In vetta a tre facili cime nelle Dolomiti Ladine: Gran Cir, Sass Ciampac, Sassopiatto
Ultime settimane utili per raggiungere tre agevoli vette tra Val Gardena e Val Badia, regno del popolo ladino
Il fascino della cima è speciale, sia dal punto di vista estetico e panoramico, sia per la soddisfazione di toccare la vetta e, magari, anche di scattare la foto ricordo sul culmine della montagna. Il Gran Cir e il Sass Ciampac si trovano nel Parco Puez Odle, con accesso dal Passo Gardena, tra le valli ladine Val Gardena e Val Badia. Al Sassopiatto, invece, si accede dal vicino Passo Sella, tra Val Gardena e Val di Fassa, oppure anche dall’Alpe di Siusi, sempre salendo lungo la via normale. E’ anche possibile raggiungere la cima del Sassopiatto percorrendo la via ferrata Oskar Shuster che diparte, invece, dal Rifugio Vicenza. In questo caso è necessario essere fisicamente preparati ed usufruire dell’equipaggiamento da ferrata: casco, imbragatura, moschettoni, cordino e dissipatore. La salita al Grande Cir, con tratti attrezzati può essere idealmente considerata un itinerario iniziatico per chi intenda provare a cimentarsi, in futuro, in vie ferrate più impegnative (consigliata comunque attrezzatura da ferrata). La salita al Sassopiatto, invece, è molto semplice, anche se è la più lunga tra quelle descritte e richiede, quindi, un certo allenamento. Occorre, infatti, raggiungere prima l’omonimo rifugio, per poi cimentarsi nell’ascensione del ripido, ma semplice piano inclinato di roccia che conduce alla croce di vetta. Il Sass Ciampac, si trova nel cuore del Parco Puez Odle, tra il Passo Crespeina e l’altipiano della Gardenazza, in un ambiente tanto panoramico, quanto surreale.
Spettacolo dalla vetta del Grande Cir
Cima per escursionisti esperti, con assenza di vertigini e piede fermo. Superando alcune corde fisse e arrampicandosi su facili rocce (primo grado), sempre ben segnalate, si può ammirare uno dei panorami più spettacolari e completi delle Dolomiti, soprattutto sui vicini gruppi di Sella, Sassolungo e Puez Odle, mentre più distanti si osservano Sorapiss, Antelao, Pelmo e Civetta. La barriera merlata della catena del Cir ha un’estetica molto peculiare e inconfondibile, sia dal versante del Passo Gardena, sia da quello opposto, sovrastante la Val Chedul. Dal Passo Gardena, si percorre la stradina che conduce dall’Hotel Cir alla stazione a monte della cabinovia Dantercepies, proveniente da Selva. Senza raggiungerla, si devia (cartelli per il Puez) salendo verso le Cime del Cir. Ad un ulteriore bivio, si lascia il sentiero principale, per deviare verso sinistra in ripida salita, per prati e ghiaia, sino all’imbocco del canalone fiancheggiante lo stesso Cir. Si incrocia ora il sentiero proveniente dalla cabinovia Dantercepies. Cartelli indicano la direzione di ripida salita che, a zig zag, conduce sino ad una cengia, con corde metalliche che aiutano nella progressione. Si sale alternando tratti di sentiero esposto a rocce dove ci si aiuta con le mani (primo grado, qualche tratto esposto), per poi risalire l’ultimo pendio con alcuni tornanti sino alla croce metallica che segnala la vetta del Grande Cir (2592 m). Si scende lungo l’itinerario di salita.
