Ambiente

Le Alpi Giulie potrebbero diventare Riserva Biosfera UNESCO

La candidatura transfrontaliera presentata in questi giorni. Uno dei massicci più selvaggi delle Alpi, a cavallo tra Italia e Slovenia, potrebbe fregiarsi già dal 2024 di questo titolo. Sarà un contributo alla conservazione della zona

Le Alpi Giulie potrebbero nel 2024 entrare a far parte della ristretta cerchia di beni che si fregiano a livello mondiale dell’etichetta di “Transboundary Biosphere UNESCO” ovvero Riserva di biosfera transfrontaliera dell’UNESCO, rafforzando il proprio ruolo di realtà internazionale a cavallo tra Italia e Slovenia. È stato infatti presentato il 28 settembre al segretariato UNESCO di Parigi il dossier di candidatura realizzato dal Parco Nazionale del Triglav e dal Parco Naturale delle Prealpi Giulie, che rispettivamente avevano già ottenuto nel 2003 e nel 2019 la nomina a Man and Biosphere Reserve (MAB UNESCO) per le rispettive porzioni di montagne.

Le Alpi Giulie diventerebbero dunque ancora più peculiari e uniche, unendo le forze delle due nazioni in una visione fortemente identitaria, e sovranazionale, la cui riconoscibilità e forza sono le montagne tanto amate dall’alpinista e scrittore Julius Kugy (1858-1944), goriziano di madrelingua tedesca, che ne è stato il primo e più alto cantore. Anche Kugy, peraltro, le promuoveva e amava in una visione “europeista” ante litteram.

Al momento, in tutto il mondo, le Riserve transfrontaliere della Biosfera sono 23. In Italia si tratterebbe della seconda in assoluto, dopo quella del Monviso. Montagne che uniscono, invece di dividere, grazie alla loro storia geologica, alla morfologia, alle lingue parlate, alle popolazioni che le abitano, alle tradizioni e alla cura del paesaggio lavorato per secoli dai montanari.

Il tutto avviene grazie all’iniziativa dei due parchi, il Parco nazionale del Triglav e il Parco regionale delle Prealpi Giulie, che da sempre si muovono in amicizia con progetti di coinvolgimento transfrontaliero. Sono stati loro il motore di questa iniziativa e del dossier presentato assieme a un corollario di 171 enti e associazioni sparse sui rispettivi territori.
Tra questi sono anche università, musei, centri di ricerca, scuole, enti locali, coinvolti con circa 300 persone (45% in Italia, 54% in Slovenia). Il progetto interessa un’area totale di 267.006 ettari, con un cuore, la cosiddetta “core zone”, di quasi 74.000 ettari che include i rilievi veri e propri su cui insistono, andando da ovest verso est, le catene del Jôf Fuârt-Jôf di Montasio (interamente in territorio italiano), del Canin e del Mangart-Jalovec (in parte italiane, in parte slovene), della Škrlatica e del Triglav/Tricorno, in Slovenia.

Un processo di candidatura iniziato nel dicembre del 2022, che attende ora il responso dell’UNESCO per il giugno del 2024. Studi, ricerche, approcci innovativi allo sviluppo economico che sia socialmente appropriato e sostenibile per l’ambiente saranno portati avanti dalle comunità residenti in questi territori. Un passo avanti, con spalle più forti e grandi, per perseguire i diciassette obiettivi dell’agenda 2030.

Al mondo esistono 748 Riserve della Biosfera distribuite in 134 paesi. Fino a oggi l’Italia ne conta 20, e la Slovenia 4. La transnazionalità di questa candidatura favorisce le nazioni di confine nello sviluppo di progetti su larga scala degli ecosistemi naturali integrati che, proprio in quanto “naturali” necessariamente non guardano i confini.

“Il progetto, se approvato nel 2024”, dice Antonio Andrich, direttore del Parco regionale delle Prealpi Giulie – ci permetterebbe di sviluppare una visione identitaria più forte a livello internazionale attraverso il dialogo e la cooperazione. È uno sforzo importante anche per il tema, più complesso della connettività ecologica e dell’armonizzazione degli strumenti di gestione”.

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