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Silvo Karo, Piolet d’or alla carriera nel 2022, presenta il Festival del Cinema di Montagna di Lubiana

Festeggia i 18 anni di vita il Festival Gorniskega Filma, che si terrà dal 12 al 17 febbraio. In cartellone: alpinismo, natura, sport, arrampicata e cultura. “Abbiamo imparato da Trento” spiega Karo.

È anche una lente sulla cultura alpina della Slovenia – che vanta nella propria bandiera la sua montagna più alta, il Triglav/Tricorno – oltre che un film festival dedicato alla montagna tout-court, il Festival Gorniskega Filma. La sua diciottesima edizione si tiene dal 12 al 17 febbraio nella accogliente sede della Cankarjev Dom di Lubiana e in altre tre località sul territorio, Radovljica, Celje e Domžale, per abbracciare e coinvolgere, oltre alla capitale, anche le regioni della Savinia e dell’Alta Carniola.

Quest’anno i film presentati da tutto il mondo sono 35 (selezionati tra 78 candidati), equamente distribuiti tra le quattro categorie di riferimento. Otto film di alpinismo, nove di arrampicata, nove per la categoria natura e cultura e nove per quella di sport e avventura.

Tre dei film presentati sono prime visioni assolute di produzione slovena: il lungometraggio Viharnik z roba, 100 let Skalašev (letteralmente Truppe d’assalto del limite, 100 anni di Skala) che celebra tre anniversari ricorrenti quest’anno, il 130° della nascita di Jože Čop, il 130° della fondazione della Società slovena degli alpinisti (il Club “Skala” appunto) e il 100° anniversario della morte di Klement Jug, che nell’agosto del 1924 ebbe un incidente nella parte occidentale delle pareti del Triglav, mentre tentava di scalare il pilastro, che in seguito prese il suo nome.

C’è poi Tam, kjer tečejo kozorogi (letteramente Dove corrono gli stambecchi), che racconta la Trail Run di 170 chilometri delle Alpi Giulie attraverso le motivazioni degli atleti e mostra immagini spettacolari delle Giulie Occidentali e del Parco Nazionale del Triglav, ponendo l’accendo sulle sfide che deve affrontare in termini di sostenibilità.

Himalajska bojevnica (Guerriero himalayano) è dedicato all’amicizia cinquantennale tra l’alpinista e scrittore croato Stipe Božić e l’alpinista lubianese Viki Grošlje, insieme su molte vette dell’Himalaya, scampando diverse volte alla morte e perdendo amici. Dopo ogni tragedia, erano sicuri di aver finito con le montagne.

Oltre al fitto calendario di proiezioni il programma prevede alcuni incontri con ospiti tra i quali il grande alpinista polacco Krzystof Wielicki assieme a Leszek Cichy, suo compagno di spedizione e di vetta nella prima invernale dell’Everest (1980), lo spagnolo Edu Marin autore della recente salita in libera di Eternal Flame sulle Torri di Trango in Karakorum (a cui sono dedicati due film in concorso), il nostro Matteo Della Bordella e altri alpinisti e viaggiatori. Tra questi l’ucraino Mijhail Fomin, la giovane climber slovena Mina Markovič, l’alpinista sloveno Rado Fabjan, il direttore della fotografia Rožle Bregar e lo scrittore Dušan Škodič.

A giudicare i film sarà una giuria internazionale di esperti: l’ex creatrice dello spettacolo Mountains and People e ambientalista Marjeta Keršič Svetel, l’alpinista e guida alpina Tomaž Jakofčič e il giornalista, pubblicista di montagna e regista tedesco Tom Dauer. I film vengono proiettati tutti in lingua originale (per lo più in inglese), con sottotitoli in sloveno.

Creatore e direttore del festival è da sempre l’alpinista Silvo Karo, a cui è dedicata quest’anno nella sede lubianese del Festival una mostra fotografica dal titolo Da una piccozza di legno ad una d’oro, che fa riferimento al Piolet d’or alla carriera assegnatogli nel 2022. Gli abbiamo posto qualche domanda.

Il Festival è una tua creazione. Come è iniziato e perché hai deciso di organizzarlo?

Sì, l’ho fondato e l’ho organizzato per tutti questi anni. Il Trento Film Festival vanta il primato di anzianità e quest’anno in aprile si terrà la sua 72sima edizione: è stato proprio a Trento che mi è venuta l’idea. Nel 1984 ci andai per la prima volta e nel 1989 io e Janez Jeglič (1961-1997, forte alpinista sloveno compagno di Silvo in numerose salite in patria e in Patagonia, scomparso sul Nuptse nella bufera, ndr) abbiamo vinto la Genziana d’argento per il film Cerro Torre – South Face come miglior film di montagna. A Trento sono stato sempre ospite del Festival e ho fatto per due volte parte della giuria, come in altri Festival intorno al mondo, e così mi è venuta l’idea: perché non creare un Festival così anche in Slovenia, considerato che siamo una nazione di montagna? La prima edizione è stata nel 2007.

Con 18 edizioni il Festival è diventato maggiorenne. Puoi fare un bilancio?

In tutti questi anni il Festival è cresciuto bene, sempre con moltissime idee a fronte di meno soldi. Ciononostante abbiamo cercato di realizzare sempre un programma attraente e di avere molti ospiti. Per strutturarlo ho beneficiato della mia esperienza decennale nell’organizzazione di spedizioni alpinistiche, in particolare modo delle mie doti di perseveranza e perfezionismo.

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