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Yoga-trekking: connettersi, camminando, con l’energia della montagna

A tu per tu con Marzia Mosca, guida ambientale escursionistica e insegnante di yoga, che illustra i benefici di un’attività sempre più apprezzata. I luoghi dove praticarla nella “sua” Val d’Ayas, ai piedi del Monte Rosa

Trekking e yoga: due discipline diverse ma che in realtà si intersecano perfettamente creando un connubio sorprendente. Due attività che possono unirsi regalando, a chi le pratica, un grande benessere psico-fisico.
Negli ultimi anni lo yoga è divenuta una pratica sempre più diffusa così come il trekking. Entrambi per lo stesso motivo: allontanare lo stress quotidiano cui tutti siamo sottoposti, il bisogno di contatto con la natura, di pace, silenzio e relax. Ma quali sono i punti di contatto tra le due discipline?

Lo abbiamo chiesto a Marzia Mosca (marziafly7@gmail.com), esperta guida escursionistica naturalistica VdA ed insegnante di lungo corso di yoga, in Valle d’Aosta.

Qual è la connessione tra trekking e yoga?
La connessione principale è senza dubbio l’Energia: troppo spesso si pensa allo yoga come una pratica da fare al chiuso, in palestra o in un centro olistico, mentre il suo punto di forza è il contatto con la terra, con la natura che sprigiona un’energia potentissima attivando tutti i nostri sensi. Esattamente come il trekking: camminare in mezzo alla natura infonde maggiore forza, consapevolezza e crea un contatto con gli elementi naturali altrimenti irraggiungibili. La montagna è, senz’altro, il luogo d’eccellenza in cui assimilare una speciale energia.

Come si svolge un percorso di Yoga-Trekking?
Va premesso che prima di partire si sceglie un percorso che sia tecnicamente adatto alle proprie capacità. Non si fanno mai itinerari troppo complessi perché lo scopo è quello di immergersi nella natura, entrare in contatto con lei e mantenere un equilibro. Ciò che va sempre verificato non è pertanto la lunghezza del percorso quanto il suo dislivello perché a volte la difficoltà sta proprio in questo. Trovato il percorso adatto, si inizia a camminare facendo delle soste più o meno lunghe in punti particolarmente energetici o estremamente panoramici che aiutano la mente a trovare maggiore concentrazione. Si possono fare pratiche di respirazione, un semplice saluto al sole o eseguire degli asana, prevedendo più soste la cui durata può essere breve o lunga a seconda della connessione che i partecipanti riescono a trovare. La cosa fondamentale è camminare con consapevolezza mantenendo il respiro regolare e sempre in collegamento con il movimento.

Quali sono i punti di contatto tra lo yoga e il trekking?
Entrambe le discipline richiedono concentrazione, equilibrio e attenzione al respiro: quando si cammina in montagna è necessario mantenere alta la concentrazione, avere un buon equilibrio e respirare profondamente e regolarmente per ottenere una buona resistenza fisica. Nello yoga concentrazione, equilibrio e respirazione sono basilari per entrare in profondo contatto con l’energia. Inoltre, sono pratiche complementari: lo yoga aumenta la flessibilità, l’agilità e la forza fisica, caratteristiche necessarie per affrontare al meglio una camminata.

Come sceglie i luoghi in cui fermarsi?
Si tratta di luoghi in cui si sente un’energia particolare, punti “speciali”, intensi sia paesaggisticamente che energeticamente. Certamente ce ne sono di più “forti” di altri come quando ti trovi tra le morene e la potenza energetica è incredibile, se poi si abbina alla componente paesaggistica il connubio diventa esplosivo. Detto ciò, non va però dimenticato che quando si pratica lo yoga durante il trekking ciò che non può mancare è l’aspetto energetico anche a discapito di quello paesaggistico.

Quali percorsi ci consiglia nella “sua” Val d’Ayas?
Il primo percorso che consiglio è quello del Ru Courtaud, una bellissima camminata lungo un antico canale, una dozzina di chilometri adatti a tutti, con un dislivello di massimo 150 metri, immersi nella natura e accompagnati dal lento scorrere dell’acqua. Si parte da Antagnod e si arriva Saint Jaques dove si può prendere la navetta e tornare indietro. Durante il percorso si fanno più soste per praticare vari aspetti dello yoga, entrando sempre più in contatto con la natura e l’energia che sprigiona.

Un altro itinerario che sono solita fare è quello del Vallone di Cuneaz, dove è anche possibile salire e scendere con la funivia Champoluc/Crest per poi camminare lungo un sentiero per un dislivello di circa 300 metri. È un’esperienza tranquilla, che si può fare in una mezza giornata fermandosi poi a pranzo in un antico villaggio Walser. Se lo si vuole fare più impegnativo si può arrivare fino al Vallone di Mascognaz, partendo anche a piedi da Champoluc, con un dislivello tra i 450 e i 700 metri a seconda di quanto si vuole proseguire sul percorso. Se si arriva alla fine del Vallone ci si trova in un pianoro che è, senza dubbio, un posto speciale in cui praticare lo yoga, accompagnati dai fischi delle marmotte.

Uno degli itinerari più classici e conosciuti della Val d’Ayas per il trekking a cui abbino perfettamente lo yoga è quello del Lago Blu. Si tratta di una camminata che ha un dislivello massimo di 700 metri che avvicina ai ghiacciai del Monte Rosa con passaggi stupendi tra le morene. Certamente è un percorso molto frequentato ma che ha zone tranquille e fortemente energetiche in cui fermarsi per sessioni di Yoga.

Quella nel Vallone delle Cime Bianche è una passeggiata tra le più modulabili perché si può scegliere di fare l’anello basso con un dislivello che non supera i 400 metri oppure salire, in una camminata decisamente più impegnativa, con un dislivello di 1100 metri. Quest’ultima non è adatta a tutti perché si tratta di un dislivello e lunghezza importanti ma regala punti estremamente intensi.

Cosa differenzia un percorso dall’altro nella pratica dello yoga?
Ogni percorso ha uno speciale livello di energia e punti diversi in cui fermarsi per praticare lo yoga, che dipendono molto da cosa si sta cercando e anche dalla bellezza paesaggistica differente. Si può seguire la sensazione e il messaggio del momento e del posto ma, ovviamente, anche la preparazione fisica ed il livello di stanchezza. Se lo yoga non richiede particolari competenze o prestanza e quasi tutti vi si possono approcciare, per il trekking il discorso è diverso: non tutti i percorsi sono adatti a chiunque e questo è un aspetto da non trascurare per evitare di essere troppo stanchi e non riuscire ad ottenere il massimo dei benefici di queste pratiche.

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