Alpinismo

Adam Kaniak e Riso Nemec ripetono la Direktna smer allo Spik

I due slovacchi hanno scalato una delle pareti più impressionanti delle Alpi Giulie, in Slovenia. Teatro di una tragedia che ha segnato la storia dell’alpinismo locale

Il 5 gennaio, gli slovacchi Adam Kaniak e Riso Nemec hanno scalato la Nord del Monte Spik (2472 m), una delle pareti più imponenti delle Alpi Giulie, in Slovenia. Pur non essendo lo Spik la cima più alta della zona, la parete Nord con i suoi 900 metri di dislivello ha guadagnato alla montagna, il cui nome significa ‘spillo’ una grande ammirazione. La cordata ha proceduto in conserva sulla via Direktna smer. Dopo la salita, durata sette ore e avvenuta in condizioni pressoché perfette a detta degli alpinisti, Kaniak e Nemec hanno valutato la difficoltà della via come AI5+.

La Direktna è stata scalata per la prima volta il 5-6 settembre 1926 da Mira Marko Debelak e Stanko Tominsek. L’alpinista aveva guidato la cordata per tutta la durata dell’ascensione. Si tratta probabilmente di una delle salite femminili più significative nella storia dell’alpinismo, considerando l’attrezzatura e la scarsità di donne che praticavano alpinismo all’epoca. Debelak è appunto stata una delle arrampicatrici più di spicco tra le due guerre mondiali, nonché la prima donna membro del Club Accademico Austriaco.

La via Direktna smer è stata ripetuta per la prima volta nel 1927 da Edo Derzaj e Stane Hudnik, e successivamente da altri scalatori famosi, tra cui Francek Knez (1978), Nejc Zaplotnik (1979) e Igor Mezgec (1981).

La tragedia del 1952

Su questa stessa parete, nel 1952 è avvenuta una delle più grandi tragedie nella storia dell’alpinismo sloveno. Il primo maggio, un gruppo di alpinisti di cui tre fratelli, tutti molto giovani, aveva deciso di affrontare la Nord. Tuttavia, durante l’ascensione si registrò un peggioramento delle condizioni meteo. Gli alpinisti decisero di tornare indietro, ma uno di loro scivolò sul terreno bagnato, trascinandosi dietro il compagno di cordata. Entrambi precipitarono per 200 metri perdendo la vita. Gli altri tre si assicurarono in quel punto per attendere i soccorsi, che però non arrivarono fino al giorno successivo a causa del maltempo. Nel frattempo, uno degli alpinisti morì d’ipotermia, un altro prima dell’arrivo dei soccorsi e un terzo durante il salvataggio.

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