Itinerari

2 facili escursioni con le ciaspole con vista sulle Pale di San Martino

Con le ciaspole nei boschi degli abeti da risonanza e al cospetto di pareti spettacolari. Partenza da Passo Rolle, il miglior palcoscenico da dove osservare l’Enrosadira

È l’imponenza del bosco, da dove si ergono le cime grigie delle Pale di San Martino, a caratterizzare l’estetica del paesaggio di questo angolo di Trentino, tra la dolomia pallida delle Pale di San Martino e la roccia scura dei Lagorai.

Pale e Lagorai sono protetti dal Parco regionale di Paneveggio – Pale di San Martino, istituito nel 1967 e progressivamente ampliato con zone a diversa tipologia di protezione, a scopo di tutela del territorio e divulgazione della cultura naturalistica, grazie anche ai centri parco tematici, come quello di Paneveggio che è dedicato al tema “Terra foresta”, con il vicino recinto dei cervi destinato a progetti di conservazione e reintroduzione.

Nei pressi del centro parco, merita una visita la “Forra del Travignolo”, fragoroso salto d’acqua, non proprio comune nel secco territorio dolomitico, e ben visibile da uno spettacolare ponte sospeso. Sia camminando in Val Venegia, sia verso i laghi di Colbricon si possono ammirare i tronchi slanciati degli abeti, tra i più pregiati al mondo, utilizzati ancora oggi anche per la realizzazione delle casse di risonanza degli strumenti musicali, così come faceva Antonio Stradivari, per i suoi celeberrimi violini.

Dal centro parco diparte anche il percorso guidato del Sentiero Marciò, un anello con bacheche didattiche che consente la visita di un bellissimo tratto della Foresta di Paneveggio. E’ percorribile tutto l’anno, anche in inverno.
Una volta tornati alle auto non abbiate fretta di ripartire. Aspettate il tramonto, quando l’Enrosadira incendia con tutte le tonalità del rosso le pareti delle Pale. Uno spettacolo che non si dimentica.

In Val Venegia, a tu per tu con le Pale

Partenza: Parcheggio della Val Venegia, Pian dei Casoni (1685 m)
Arrivo: Malga Venegiota (1824 m)
Dislivello: + 140 m
Durata: 1.30 ore
Difficoltà: T
Periodo: da dicembre a marzo

Gita panoramica, con superba vista sulle Pale di San Martino, proprio a delimitare la Val Venegia. Il percorso è molto semplice, dal dislivello irrisorio, ideale anche per chi intenda calzare le ciaspole per la prima volta; Il paesaggio è incantevole, sia nel bosco, sia negli spazi più ampi ove la bastionata rocciosa delle Pale di San Martino funge da quinta naturale allo scenario dolomitico di questo angolo di Trentino.

Dal primo parcheggio della Val Venegia, lungo la strada tra Paneveggio e il Passo Valles, si cammina lungo la mulattiera pianeggiante che costeggia il torrente nel fitto bosco, prevalentemente di abeti. In genere il sentiero è tracciato o comunque pistato, trattandosi questa di una classica gita per le ciaspole. La vegetazione si dirada giungendo ad una zona adibita a parcheggio estivo.

Avanzando ancora un poco la vista sulla testata della Val Venegia diviene più ampia. Sulla sinistra in pochi minuti si sale alla ben visibile Malga Venegia (1778 m. spesso aperta anche in inverno; possibilità di ristoro), in posizione panoramica e soleggiata. Si prosegue dritto, sempre costeggiando il torrente in genere immobile e ghiacciato, ammirando da sinistra la Cima Focobon, il Campanile del Focobon, il Campanile di Valgrande, la Cima di Valgrande, la Cima dei Bureloni, la Cima della Vezzana e il Cimon della Pala, in una sfilata di torri e pinnacoli. Verso sinistra, si notano la Cima Mulaz e i docili declivi che discendono dal Passo Venegiota.

Il sentiero prosegue sempre dritto, rientrando ora nel bosco e, sempre costeggiando il torrente si sbuca nella radura dove è sita la Malga Venegiota (1824 m; in genere chiusa in inverno), che si vede proprio all’ultimo, sovrastata dalle cime della valle precedentemente descritte, alle quali si aggiunge, però, anche una vista migliore sul Cimon della Pala (3185 m), alla sinistra orografica della valle.

Visto la brevità del percorso è consigliabile proseguire sino al vicino Pian della Vezzana (1918 m; detto anche Campignol della Vezzana). Dalla malga si seguono le indicazioni per la Capanna Segantini e per il Passo Rolle. In una trentina di minuti, si esce dal bosco e si giunge nel bellissimo e panoramico pianoro, proprio ai piedi delle Pale.

La magia dei laghi di Colbricon

Partenza: Malga Rolle (1910 m)
Arrivo: Laghi e rifugio Colbricon (1922 m)
Dislivello: irrilevante
Durata: 1 ore
Difficoltà: T
Periodo: da dicembre a marzo

Gita semplicissima che consente di ammirare un tratto di foresta molto suggestivo e di riempire lo sguardo sulle rive dei laghi nei pressi del rifugio, chiuso in inverno. Dalla Malga Rolle (dal Passo Rolle si scende in direzione di Paneveggio per un paio di tornanti ove è sita, a lato strada, la malga, con ampio parcheggio), cartelli indicano la direzione per il Rifugio Colbricon.

Si scende lungo ampia carrozzabile sterrata per pochi metri, sino alla stazione a valle della seggiovia Paradiso, che si lascia sulla sinistra, per seguire le precise indicazioni per il Rifugio Colbricon (n. 348), sulla destra. Si cammina nel bosco della Foresta di Paneveggio, lungo comodo sentiero quasi in piano, sino all’ampia conca, occupata dal Lago Alto di Colbricon e, sulla sua riva, dal caratteristico omonimo rifugio (1922 m; 40 minuti da Malga Rolle).

Poco più a valle si toccano le rive del Lago Basso di Colbricon, circondato da alcuni abeti e sovrastato dall’imponente cima scura di Colbricon (2603 m). Muovendosi ancora per una quindicina di minuti si può raggiungere il limitrofo Passo Colbricon, praticamente quasi in piano. Dal passo si ammirano le incombenti falde della Cima Colbricon. Sulla sinistra si vede l’intaglio ripido della Val Bonetta che conduce alla stazione a monte della cabinovia che diparte da San Martino di Castrozza (attenzione tratto soggetto a slavine). Sulla destra si ammira la distesa verde della sottostante Foresta di Paneveggio, raggiungibile con un sentiero selvaggio e poco frequentato, consigliabile, però, solo in periodo estivo.

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