquila, un gallo cedrone e uno stambecco. 

A parte l’ultimo, che è l’unica opera dipinta con tecnica tradizionale sul muro di un edificio scolastico, tutti gli animali sono realizzati con materiali presenti in natura e degradabili. Sono dunque destinati a scomparire, o a mimetizzarsi totalmente, nel giro di qualche anno (quattro o cinque dicono i curatori) a seguito dell’opera degli agenti atmosferici.

In Friuli-Venezia Giulia interventi di scultura simili, con materiali rispettosi dell’ambiente, si possono trovare anche nella vicina Cimolais, dove qualche anno fa è nato il sito CimolArt.

Oppure a Forni Avoltri, dove sono stati realizzati da parte dell’amministrazione dei percorsi con opere realizzate esclusivamente in legno o, ancora, nel Canal del Ferro. Tutte opere che, in parte o a pieno titolo, possono rientrare nella definizione di Land Art, considerato il rapporto con l’ambiente.

A Claut siamo di fronte a opere di grandezza compresa tra i quaranta centimetri e i due metri – oltre al dipinto murale che occupa una superficie di quattro metri quadrati.

Sono realizzati in metallo il cervo, gli orsetti, il cervo volante, il gallo cedrone. Gli altri sono in ceramica e smalti (le farfalle), in feltro (il merlo acquaiolo), in paglia (l’aquila), in fibra di legno e vetroresina (il lupo). Gli artisti, residenti nella pedemontana pordenonese, sono Julia Artico, Emanuele Bertossi, Paolo Dal Mul, Davide Ivan, Barbara Girardi, Amélie Guyonnet, Giulio Masieri, Daniela Moretti, Sebastiano Pallavisini e Carlo Vidoni.

Le sculture si possono scoprire aguzzando la vista – il gallo cedrone è riprodotto all’interno di un tubo metallico – con una passeggiata attorno al paese. Si tratta di un anello di tre chilometri con un dislivello di soli duecento metri. Un percorso adatto a tutti, circondato dalla vegetazione e con gli scorci suggestivi che la Valcellina offre.

Il Comune ha fatto realizzare anche una App interattiva, che si chiama “Clapp” (che fonde i termini Clap “sasso”, in friulano e “app”) e propone un gioco attraverso alcune domande sugli animali rappresentati. 

Il punteggio finale permette di ottenere in dono un portachiavi ecologico che riprende la forma dell’impronta di dinosauro ritrovata nel 1994 in Valcellina. Il Comune intende infatti utilizzare come richiamo turistico il sito dove sono state scoperte le orme di dinosauro. Parliamo di Casera Casavento, una piccola malga monticata, gestita e con ristorazione. L’impronta sottolineerà l’immagine della Valcellina come “la valle dei dinosauri”. 

Il 14 luglio sono stati inaugurati, sempre nelle foreste attorno a Claut, anche due nuovi sentieri turistici, recentemente riattati, il Truoi de Thep (“truoi” significa “sentiero” in clautano) e il Truoi Piolsa. 

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