Itinerari

Lungo i sentieri del Vesuvio prima che faccia troppo caldo

Alla scoperta del vulcano, tutelato da un Parco nazionale, che solitamente ammiriamo solo dal basso. Meglio andarci adesso approfittando del clima favorevole

Il Vesuvio ha da sempre rappresentato per le popolazioni che vivono ai suoi piedi un amico-nemico da guardare con rispetto. Le sue eruzioni catastrofiche, la più recente del 1944 e la più nota quella del 79 d.C. che distrusse Ercolano e Pompei, hanno sempre rappresentato un momento di svolta. Ciò è dovuto non solo agli sconvolgimenti geofisici che hanno modificato il territorio, ma anche al fatto che ai cataclismi sono sempre seguiti periodi di lunga quiescenza con successive ripartenze – da zero – delle attività umane.

La fertilità dei territori sulle falde del vulcano, dovuta alle sostanze depositate dalle eruzioni, ne ha di fatto costituito la ricchezza, consentendo pregiate coltivazioni agricole. Dal 1995 il Vesuvio è tutelato da un Parco nazionale www.parconazionaledelvesuvio.itla cui istituzione ha rappresentato una svolta non solo per la tutela dell’area ma anche quale simbolo di legalità con la lotta al bracconaggio. La sede del Parco si trova nel Palazzo Mediceo di Ottaviano, che la magistratura ha confiscato alla camorra.

Il Gran Cono, la Valle dell’Inferno e Punta Nasone

Il più noto tra i sentieri del Parco è naturalmente quello che permette l’accesso al Gran Cono, ovvero il cratere principale, dove numerose fumarole testimoniano una attività latente. Si parte dal piazzale a 1000 metri di quota e dopo aver acquistato il biglietto si risale fino al bordo del cratere a quota 1281 metri. Da qui la vista spazia dal versante settentrionale del Monte Somma, con i Cognoli di Sant’Anastasia e la Punta Nasone, fino alla Penisola Sorrentina e il Monte Faito, che circondano il Golfo di Napoli con la sempre magnifica isola di Capri.

Per un’immersione nell’area meglio conservata del Parco meglio però incamminarsi lungo il Sentiero n.1 che porta alla Valle dell’Inferno. L’intero percorso è lungo poco più di 12 km e parte poco distante dal comune di Ottaviano inerpicandosi fino a una quota di 1000 metri per una durata di 7 ore a/r. I boschi che attraversa, tra cui una fitta pineta di pino domestico, risuonano del tamburellare dei picchi sui tronchi e del gracidio delle ghiandaie.

Il Sentiero n.3 è invece un itinerario ad anello di circa 8 km che conduce a Punta Nasone (1.132 m), la vetta più alta del Monte Somma. Per arrivare sulla cima si ascendono i Cognoli di Trocchia (961 m) e di Sant’Anastasia (1086 m) dai quali si possono ammirare da un lato il Golfo di Napoli e la Piana Campana e dall’altro la Riserva Tirone – Alto Vesuvio, il Gran Cono ed i Cognoli di Ottaviano. Riprendendo il cammino si giunge a Punta Nasone, che sporge a strapiombo sulla Valle del Gigante, nella quale il fiume di lava ormai consolidata restituisce il cammino dell’eruzione del 1944.

Il primo colonizzatore della lava è il Lichene del Vesuvio (Stereocaulon vesuvianum) un lichene endemico di colore grigiastro facilmente visibile lungo tutto il percorso.
Prima di incamminarsi lungo i sentieri è bene informarsi presso l’Ente Parco, dato che possono essere chiusi per lavori di ripristino.

Per avere una visione storico-scientifica del Parco è importate la visita all’antica sede dell’Osservatorio Vesuviano, oggi Museo Vulcanologico, dove sono conservate collezioni mineralogiche e le antiche strumentazioni usate per monitorare l’attività del Vesuvio, uno dei vulcani più studiati e pericolosi al mondo a causa dell’elevata popolazione presente alle sue pendici e delle sue caratteristiche esplosive.

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