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Alto Adige, torna a volare la libellula fulva

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TRENTO — Da mezzo secolo non si vedeva più. La libellula fulva sembrava scomparsa dall’ambiente altoatesino. Ma ora ha rifatto il suo ingresso tra le bellezze naturali dell’Alto Adige. L’ha scoperta il team di "Libella", un gruppo di studio istituito al Museo provinciale di Scienze naturali.

La Libellula fulva, il cui nome è dato dal colore tipico delle sue ali, è tornata. I biologi Franziska Werth e Guenther Augustin hanno infatti constatato la ricomparsa di questa varietà di insetto, che si era persa di vista per ben 50 anni.
 
Vola da maggio a luglio e privilegia le acque tiepide di ottima salute, e i canneti. La presenza della libellula fulva è stata registrata per la prima volta presso il Lago piccolo di Monticolo. E un secondo ritrovamento è avvenuto nella Fossa grande di Caldaro, le cui acque sono tornate ad essere di buona qualità grazie all’attivazione degli impianti di depurazione di Termeno e Magrè. E agli interventi di manutenzione curati dal Consorzio di bonifica.
 
Il Museo di scienze naturali dell’Alto Adige sostiene il lavoro dei biologi nella rilevazione di dati scientifici per quanto riguarda il mondo della flora e della fauna in Alto Adige. Questi studi vengono inseriti nella banca dati altoatesina.
 
Greta Consoli

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