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Everest with three fingers”, protagonista Andrea Lanfri

Presentato all’ultimo Festival di Cannes, il film racconta l’ascensione dello sfortunato alpinista sul Tetto del mondo. Con sincerità e senza auto commiserazioni

Film LanfriIl 7 maggio 2022 Andrea Lanfri aveva raggiunto il tetto del mondo in compagnia della guida Luca Montanari, ora è possibile vivere insieme a lui le emozioni di quel giorno grazie al film “Everest with three fingers” uscito da poco su Amazon Prime.
Il documentario ripercorre la storia di Andrea, da quella terribile meningite fulminante che lo lasciò senza gambe e sette dita delle mani nel 2015. Da lì è tutta in salita. Ma una salita che lo porta su vette di tutto il mondo. Il Bianco, il Rosa, l’Aconcagua e infine il sogno: il Tetto del mondo
“L’Everest rappresentava la materializzazione delle mie convinzioni”, spiega Lanfri con emozione. Ho sempre sostenuto che seguendo i propri sogni con decisione si possa andare oltre, raggiungere grandi traguardi. L’Everest è stata la dimostrazione pratica delle mie parole”.
Un sogno ma anche un lungo percorso di preparazione fisica e mentale che lui ha scelto di condividere con grande genuinità in questo documentario. È un racconto intimo in cui non è mai la malattia ad essere protagonista bensì l’uomo, le sue aspirazioni, la sua perseveranza, il suo coraggio di andare oltre. Sincero, autentico, scevro da sentimentalismi esasperati e leziosità. No, qui c’è solo un ragazzo normale con un amore straordinario per quello che fa.
“La mia preoccupazione prima di un’ascensione è se sono sufficientemente allenato, mica penso alle protesi”, continua Andrea. “Nelle mie avventure mi piace che tutto sia normale. Durante il trekking al campo base dell’Everest, i porter non si sono accorti di nulla finché non abbiamo dovuto guadare un torrente ed io ero l’unico a non togliermi le scarpe”.
Passo dopo passo il documentario segue Andrea e il suo piccolo team al campo base, tra i ghiacci labirintici della Khumbu Icefall e su fino all’Hillary Step per poi toccare le preghiere colorate della vetta. Il tutto condito da qualche bonus track, come l’intervento di Tamara Lunger e le immagini del progetto From 0 to 0.

Il film è stato apprezzato anche dalla critica. Presentata lo scorso aprile a Cannes, la pellicola si è guadagnata un posto tra i finalisti del MipDoc International Pitch per qualità e creatività della narrazione.
Mentre ci godiamo le immagini dal nostro divano, Andrea si prepara ad altre salite, in un programma serrato che già include un piano A uno B. “Sta proseguendo il mio progetto delle Seven Summits. A dicembre sarò in Australia per salire il Monte Kosciuszko (2228 m), la cima più alta dell’Oceania continentale. Poi il prossimo anno sarà la volta del Denali (6194 m) in Alaska. A quel punto mi mancherà solo l’Antartide. Il piano B potrebbe essere un altro ottomila, adesso ci ho preso gusto”.
E a chi gli chiede: “Ma quindi Andrea, cosa serve per scalare l’Everest?”, lui semplicemente risponde “Motivazione, umiltà e tanto amore per la vita. ”

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