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Progetto Clean Alp: già raccolti 2 quintali di rifiuti “dimenticati” sui sentieri

26 vallate delle Alpi nord occidentali interessate, 46 uscite di gruppo, 810 volontari. Numeri importanti per una ricerca sul campo effettuata con il metodo della “scienza partecipata”

Fazzoletti di carta (a profusione), mozziconi di sigarette, confezioni alimentari e lattine, bottiglie, ma anche sandali, pneumatici e persino biancheria intima. Con qualche sorpresa: pannelli fotovoltaici ricoperti di vegetazione e un nido d’uccello intrecciato con fili di plastica. In totale sono oltre 2 quintali i rifiuti raccolti da 810 volontari nel corso di 46 escursioni, svolte tra marzo 2022 e novembre 2023 su 500 chilometri di sentieri in 26 valli alpine del Nord Ovest: dalla Val Grande alla Val Tanaro, con puntate in Valle d’Aosta. La palma della pulizia va al Sentiero dei Fiori nella cuneese Valle Stura, con 2 etti e mezzo di rifiuti in circa 15 km, mentre l’area del Monte Barone, in provincia di Biella, ha il primato negativo di 21 kg in 14 km.

Sono questi i dati appena comunicati da CleanAlp, la prima ricerca al mondo sull’inquinamento da plastiche in montagna. Il progetto è stato ideato e realizzato dall’European Research Institute, organizzazione no profit che promuove la ricerca e la comunicazione per l’innovazione in campo scientifico, ambientale e sociale, e che ha acquisito esperienza lavorando nell’Artico e nel Mediterraneo con il metodo della “scienza partecipata”, cioè coinvolgendo persone comuni guidate da ricercatori secondo rigorosi protocolli.

«Il nostro obiettivo, di là dalla raccolta dei rifiuti, è la raccolta dei dati» precisa Franco Borgogno, ideatore e coordinatore di CleanAlp. «Solo così possiamo conoscere il territorio e trarre tutte le indicazioni utili per correggere i nostri comportamenti, rendendoli sostenibili a partire dalle aree montane» Quelle stesse che da sempre forniscono materie prime, acqua, cibo, energia alla pianura.

Alla realizzazione del progetto, finanziato da The North Face Explore Fund attraverso EOCA-European Outdoor Conservation Association, hanno contribuito il Parco Naturale Alpi Marittime, il Parco del Monviso, il Parco Naturale Mont Avic e l’Associazione Gestori Rifugi Alpini del Piemonte. E sul fronte dei parchi e dei rifugi, se i dintorni di questi ultimi sono per lo più puliti (a tutto merito dei gestori), non altrettanto accade nelle aree protette – emblematico l’esempio dei 10 kg di spazzatura lasciati sotto una roccia nel Parco del Gran Paradiso e lì recuperati dopo quasi cinquant’anni! Prova lampante di come le condizioni ambientali della montagna rallentino la pur già lentissima degradazione degli oggetti. Lasciare pulita la montagna è comunque abbastanza semplice, ed è ormai consuetudine di escursionisti e alpinisti avere con sé un sacchetto per l’immondizia da riportare a valle.

Secondo Linda Scanco, ecologa e guida naturalistica che ha partecipato al progetto CleanAlp, «oggi la prevenzione può partire anche dalla vendita di prodotti sfusi, dalla collaborazione con il piccolo commercio locale e con chi lavora in quota, nonché dalle aziende che dovrebbero orientarsi su packaging alternativi alla plastica».

Il progetto andrà avanti sulle Alpi di Nord Ovest fino a giugno 2024 e, nell’intento di estenderlo a tutte le Alpi e agli Appennini, si stanno cercando nuovi finanziamenti. Nella speranza che le istituzioni locali, finora disattente, diano segnali di interesse per le proprie montagne.

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