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Jasemba ancora inviolata

19-05-2005 – A causa delle avverse condizionei meteo, la spedizione ai 7.350 mt della vetta del Jasemba, ha alzato bandiera bianca e nei prossimi giorni sarà in Italia. Epilogo amaro per Karl Unterkircher, Hans Kammerlander e Alois Brugger. Partiti il 18 aprile da Monaco, gli alpinisti altoatesini stanno in queste ore facendo ritorno a casa dopo aver dovuto rinunciare, a soli 400 metri dalla vetta, all’obiettivo della spedizione.

A causa del maltempo che ha colpito tutta l’Himalaya, in questi giorni il pericolo di valanghe infatti è altissimo."In quota da giorni soffia un vento fortissimo che ha causato pericolosi accumuli di neve, come quello che ha provocato la valanga sull’Annapurna", ha riferito Sigi Pircher, il manager di Hans Kammerlander.

Dopo aver posizionato il campo base il giorno 3 maggio ed il primo campo 3 giorni dopo, la spedizione ha dato l’assalto alla vetta nei giorni scorsi, ritenendo però opportuno tornare indietro anche se il traguardo era abbastanza vicino, dimostrando una grande capacità di valutazione della montagna e dei suoi eventi.

Mentre Kammerlander e Unterkircher stavano tornando al campo base dello Jasemba, sull’Annapurna si stava consumando la tragedia che è costata la vita a Kuntner. "Hans", ha detto ancora Pircher, "è rimasto profondamente sconvolto. Ha raccontato che in questi giorni il pericolo valanga è altissimo a causa della tempesta che ha interessato tutto l’Himalaya".

Lo Jasemba è una montagna maestosa nel massiccio dell’ottomila Cho Oyu con una difficile parete di ghiaccio e roccia di 2.500 metri. Nelle scorse settimane gli altoatesini avevano fissato 1.400 metri di corde nei punti più insidiosi. "Sabato", ha raccontato Pircher, "erano partiti dal campo a 5.200 metri di quota sperando che il vento si calmasse. Avevano anche portato con loro una tenda, visto che quella già montata a 6.300 metri era stata spazzata via dal vento. A circa 400 metri dalla vetta hanno però rinunciato perché l’impresa era diventata troppo pericolosa".

Una volta ancora il Jasemba, che in lingua locale significa “fortuna

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