Meridiani Montagne

Alla conquista dei giganti del Parco

Sul numero 128 di Meridiani Montagne, dedicato Parco Nazionale Lazio, Abruzzo e Molise, l’articolo di Stefano Ardito presenta le più belle cime sopra quota 2000 metri dell’area protetta. E i sentieri per raggiungerle

Quale sentiero scegliere in una zona tanto ricca di opportunità come quella compresa nei confini del Parco Nazionale Lazio Abruzzo Molise? Una buona idea potrebbe essere quella di salire le vette più alte, quelle che superano i 2000 metri di quota ma senza presentare autentiche difficoltà alpinistiche. Sono proprio loro le protagoniste dell’ampio articolo pubblicato da Meridiani montagne. Che non si limita alla mera descrizione degli itinerari, ma accompagna alla scoperta di storie, atmosfere e panorami che si riveleranno indimenticabili.

Ecco qualche breve passaggio dell’articolo di Stefano Ardito dal titolo I giganti del Parco

Lo “svincolo” della Terratta

Montagna Grande. Così, senza bisogno di spiegare, gli abitanti di Pescasseroli e Scanno chiamano da secoli la catena che separa (ma in realtà unisce, grazie ai pascoli e ai boschi) i due borghi. Nessun nome potrebbe essere più adatto. 

Camminare sulle creste che collegano i 2208 metri della Terratta con il Monte Argatone verso nord, o con la Navetta e la Serra del Campitello verso sud, dà la sensazione di navigare in un oceano, scavalcando un’onda di erba e pietre dopo l’altra. Dalla cima, in fondo a uno stretto vallone, si vede il Lago di Scanno.    

Chi sale alla Terratta dalle chiese cinquecentesche e dalle antiche case in pietra di Scanno affronta una rude salita tra i faggi del Vallone del Carapale, costeggia gli spuntoni delle Ciminiere, poi esce in cresta e prosegue con moderata pendenza fino in cima… 

Alba e tramonto sul Monte Marsicano

“Il Monte Marsicano non si tocca!”. Questo, negli anni Settanta, era lo slogan delle manifestazioni ambientaliste promosse dal neonato Wwf e dal Cai. Il carosello di impianti di risalita in progetto avrebbe sfigurato questo imponente massiccio, che fa da sfondo al lago artificiale di Barrea e raggiunge i 2245 metri di quota. 

Non è andata così, lo sappiamo. Gli impianti sono stati fermati, il Marsicano è stato inserito nel Parco, e oggi i boschi della Valle di Corte, invece dei piloni degli skilift, ospitano orsi, cervi e i passi silenziosi degli escursionisti. 

L’itinerario più lungo per salire alla cima inizia dai boschi della Canala, lascia a sinistra il rifugio di Prato Rosso (chiuso da qualche anno, purtroppo), continua a piena immersione nel bosco, poi s’inerpica su un panoramico crinale. Scavalcata un’anticima si continua fino al punto più alto, dove una bandiera di ferro riproduce il gonfalone di Scanno….

Una grande Meta… di natura

Una delle vette più amate dell’intera dorsale appenninica si alza al confine meridionale del Parco, e cambia aspetto a seconda del versante da cui la si osserva 

Le rocce lavorate dal carsismo, le abbondanti fioriture, i camosci che pascolano sui pendii più ripidi indicano che la Meta, per usare un gioco di parole, è una grande meta di natura. Ai suoi piedi il Passo dei Monaci è stato utilizzato dai Sanniti, dai Romani e poi dai religiosi che si spostavano tra San Vincenzo a Volturno e Montecassino. Sul versante abruzzese sono le rovine di un Blockhaus, un fortino ottocentesco costruito per la lotta al brigantaggio. Anche il panorama che si ammira dai macigni calcarei della vetta stupisce…

 

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