In alcuni rifugi piemontesi la stagione non finisce mai. In altri, invece si può andare ancora per poche settimane. In ogni caso in tutta la regione le strutture ancora aperte per escursioni o fine settimana non mancano. Dopo quelle in Trentino, Lombardia, Valle d’Aosta e Alto Adige ecco alcuni dei luoghi dove andare, dalla Val d’Ossola alle Alpi Marittime.
Rifugio Mongioie – Ormea (CN)
Collocato a 1550 metri di quota nel cuore delle Alpi Liguri, il rifugio Mongioie è molto apprezzato sia per la sua posizione ai piedi della grande parete del Mongioie e della Cima delle Saline, che per la qualità dell’accoglienza. Si raggiunge in meno di un’ora dalla frazione di Viozene, prima camminando su rotabile e mulattiera quindi sul sentiero che sale a l Pian Rosso, a monte del quale sorge il rifugio. Dispone di 46 posti letto suddivisi in cinque camerate. Aperto fino al 30 ottobre, poi solo nei fine settimana.
Rifugio Maria Luisa – Formazza (VB)
Ricavato dalla ristrutturazione di tre fabbricati utilizzati per la costruzione della diga del lago Toggia, in Alta Val Formazza, il Rifugio Maria Luisa (2.160 m) è uno dei più conosciuti e frequentati punti d’appoggio dell’Ossola sia d’estate che d’inverno. Si raggiunge da Riale seguendo la storica strada a tornanti costruita per collegare l’Italia con la Svizzera attraverso il Passo San Giacomo (chiusa al traffico ordinario) in circa due ore. Dal rifugio si raggiungono senza difficoltà il lago Toggia, il lago Brunni, il lago Kastel con il suo giardino botanico, i laghi del Boden e il Lago Nero. Tra le cime raggiungibili, se le condizioni lo permettono, ci sono il Basodino, la Punta di Valrossa, la Punta d’Elgio e la Punta del Castel. Dispone di 70 posti letto.
Aperto da venerdì a lunedì per tutto il mese di ottobre.
Rifugio Gattascosa (VB)
Collocato a 2.000 metri di quota in Val Bognanco, il Rifugio Gattascosa è struttura relativamente recente di sasso e legno con cinque camere e 20 posti letto. Si raggiunge in 1.30 ore partendo dalla località San Bernardo e seguendo il sentiero che passa accanto al Lago di Ragozza. Facili camminate portano da qui al Rifugio il Dosso, al Lago Agro e al Passo del Monscera. Al rifugio arriva anche una rotabile, preferibile in presenza di neve. Aperto solo nei week end.
Rifugio Meira Paula – Sampeyre (CN)
Posto su un costone soleggiato della Val Varaita a 1318 m di quota, il rifugio Meira Paula prende il nome della borgata di alpeggio sopra il villaggio di Rore. Raggiungerlo è facile, bastano 30 minuti sia dalla Borgata di Sabbione che da Puy superiore. Dal rifugio partono numerosi e gratificanti itinerari tra cui quelle che portano al Monte Ricordone – che permette di ammirare uno straordinario panorama a 360 gradi, Monviso compreso -, al Colle di Gilba e al Passo di Malaura. Dispone di 17 posti letto suddivisi in quattro camere. Aperto da venerdì a lunedì.
Rifugio Melano Casa Canada – Frossasco (TO)
Sede della delegazione della British Columbia durante le Olimpiadi di Torino del 2006, Casa Canada è stata donata alla città di Torino e in seguito posizionata ai piedi della Rocca Sbarua. La struttura, realizzata con legno di conifere ammalate, conserva l’aspetto tipicamente canadese voluto dai suoi progettisti e primi ospiti. Per raggiungerlo si parte dalla graziosa Val Lemina, dopo Pinerolo o dalla Val Noce che parte dal comune di Cantalupa. Il rifugio è sovrastato dalla Rocca Sbarua, un enorme paretone di gneiss granitoide che ha fatto la storia della scalata piemontese. Qui sono tantissime le vie lunghe di qualsiasi grado da salire in tutte le stagioni. Se, invece, preferite il trekking, molto interessante è il Giro delle Carbonaie che offre punti panoramici e spunti storici. Il rifugio è sempre aperto.
Rifugio Willy Jervis – Bobbio Pellice (TO)
Collocato a 1732 metri di quota, il Jervis è aperto tutto l’anno. Eretto nel 1950 in onore di Guglielmo Jervis, alpinista, partigiano e martire della seconda guerra mondiale, sorge all’imbocco del lungo pianoro chiamato Conca del Pra, in Val Pellice. Un luogo idilliaco dove godersi le colorate giornate d’autunno. E senza dimenticare la parte più importante: la cucina! Particolarmente rinomato per la sua cucina di qualità, il menu del pranzo domenicale è veramente sfizioso. Per smaltire la polenta, anche qui c’è la scelta tra arrampicata e trekking. Per la prima opzione c’è il serpentino della Parete del Pis. Chi preferisce camminare sceglie la bella mulattiera che porta al Colle della Croce a 2300 metri.
Rifugio Selleries – Roure (TO)
Il modo più interessante per raggiungere il Selleries è risalire la Val Chisone e lasciare l’auto a Villaretto Chisone. Da qui parte una ripida stradina che si snoda, dapprima tra belle borgate di case ben curate per poi continuare in ampi prati e finire nella gola del vallone delle Selleries, scavata dall’omonimo rio. Il rifugio sorge nel cuore del Parco Naturale Orsiera Rocciavré ed è aperto tutto l’anno. In autunno è un ottimo punto di partenza per tanti itinerari da percorrere a piedi o in mountain bike, come la salita lungo la strada militare dell’Assietta fino al colle delle Finestre. Il rifugio garantisce cucina casalinga e un’intrigante selezione di vini di piccoli produttori categoricamente piemontesi. Che di vino qualcosa ne sanno. Aperto tutto l’anno.
Rifugio Don Barbera – Briga Alta (CN)
Siamo nelle Alpi Marittime, nel Parco Naturale del Marguareis. Il rifugio sorge ai piedi della punta Marguareis, nel Gruppo che collega Piemonte, Liguria e Francia. Svariate sono le possibilità per raggiungere la struttura. Si può partire dalla valle Pesio, dalla val Ellero, dalla val Tanaro, dalla Roja e dalla Vermenagna. Ca va sans dire, è il luogo perfetto per traversate e giri ad anello. La principale particolarità della zona, poi, è quella di trovarsi in un ambiente carsico: c’è un ricco sistema di cavità sotterranee ma anche formazioni rocciose particolari in superficie. Il Don Barbera rimane aperto fino al 20 ottobre.
Rifugio Remondino – Valdieri (CN)
Il Remondino ha una lunga storia. Nel 1932 il tenente degli alpini Franco Remondino perì sulla Rocca Gialeo e i suoi compagni decisero di erigere un ricovero proprio in quella zona. Nel 1966, si costruì un vero e proprio rifugio in muratura che ancora oggi svetta nella valle Gesso, il vallone cuneese che trova il suo culmine sul Monte Argentera (3297 m), la vetta più alta delle Marittime. Cima che si può raggiungere con una escursione di circa 2 ore dal rifugio. Qualche passaggio delicato (ma comunque attrezzato con corde fisse) rende ancora più gustoso il panorama dalla cima. Se poi siete anche nerd dei materiali, da notare che il Remondino fa parte del progetto Ferrino Highlab, ovvero permette di testare sul campo materiali e prototipi del brand torinese, come tende e zaini. Aperto nei fine settimana