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Da Roma a Castrovalva, sulle tracce di Escher e della sua arte

Fino all’1 aprile, a Roma, una importante mostra ricorda l’artista olandese. Seguendo le sue tracce si raggiunge il borgo sulle montagne abruzzesi che sta rinascendo (anche) grazie agli escursionisti

Cento anni fa, nell’estate del 1923, un grande artista olandese visita un borgo dell’Abruzzo, e rimane a bocca aperta. Si chiama Maurits Cornelis Escher, è nato nel 1898 a Leeuwarden, è arrivato per la prima volta in Italia due anni prima. Quando decide di partire per l’Abruzzo si è appena stabilito a Roma, dove resterà fino al 1936, in quelli che definirà “gli anni migliori della mia vita”. Abita in Via Poerio, nel quartiere Gianicolense. A fargli lasciare l’Italia è il fastidio per il regime fascista, che scoppia quando il piccolo Giorgio, il primo figlio di Escher, torna a casa in divisa da Balilla.

Prima che l’artista si trasferisca in Svizzera (poi andrà in Belgio, per tornare nei Paesi Bassi nel 1941) realizza un’ultima grande mostra. “L’Osservatore Romano”, il quotidiano del Vaticano, la recensisce scrivendo di “quell’alto biondo pittore olandese, che beve il sole con gli occhi”, e che “a forza di vivere in Italia non è più l’olandese fantastico e pur analitico di quando illustrava libri di leggende nordiche”.

Da qualche giorno, e fino al 1° aprile 2024, la Galleria di Palazzo Bonaparte, a Roma, ospita una straordinaria mostra dedicata a Escher. Nelle sue sale sono esposte circa 300 opere dell’artista olandese, inclusa la serie completa dei 12 “notturni romani del 1934, tra le quali “Colonnato di San Pietro”, “San Nicola in Carcere” e “Il dioscuro Polluce”. “Le mie passeggiate notturne sono il più meraviglioso ricordo che ho di Roma”, ha scritto l’autore molti anni dopo.

Innamorato di Castrovalva, ai piedi del Monte Genzana, e delle montagne d’Abruzzo

 Prima di dedicarsi a Roma, come abbiamo raccontato all’inizio, Maurits Cornelis Escher s’innamora di Castrovalva, arroccata ai piedi del Monte Genzana. Ci arriva nel 1930, dopo aver visitato luoghi famosi come Firenze, Siena e la Costiera Amalfitana. Osserva le case costruite su un crinale roccioso, la gigantesca parete di Pizzo Marcello che si alza proprio di fronte, la strada che per raggiungere l’abitato passa con un tunnel da una parte all’altra della montagna. La litografia dedicata a Castrovalva è una delle poche opere dell’artista ispirate all’Abruzzo. Altre raffigurano Opi sullo sfondo delle montagne, e i vicoli di Villalago e di Scanno. Nella mostra di Roma sono anche foto di Escher con pantaloni alla zuava e scarponi, e una insieme a un mulo, al termine di una traversata di Passo Godi, da Scanno a Villetta Barrea.

Tecnicamente è perfetta, la rappresentazione della natura è meravigliosamente esatta, e nello stesso momento c’è una certa aria di fantasia”, scrive un critico olandese a proposito della litografia dedicata a Castrovalva. Molti anni dopo il Comune di Anversa degli Abruzzi, di cui il piccolo borgo è una frazione, intitolerà a Escher il Girone, l’ultima curva della strada prima di raggiungere il paese.

Non occorre essere artisti, né arrivare da luoghi lontani, per stupirsi di fronte a Castrovalva. L’abitato, ben visibile già dalla A25 Roma-Pescara, si mostra con il suo aspetto migliore dalla strada a mezza costa che traversa le Gole del Sagittario in direzione di Scanno. La diramazione per il borgo sale verso il paese con degli stretti tornanti, e poi con un tunnel. Il Girone, la curva dedicata a Escher precede un piccolo posteggio e il paese. Castrovalva, oggi abitata da una dozzina di persone, ha avuto una storia simile a quella di molti altri borghi abruzzesi. Relativamente prospera tra il tardo Medioevo e il Seicento, soprattutto grazie alla pastorizia transumante, è stata abbandonata nel Novecento. Negli ultimi anni, come Rocca Caramanico e Santo Stefano di Sessanio, ha iniziato a rinascere. Oltre alle case medievali, merita attenzione la chiesa di Santa Maria ad Nives, che si affaccia sull’unica piazza del borgo.

Castrovalva è un posto speciale, fa bene all’anima”, spiega Vanessa Ponziani, accompagnatrice di media montagna abruzzese, che nel 2022 ha inaugurato una bella struttura ricettiva nel borgo. Si chiama “Otium. La casa degli escursionisti”, è stata realizzata in un fabbricato agricolo, si affaccia sul borgo e sulle gole con una spettacolare terrazza. “Negli ultimi anni Castrovalva ha iniziato a uscire dall’abbandono, arriva un numero crescente di escursionisti”, spiega Vanessa Ponziani. “Il ricordo di Escher è importante per molti visitatori, e anche per me. Le tre stanze della struttura sono dedicate a tre litografie del pittore olandese, “Vincolo d’unione”, “Metamorfosi” e “Belvedere”, e decorate da riproduzioni delle opere”.

Ai piedi di Castrovalva si aprono le Gole del Sagittario, tutelate dal 1991 da una Riserva naturale regionale (e Oasi WWF) che ospita il picchio muraiolo, l’aquila reale, il falco pellegrino e il merlo acquaiolo. Nella parte alta della Riserva, che si affianca al Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, sono segnalati il lupo, l’orso e il cervo.

L’itinerario più classico per raggiungere a piedi Castrovalva inizia dalle sorgenti del Cavuto, cuore della Riserva naturale. Il percorso segue sul fondo la Gola, sbuca sulla strada accanto al ponte, prosegue brevemente sull’asfalto e poi s’inerpica per un ripido sentiero a tornanti fino al paese. Occorrono un paio d’ore di cammino, dopo una sosta nel borgo si può compiere un anello tornando a valle per il Sentiero Geologico e Serra Rufigno.

Inizia a poca distanza dal Girone e dal monumento che ricorda Maurits Escher il sentiero segnato, inserito da qualche anno nel Cammino d’Abruzzo, che sale al Monte della Rovere, si affaccia sul Lago di Scanno, e prosegue ai piedi del Monte Genzana fino all’abitato di Frattura Vecchia. Con brevi spostamenti in auto, da Castrovalva, si raggiungono decine di sentieri del Parco, e quello che sale da Anversa degli Abruzzi alla vetta del Pizzo Marcello.

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