Alpinismo

Abbasso il Guinness? Agli Sherpa, però, piace

Kami Rita Sherpa e Nirmal Purja collezionano con orgoglio le pergamene assegnate loro dal Guinness. E non intendono rinunciarvi. Per soddisfazione personale e per business

Pollice verso per il Guinness dei Primati? Le reazioni del mondo alpinistico europeo e nordamericano alla decisione del celebre almanacco di togliere il record di primo salitore dei 14 “ottomila” a Reinhold Messner per assegnarla allo statunitense Ed Viesturs, dodicesimo alpinista a completare la collezione sembrano dimostrare di sì.

L’altoatesino ha reagito con una sola parola, “sciocchezze!” Per poi spiegare “non ho mai rivendicato nessun record, perciò non mi possono togliere nulla”. “Qualcuno vuole farsi notare senza avere la minima competenza”. “Su quelle vette di neve il punto più alto si sposta, e affermare a decenni di distanza che la vetta è cinque o dieci metri più a lato è ridicolo”.

La scelta del Guinness, ispirata al lavoro del tedesco Eberhard Jurgalski, cancella dall’elenco dei salitori degli “ottomila” altri straordinari alpinisti, a iniziare dal polacco Jerzy Kukuczka e dallo svizzero Erhard Loretan. I due, secondo e terzo a completare lo slam, non sono più tra noi da anni, e non si hanno potuto protestare.

Un durissimo Sergio Martini, numero sette dell’elenco, ha detto “queste accuse sono semplicemente false e prive di fondamento”. Da applausi l’intervento di Ed Viesturs, che ha rifiutato il titolo di nuovo re degli “ottomila”, e ha reso omaggio a Messner che “ha indicato la strada, non solo per lo stile, ma anche fisicamente e psicologicamente”, e che va ringraziato perché “altri alpinisti, me incluso, hanno potuto seguire le sue orme ispirandosi a lui”.

Da qui a pensare che il Guinness dei Primati, Guinness Book of Records nell’edizione originale, possa astenersi dal riscrivere la storia dell’alpinismo ce ne passa. E non solo perché il librone che è uscito per la prima volta nel 1955 viene oggi stampato in oltre 40 lingue, vende 3,5 milioni di copie all’anno e ne ha diffuse in tutto oltre 150 milioni.

Per questo, insieme agli sportivi, aspirano a entrare nelle sue pagine i ristoratori che producono pizze o fritture giganti, o i 20 o 30 simpaticoni che si contorcono per cercare di entrare tutti insieme in un’auto. Vale la pena ricordare che in 35 Paesi il Guinness ha ispirato programmi televisivi (da noi Lo Show dei Record, presentato da Gerry Scotti, va in onda dal 2022 su Canale 5), e che dal 2008 è in commercio un videogioco ufficiale.

La collezione di pergamene del Guinness di Kami Rita Sherpa

Deve farci riflettere sull’importanza dei record anche l’atteggiamento degli alpinisti che vivono nel cuore dell’Asia. Chi apre la pagina Facebook di Kami Rita Sherpa, che ha salito 28 volte l’Everest e pochi giorni fa sul Manaslu ha compiuto la sua ascensione numero 42 di un “ottomila”, sembra un perfetto testimonial del Guinness.

Nelle immagini di copertina e del profilo, vediamo Kami Rita circondato dalle pergamene che il Guinness spedisce a chi appare nel libro. Gli aggiornamenti del suo record sull’Everest (…24, 25, 26, 27, 28) fanno sì che la collezione riempia intere pareti. La prossima ad arrivare celebrerà i 42 “ottomila”. Ma durerà poco, perché lo Sherpa è già in Tibet per tentare lo Shisha Pangma e il Cho Oyu.

“Da portatore che si sobbarcava dei carichi pesanti a stabilire i record di oggi, la mia vita è stata una grande ascensione. Le montagne sono state le mie maestre. Facciamo sì che questo risultato sia un faro, che ci ricorda che nessuna vetta è troppo alta per essere conquistata” scrive Kami Rita nel post in cui celebra la vittoria sul Manaslu. Le agenzie per cui lavora, 14 Peaks Expedition e Seven Summit Treks, hanno immediatamente condiviso.

Anche Nirmal Purja è (felicemente) di casa sulla pagine del Guinnes dei primati

Sembra felice di figurare nel Guinness anche Nirmal Purja, l’alpinista nepalese che è diventato famoso con il “Project Possible”, che lo ha portato a salire tutti gli “ottomila” in 169 giorni, e poi ha animato (e ha completato senza ossigeno supplementare) la prima invernale del K2. Un anno e mezzo fa, Nimsdai ha ricevuto ben cinque certificati.

Oltre che per il Project Possible, compare nel Guinness come “più veloce a scalare le 5 vette più alte del mondo”, per aver salito “tre ottomila in tre giorni” (Everest, Lhotse e Makalu) e per essere stato “il più veloce a salire le tre cime più alte”, cioè Everest, K2 e Kangchenjunga.

C’è anche un record che Nimsdai probabilmente non ama, aver partecipato (e documentato) alla “più numerosa ascensione all’Everest in un giorno”. Ma il fatto che abbia accettato anche quella pergamena la dice lunga sul valore che l’ex-Gurkha, proprio come Kami Rita Sherpa, attribuisce al Guinness Book of Records per promuovere il suo lavoro di organizzatore di spedizioni e di guida.

Negli ultimi anni abbiamo visto le agenzie nepalesi e gli Sherpa impossessarsi dell’alpinismo sull’Everest e sugli altri “ottomila”. Sono diventati i re delle spedizioni commerciali, e lo hanno fatto lavorando in un modo che ad alpinisti e commentatori europei e nordamericani non piace. Ricordiamoci dello scorso luglio sul K2, quando le spedizioni dirette da guide statunitensi ed europee hanno fatto dietro-front per le condizioni della neve, e invece i gruppi degli Sherpa sono arrivati in cima.

Ricordiamoci del pesante giudizio espresso qualche giorno fa dal blogger Alan Arnette, e che abbiamo riportato a proposito del Manaslu. “Pesa la tendenza delle agenzie nepalesi di accettare clienti inesperti, che fanno rallentare gli altri nei passaggi pericolosi. A causa dell’aumento dei clienti non ci sono abbastanza Sherpa qualificati, e questo crea una tempesta perfetta: clienti inesperti con guida inadeguate”.

È importante che europei, americani e nepalesi ritrovino (o tentino di ritrovare) un punto di vista comune sull’alpinismo himalayano. Serve alla sicurezza dei clienti, serve all’ambiente, serve a evitare polemiche. Invece da qualche tempo, tra le due comunità sembra essersi aperto un fossato. Sarebbe grave se i giudizi divergenti sul Guinness e i suoi record lo facessero diventare più profondo.

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