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Albano Marcarini: l’urbanista che illustra i sentieri con gli acquarelli

“Sono un narratore, non un artista. Fermarsi per ritrarre un luogo aiuta a entrarci davvero”, spiega l’autore di decine di guide e mappe illustrate con originale eleganza

È urbanista, cartografo, viaggiatore a piedi e in bicicletta. Ha fondato la Confederazione per la Mobilità Dolce (Co.Mo.Do.). Ha scritto centinaia di itinerari e decine di libri e guide di viaggio, così tanti da aver perso il conto. Ed è tra i pochi autori in Italia a illustrare ogni suo lavoro con piacevoli acquarelli, che regalano un valore aggiunto al testo. Le montagne sono spesso fra i suoi soggetti, ritratte con perizia e un pizzico di magia. Si chiama Albano Marcarini ed è un personaggio dal talento decisamente poliedrico.

Albano Marcarini
Albano Marcarini

La sua passione per le carte geografiche risale agli anni di scuola. «Sono state fra i primi oggetti che mi hanno affascinato da ragazzino», racconta. «Amavo disegnare carte immaginarie. Era diventato un problema a scuola: mentre i miei compagni disegnavano un luogo guardandolo di fronte, io vedevo tutto dall’alto: i tetti delle case, gli alberi… E la maestra non capiva». Le carte geografiche lo conducono alla fine delle superiori a iscriversi alla facoltà di Urbanistica a Venezia, per studiare la città, il territorio, il paesaggio.

«Ho iniziato a descrivere i luoghi con le parole, le carte topografiche e i disegni, e questo approccio si è tradotto in guide e libri, dove l’acquarello è sempre presente». Il disegno non è l’unico strumento: in alcuni casi, ci sono anche le fotografie. «L’acquarello rappresenta un’ottima via di fuga dall’invadenza dell’immagine fotografica, ormai inflazionata». Sono molti anni che Albano Marcarini usa pennello e colori, ma sente di non aver ancora espresso tutto ciò che vorrebbe.

«È complicato realizzare dei begli acquarelli», spiega. «Sono una forma espressiva molto soggettiva, e comunque il risultato dipende dal momento, dallo stile e dall’abilità dell’artista. L’acquarello rilassa lo spirito: si lavora nella quiete, con lentezza. Non è adatto agli impazienti».

Quando dipinge, durante il viaggio o in studio?

«Se il tempo lo consente, preferisco lavorare all’aria aperta, in loco. Ma se le condizioni atmosferiche non lo permettono, dipingo a casa, usando le foto che ho scattato». Certo che realizzare gli acquarelli durante il viaggio implica una disponibilità di tempo non indifferente da dedicare al viaggio. «È tempo speso bene», commenta. «Fermarsi per ritrarre un luogo aiuta a entrarci maggiormente. È diverso guardare qualcosa per un minuto o per un’ora. Abbiamo dimenticato la virtù della contemplazione, vogliamo restare sempre in movimento per raggiungere la meta, che è invece il viaggio stesso. Una sosta per contemplare non è mai una perdita di tempo, si guadagna in termini di conoscenza».

E se il soggetto sono le montagne?

«L’acquarello è lo sguardo dell’autore attraverso il tocco del pennello. Sotto il profilo tecnico, le montagne non sono di facile rappresentazione per la forma, la struttura, i colori, la trasparenza e le velature dell’atmosfera. Colorando i monti a volte si incontrano difficoltà insormontabili. Bisogna essere pronti a fare e rifare, per arrivare a un risultato soddisfacente».

Marcarini è anche collezionista di carte antiche: possiede circa 10 mila esemplari di carte topografiche italiane, europee e di tutto il mondo che utilizza per i suoi libri. «Nell’Atlante dei monti arcani edito da Hoepli, per esempio, racconto 88 montagne, non dal punto di vista dell’alpinista che resta più in superficie, ma entrando dentro, per scoprirne le storie. Per ciascuna c’è la mappa e l’acquarello. Per realizzarli, ho usato molto il mio archivio».

Albano è un cacciatore di mappe: da sempre batte i mercatini in tutta Europa per scovarle, come un cacciatore di tesori. «Una volta a Parigi il giorno prima di rientrare trovo in un mercatino una cassa con 2000 carte topografiche. Non potevo rinunciare ad averle, ma come portarle a casa? Ho dovuto acquistare due carrelli per trasportarle, oltre al mio bagaglio, sul treno. L’amore per le mappe è una malattia, da cui è difficile guarire!».

Le mappe nei libri di Albano sono tutte realizzate da lui, per contenere i dettagli di ogni itinerario che desidera evidenziare, dalla fontanella ai monumenti lungo il percorso. «Ho lavorato a lungo in studi di architettura e urbanistica, perfezionando la tecnica. L’acquarello è arrivato dopo le mappe. Progettare una guida con tutti questi elementi è un lavoro piuttosto lungo, ma funzionale. Come autore riesco da solo a gestire tutto: testo, immagini, cartografie».

Fra gli ultimi lavori pubblicati, Il balcone dei tre laghi (Ediciclo) racconta dei belvedere dei laghi Maggiore, Lario e Ceresio. «All’inizio del Novecento c’era una rete di funicolari, funivie, ferrovie a cremagliera che consentivano a tutti di salire». Oggi, purtroppo, molte sono state smantellate, ma restano i luoghi iconici che consentivano di raggiungere. È un tema che sta a cuore a Marcarini: in seno a Co.Mo.Do. si è infatti occupato di ferrovie dismesse, che possono diventare greenway e piste ciclabili.

Una domanda di rito: si sente più scrittore o artista?

«Sono sempre un narratore, non mi atteggio ad artista. Gli acquarelli servono per completare la narrazione».

Con un pizzico di invidia, forse, ci immaginiamo Albano Marcarini con lo zaino, i pennelli e i colori sempre in viaggio, a caccia di nuovi itinerari e idee per le sue guide. «Non è proprio così. Trascorro molto tempo fuori, ma anche a tavolino a scrivere e a disegnare. Cinquanta per cento in viaggio, il restante dedicato alla produzione, che richiede tempo».

I lavori di Marcarini si possono trovare qui: https://sentieridautore.it, https://www.guidedautore.it

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