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Un Campo Base sostenibile per l’Everest. Non è un’utopia

La compagnia The NeveRest Project, in collaborazione con il Nepal Tourism Board, ha presentato un progetto per ridurre le problematiche ambientali al CB del Tetto del mondo

The NeveRest Project, compagnia di ingegneria ambientale e tecnologica con sede a Barcellona, ha presentato un progetto per la realizzazione del primo Campo Base sostenibile dell’Everest. La compagnia è impegnata nella fornitura di sistemi sostenibili ed economie circolari che mirano a proteggere l’ambiente e a ottenere un equilibrio tra il turismo e la conservazione dell’ecosistema.
Questo progetto, realizzato insieme al Nepal Tourism Board, comprende una serie di soluzioni innovative, che hanno l’obiettivo di risolvere le problematiche ambientali poste dall’elevatissima frequentazione della montagna più alta del mondo.

Il piano è stato presentato lo scorso 7 ottobre nell’ambito della seconda conferenza internazionale sullo Sviluppo Sostenibile della Montagna, nella città nepalese di Pokhara. Nell’occasione il CEO del Nepal Tourism Board ha dichiarato: “Le temperature nell’Himalaya stanno salendo, e questo influenza le attività alpinistiche sull’Everest. Tutti hanno sentito dei problemi al Campo Base dell’Everest causati dal sovraffollamento e del fatto che il ghiacciaio sta fondendo. Abbiamo davvero bisogno di una soluzione sostenibile rispetto a queste tematiche”.

La soluzione è forse ancora lontana ma è interessante osservare le idee presentate per giungere a un Campo Base assai meno impattante: un’analisi dell’uso dello spazio, tende portatili solari che riducono l’uso di gas e kerosene, un sistema per filtrare l’urina e ridurre del 42% le quantità riversate ogni anno nel ghiacciaio Khumbu. C’è poi Makura, una tecnologia pensata per connettere le tende con cupole geodetiche, così da garantire un’effettiva ritenzione del calore migliorando la qualità di vita degli ospiti.

Inoltre, il progetto prevede l’implementazione di un sistema di toilette in grado di incenerire le feci ad alte temperature, lasciando come scarto una piccola quantità di ceneri equivalente a circa una tazza di tè per quattro persone per una settimana di utilizzo).
Un ulteriore aspetto del piano presentato a Pokhara riguarda il consumo di acqua, che al Campo Base dell’Everest è di 12.000 litri al giorno attualmente prelevati dal ghiacciaio del Khumbu. Per evitare di danneggiarlo ulteriormente, Il NeveRest Project propone la realizzazione di una sorta di ghiacciaio artificiale, The Ice Spring, che può fornire tutta l’acqua potabile che occorre da una fonte sostenibile.
Non mancano gli interrogativi sulla effettiva fattibilità del progetto e soprattutto sulla sua copertura finanziaria. Nessuna certezza, quindi. Ma la strada è segnata.

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