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“A passo d’uomo” di Denis Imbert

Tratto da un racconto di Sylvain Tesson, il film racconta la storia di Pierre, autore ed esploratore che dopo un’incidente per cui è rimasto quasi paralizzato decide di percorrere a piedi l’intera Francia. 1302 km per ritrovare sé stesso e la propria libertà.

Il destino mi ha lasciato camminare quanto il mio cuore desiderava e dormire sotto le stelle, in avamposti abitabili sotto le sporgenze delle rocce, nel sottobosco, vicino alle scogliere. La campagna era lì, sotto la mia schiena. Nessuno sapeva cosa le trasformazioni avrebbero portato. Le nazioni non sono rettili, non sanno come si evolveranno. Bisogna sempre seguire le carte, credere alle loro promesse. Attraversare l’intero Paese e fermarsi un istante a chiudere i capitoli negativi. Ho imparato una cosa: si può ancora andare avanti e vivere la natura.
-A passo d’uomo (2023)

Pierre (Jean Dujardin) è uno scrittore che da sempre cammina, arrampica e vive la natura come modo per trovare l’ispirazione. Pierre, tuttavia, è anche pieno di vizi e una sera da ubriaco precipita da un terrazzo. “Sono invecchiato di 50 anni in 8 metri”, riflette la sua voce narrante mentre lo vediamo camminare, affaticato e con una grossa cicatrice sul viso, lungo i sentieri neri che attraversano la Francia da Sud a Nord.

Camminare per guarire

Tratto da un racconto autobiografico di Sylvain Tesson, A passo d’uomo di Denis Imbert parte dal presente di Pierre per poi rivelarci man mano il suo trauma, ciò che lo ha portato a mettersi in cammino tra mille dolori – ma con una volontà di ferro – partendo dal Mercantour (Sud Est del Paese) per giungere a Cotentin (all’estremo Nord Ovest). Durante quei 1302 km Pierre osserva come la natura cambia davanti ai suoi occhi, esperendo un cambiamento della geografia e dei paesaggi che si riflette in un cambiamento interiore. Quasi sempre in solitaria, Pierre accoglie sul suo cammino sconosciuti, amici e anche famigliari, ma la vera sfida è per lui una questione altamente personale: camminare, faticare e accogliere il silenzio è un modo non solo per provare al suo fisico che può riprendersi la sua amata libertà, ma anche per accettare traumi e cambiamenti irreversibili (nel suo fisico e nelle sue relazioni) grazie al potere curativo della natura.

Durante il film osserviamo come Pierre lotta con il suo stesso fisico: per lui è difficile accettare di non essere quello di prima. Non solo perché la fatica è maggiore, ma anche perché l’incidente lo ha portato a perdere l’udito da un orecchio (danneggiando il suo senso dell’equilibrio) e a non poter più sentire i profumi nitidamente (l’odore della campagna, delle piante, dei boschi). Questo limite, per quanto doloroso, lo ha portato però ad affrontare la sfida con una perseveranza inedita, mantenendo così la promessa fatta sul letto d’ospedale di percorrere l’intero Paese, tornando a dormire tra i boschi, le rocce e le campagne ventose.

Percorrere la Francia a piedi

Pierre cammina sui sentieri neri, che l’autore del racconto Sylvain Tesson descrive come dei sentieri non qualsiasi, ma quelli “più nascosti, quelli bordati da siepi: volevo passare tra i rovi del sottobosco, sulle piste tracciate dai solchi delle ruote tra due villaggi abbandonati”. Tali sentieri, nel percorso di Pierre, vanno dal Mercantour e passano per la Provenza, attraversano il Rodano e arrivano, a metà percorso, sul Massiccio Centrale. Da lì, la regione della montagne limousine (Ussel), Haute Marche, si passa la Loira (Tours), si respira la campagna fino a Laval e si prosegue per Mont Saint-Michel, concludendo nella penisola del Contentin con la vista sulla Manica.

Come racconta il regista Denis Imbert, “I sentieri neri sono delle tracce lasciate, che non esistono sulle mappe. Sono sentieri percorsi da animali selvatici. Mi piaceva questa idea di attraversamento. L a Francia ha questa prospettiva, queste incredibili linee di fuga. Si può camminare per quattro giorni su sentieri in vetta, senza incontrare nessuno”.

A passo d’uomo, oltre alla vicenda di Pierre in sé, ci permette di osservare come il paesaggio francese cambi da Sud a Nord nella sua geografia, facendoci inoltre riflettere su quanto la modernità e il progressivo abbandono delle zone rurali e di montagna abbiano cambiato profondamente le dinamiche quotidiane di chi ha deciso di rimanere e l’esperienza di chi ha deciso di visitarle.

A passo d’uomo sarà nelle sale cinematografiche dal 19 ottobre

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