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A tu per tu con Mauro Savin, l’uomo che fa suonare i pascoli

I campanacci al collo delle mucche non emettono sempre lo stesso suono, anzi. L’artista valdostano spiega come dona loro tonalità sempre diverse. Anche assecondando il carattere dell’animale

“Le campane sono magiche!” Lo dice con convinzione Mauro Savin, che a loro ha dedicato la vita. Ma non a delle campane qualsiasi, bensì ai pesanti campanacci che portano al collo le mucche e che grazie alla sua perizia diventano autentici strumenti musicali.  

Savin è un fabbro (anzi, maestro artigiano di arte fabbrile) e un musicista affermato capace di vincere per ben tre volte i campionati del mondo di filarmonica diatonica. Le sue due passioni si fondono in una forma d’arte inusuale ma sorprendente: la creazione di campane musicali per le vacche. Sono centinaia quelle appese alle pareti di Sabofer, il suo atelier-laboratorio di Challand-Saint-Victor, in moltissimi casi già accompagnate dagli indispensabili collari in cuoio anch’essi decorati manualmente da Savin. E’ proprio lui, depositario di un’arte che quasi inconsapevolmente ammiriamo e ascoltiamo nel corso delle escursioni, che ci introduce in questo  particolarissimo mondo.

Innanzitutto, perché le mucche portano delle campane al collo?

La campana è il linguaggio tra animale a pastore. Grazie a loro l’allevatore è sempre informato sulle sue bestie al pascolo, riesce a capire dove sono, se stanno bene o se hanno paura di un pericolo. Le campane, poi, producono vibrazioni che si scaricano a terra e quindi sono utili anche per allontanare i serpenti. 

La campana nasce con l’uomo, è un oggetto presente in tutto il mondo, in tutti i paesi, in tutte le culture. Già gli shamani nell’antichità usavano dei sonagli per scacciare gli spiriti maligni e agghindare un animale con una campana era un dono propiziatorio per lo stesso. 

Cosa hanno di diverso le sue campane? 

Ognuna produce un suono differente, sempre intonato. Il mio impegno è proprio quello di lavorare la campana fino a farle acquisire esattamente il suono che voglio. Grazie a delle lavorazioni molto precise, le campane vengono musicalmente intonate, calibrate al centesimo. 

E’ il pastore a scegliere la tonalità?

Esatto. Molti allevatori si costruiscono addirittura degli accordi musicali unendo le campane di tutta la stalla! Arrivano da me e mi chiedono una tonalità esatta, il SI, il LA… si costruiscono la loro armonia! Certo non tutti, ma solo gli allevatori che hanno sensibilità, un buon orecchio e un buon cuore. Anche perché, se il pastore conosce bene la sua mucca sceglierà un suono che vada bene anche per lei. Se a una mucca piace il suono della sua campana, salta tutto il tempo per farla suonare in continuazione. Se non le piace, cammina rigida in modo da non muoverla. 

La mucca si riconosce nel suono della sua campana? 

Sì, rispecchia la sua personalità e la definisce anche all’interno del gruppo. La gerarchia della stalla si forma anche in base ai suoni delle campane. Se, ad un certo punto, il pastore mette una campana nuova al collo di una mucca, bisogna ristabilire le gerarchie da capo e ristabilire il carattere dell’animale. 

Le tonalità preferite?

Lavoro tanto dalla terza ottava alla quarta, dal terzo do al quarto do per intenderci. Con martellate precise riesco addirittura a ricostruire ogni sedicesimo di tono. Posso anche realizzare campane con timbri diversi, ad esempio con il timbro del clarinetto o del saxofono. La campana ha una cassa armonica straordinaria che permette di sentire tutti gli armonici di ogni nota…pura magia!

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