Ambiente

Sulle Dolomiti un quarto delle orchidee presenti in Italia

La Scarpetta di Venere e le Nigritelle sono comuni e facilmente riconoscibili. Altre sono quasi invisibili o difficili da riconoscere anche per gli esperti. Le foto delle 10 specie più belle

Quando si pensa alle orchidee la prima cosa che viene in mente sono quegli splendidi fiori da interni, tra i più coltivati al mondo, molto apprezzati anche come regalo, che hanno spesso trovato posto persino nella letteratura. Poi magari vengono in mente anche le orchidee che spontaneamente crescono nelle aree tropicali prevalentemente su altre piante. Ma, se escludiamo deserti e ghiacciai, le orchidee si adattano a ogni genere di habitat su tutta la Terra e sono estremamente diffuse, tant’è che la loro famiglia annovera circa 25 mila specie. Certo, allontanandosi dai tropici verso latitudini temperate il loro numero si abbassa considerevolmente, e anche le loro dimensioni si riducono. In Italia sono presenti circa 120 specie (anche se la cifra può variare in base ai criteri di classificazione) di orchidee appartenenti a una trentina di generi. 

L’area dolomitica, dove vivono più di 30 specie, può considerarsi particolarmente favorita, visto che nei suoi boschi, nei suoi prati, e persino sulle creste ventose e nei prati sassosi d’alta quota, cresce un quarto di questo particolare patrimonio floristico nazionale. 

Alcune specie sono piuttosto conosciute, come le nigritelle o la più grande ed “esotica” “pianella della Madonna” (o più laicamente” scarpetta di Venere”), ma nella maggior parte dei casi il nome italiano, pur esistente, non è in uso, per cui tanto vale attenersi alla denominazione scientifica. 

Alcune sono specie comuni e ampiamente diffuse, altre sono invece molto rare. E’ il caso per esempio, della Malaxis monophyllos i cui fiori sono così piccoli che si possono osservare solo con l’ausilio di una lente. E che forse è la più piccola orchidea al mondo. È così rara che anche gli esperti faticano a rinvenirla.

Molte specie sono di immediato riconoscimento ma per alcune è normale che resti qualche incertezza (non solo per il profano, anche per gli esperti). Oltretutto esistono, per ragioni legate alla storia della botanica, molti sinonimi, che creano qualche ambiguità. 

Qui vogliano proporvi 10 orchidee “dolomitiche” (di cui riportiamo le foto nella gallery) sia comuni che molto rare. Imbattersi in qualcuna di loro durante un’escursione, sapendola riconoscere, arricchisce certamente la giornata. È quasi superfluo sottolineare che sono specie assolutamente protette. 

Cypripedium calceolus. Inconfondibile. È l’orchidea spontanea più grande d’Europa, ed ha la forma di scarpetta da cui i nomi volgari di cui abbiamo detto. Curioso notare che gli insetti, attirati dal fiore, finiscono per scivolarvi dentro non riuscendo più a uscirne se non attraverso due stretti passaggi ai lati degli organi di riproduzione imbrattandosi del polline attaccaticcio e provvedendo così all’impollinazione.

Platanthera bifolia. Ha fiori bianchi e profumati con un sottile e lungo sperone (una sacca contenente il nettare). Pare possa essere raggiunto solo dalla lunga proboscide di certe farfalle notturne. Il profumo dei fiori infatti aumenta alla sera.

Nigritella nigra. I suoi fiori hanno un intenso profumo di cioccolato e possono presentare diverse varietà cromatiche, da colori rosso nerastri a più chiari e anche con colorazioni miste. Cresce nei prati magri e nei pascoli alpini.

Nigritella rubra. Meno comune della “cugina” nigra. Con fiori rosei o carnicini. Cresce su calcare nei pascoli alpini da 1500 a 2500 metri.

Coeloglossum viride. È una specie poco appariscente ma che insieme a Chamorchis alpina detiene il record di altitudine: fino a 2700 metri. 

Gymnadenia conopsea. È l’orchidea più diffusa delle Dolomiti, che si incontra in quasi tutti i luoghi erbosi anche a centinaia di esemplari in qualche località. Il suo aspetto è molto variabile. 

Ophrys insectifera. Chiamata volgarmente “fior mosca”. La curiosità di questo fiore molto raro è la sua straordinaria somiglianza con una mosca. Al punto tale che i maschi delle mosche vengono richiamati da ormoni del fiore del tutto simili agli ormoni delle femmine: tentano invano di accoppiarsi ma intanto contribuiscono all’impollinazione. 

Dactylorhiza fuchsii. Tra le specie più comuni ma di difficile classificazione per la grande varietà di forme. Foglie con macchie scure sulla faccia superiore. Fiori di colore generalmente roseo ma con venature più cariche. 

Epipactis atrorubens. È una della specie più diffuse. I fiori profumano di vaniglia (a tal proposito anche la vaniglia è un’orchidea originaria del Messico). 

Traunsteinera globosa. Si caratterizza per l’infiorescenza quasi sferica. Diffusa, oltre che nelle Dolomiti, anche sul resto delle Alpi e sulla dorsale appenninica.

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