Arrampicata

Grandi salite a bassa quota sul Paretone di Arnad

Posta all’ingresso della Valle d’Aosta, è la storica falesia sulla quale si può arrampicare tutto l’anno. Uno dei suoi scopritori suggerisce le tre vie da non perdere

La Valle d’Aosta non è ricchissima di vie lunghe a basse quote e la Corma di Machaby è una vera e propria eccezione. Poco distante dal paese di Arnad, si tratta di un’enorme bastionata, chiamata infatti “il Paretone”, dalla roccia eccellente, liscia e compatta che offre innumerevoli vie, ben visibile anche dall’autostrada subito dopo avere superato il Forte di Bard.

I primi a salirlo furono Marco Giordano e Danilo Chatrian nella seconda metà degli anni 70”, racconta Guido Azzalea, uno dei pionieri del Paretone. “Salirono una via che chiamarono Sara. Ora è del tutto cancellata, ma certo, loro usarono 3 o 4 chiodi su tutta la via non di più. Sempre loro aprirono un la via chiamata Pulciotti con… un solo chiodo.” Pulciotti, che invece esiste ancora è una via di 150 metri con 6° obbligatorio. Ma ora con qualche spit in più dell’originale.

Poi arrivammo noi nel 77 con La diretta al banano che originariamente avevamo chiamato Giù le mani dal banano. Allora davamo nomi delle vie un po’ a caso”, continua Azzalea, “in base a cosa ci veniva in mente in quel momento. Oppure per fare l’eco ad altre vie. Erbetta per bianchina, per esempio, l’abbiamo battezzata così perché ehm alla base avevamo piantato delle piante “aromatiche indiane” e volevamo fare l’eco al tiro Fiorellini per Heidi a Sondrio”.

Guido Azzalea, insieme a Fausto Lorenzi, Roberto Francesconi e tanti altri ha aperto tante classiche linee del Paretone di Arnad tra gli anni 77 all’80. Ed è proprio lui che ne consiglia tre assolutamente da affrontare a chi ancora non ha messo le mani sulla roccia di questa splendida parete.

Diretta al banano

“Ci sono dieci cordate al giorno che ripetono questa via, direi che basta come motivazione! Qui la roccia è davvero molto bella e nonostante i frequenti passaggi è ancora stranamente liscia. Non ci sono segni di unto, forse qualcosina sul primo tiro ma poi dopo sembra quasi che non ci sia passato nessuno! E’ incredibile, non me lo spiego. Certo che quando l’abbiamo aperta noi abbiamo usato 10 chiodi in tutta la via, ora ci saranno una sessantina di spit”.

In ogni caso non una chiodatura plaisir dato che sul Paretone bisogna avere l’obbligatorio solito per godersele appieno. La Diretta al banano, con una conformazione molto classica e caratteristica, del Paretone si sviluppa su 250 metri arrivando fino in cima alla parete. Sono nove tiri mai difficili ma di una bellezza particolare con un bell’alternarsi di placche e muri a buchi.

Grado: 5c. Obbl: 5c

Ventisette all’alba

“Lo standard del Paretone è quello di placche più o meno appoggiate e muri a buchetti. Questa via, invece, è completamente diversa. Offre di tutto: diedri, fessure, qualche strampiombino. Sempre su roccia eccellente e difficoltà moderate”.

Ventisette all’alba si sviluppa poco a destra del Banano con uno sviluppo di 200 metri. La via non parte da terra ma è necessario salire i due tiri del Canale del banano, circa 60 metri di quarto e terzo. A questo punto partono le sei lunghezze che portano in cima. Si inizia con una fessura, poi un traverso, un muro verticale con il passo chiave, per poi proseguire su uno strampiombino fessurato e terminare sulle placche.

Grado: 6°. Obbl: 6a

Maga Magò + Diedro Lorenzi (conosciuto anche come Diedro del bue muschiato)

“È caratteristico! Maga Magò ha una bellissima fessura che si divide in due tiri che già merita e poi dopo il Diedro è davvero particolare. Quasi una scalata strana per essere a Machaby”.

 Si parte su Maga Magò, 70 metri divisi in due tiri dati 6a e 6a+. Con qualche movimento delicato si arriva alla base del Diedro. Si risale con un po’ di fatica ma con grande soddisfazione fino ad uscire sotto a un arco e proseguire sui tiri successivi.

Grado: 6a+ Obbl: 6a

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