Partenza: Passo Gardena (2137 m)
Arrivo: Cima Grande Cir (2592 m)
Dislivello: + 455 m
Durata: 1.45 ore
Difficoltà: EE / A; brevi tratti di primo grado. Qualche punto esposto
Periodo: da luglio a settembre
Dal Passo Gardena al Sass Ciampac
Dal Passo Gardena (2137 m), si inizia la salita seguendo le indicazioni per il Rifugio Puez (n. 2), prendendo il sentiero in fronte al Rifugio Frara. Si sale per prati sino alla base del frastagliato gruppo del Cir, dove cartelli (Rifugio Puez) indicano la direzione. Si continua fiancheggiando le pendici del Cir sino al Rifugio Jimmy (2222 m), ove l’ampio terrazzo panoramico suggerisce una breve sosta per ammirare il monumentale gruppo del Sella e il Sassolungo. Il sentiero prosegue con ripidi tornanti che si inerpicano lungo una pietraia cosparsa di pini mughi, entrando nel Parco Puez Odle. La vegetazione lascia spazio a un mondo di rocce, di guglie e di snelli pinnacoli, uno degli angoli più suggestivi dell’area protetta: il Passo Cir (2469 m; 1.30 ore). Raccordo tra il Passo Gardena, la solitaria Val Chedul e l’altipiano di Crespeina, il valico è un autentico deserto di roccia. Si scende, quindi, brevemente (n. 2), per un centinaio di metri, ignorando la deviazione sulla sinistra per la Val Chedul, per continuare dritto e poi risalire sino alla Forcella Crespeina (2527 m; 30 minuti da Passo Cir). Il paesaggio muta radicalmente. Lasciati alle spalle i bastioni di roccia della Val Chedul e le aguzze vette del Cir, si ammira l’altipiano roccioso della Gardenazza. Dalla Forcella Crespeina, cartelli indicano la deviazione sulla destra. Si lascia il sentiero che scende verso il Lago Crespeina e prosegue verso il Rifugio Puez e, in moderata salita e superando un breve, me semplice tratto esposto, si giunge alla panoramica vetta del Sass Ciampac. Impressionante la vista su molte cime dolomitiche, ma soprattutto sull’intaglio roccioso della Val di Mezdì che taglia il limitrofo e antistante massiccio del Sella. (+ 150 m; 45 minuti dal Passo Crespeina; E).
Partenza: Passo Gardena (2137 m)
Arrivo: Cima Sass Ciampac (2672 m)
Dislivello: + 580 m; – 50 m
Durata: 2.15 ore
Difficoltà: E
Periodo: da giugno a settembre
La facile “conquista” del Sassopiatto
Salendo dal versante gardenese, poco dopo il Resort Passo Sella, si devia sulla destra verso il Rifugio Valentini, dove si parcheggia (si può sostare anche presso il Resort Passo Sella). Si cammina ora in salita su ampia sterrata, passando a fianco di varie strutture turistiche, fiancheggiando il gruppo del Sassolungo, sino alla fine della salita. Si lascia sulla sinistra la sterrata verso il Col Rodella, per giungere al Rifugio Friedrich August (circa 30 minuti). Si può dire che la vera e propria gita inizi ora, camminando lungo il Sentiero Friedrich August, verso il Rifugio Pertini, fiancheggiando il gruppo del Sassolungo, con bella vista, tra gli altri, sul gruppo del Catinaccio e sui Denti di Terrarossa. In circa 45 minuti, dopo parecchi lievi saliscendi, si giunge allo spiazzo dove è situato il Rifugio Pertini (2300 m). Si continua, sempre in falsopiano, alle falde del gruppo del Sassolungo, sino al Rifugio Sassopiatto (2297 m: 45 minuti dal Pertini). Dal rifugio si sale lungo i docili prati (n. 527) ai piedi del roccioso piano inclinato della cima Sassopiatto. Curioso pensare che lo “scivolo” roccioso e inclinato del Sasso Piatto sembrerebbe proprio coincidere con la scarpata sottomarina, risalente a 230 milioni di anni fa, quando qui c’era il mare. Dopo pochi minuti il sentiero diviene più ripido. Si supera un dosso erboso e un breve tratto in piano per iniziare la vera ascensione. Dopo gli ultimi lembi erbosi si pone piede sulle rocce e sulle pietraie della montagna. Il sentiero, sempre accuratamente segnalato, diviene via via più ripido. Superati gli ultimi tornanti su pietraie si giunge sulla cresta terminale che nasconde l’impressionante baratro verticale verso il Sassolungo (attenzione in caso di nebbia). Senza difficoltà si tocca la croce di vetta (2954 m; circa 1,30 / 2 ore dal rifugio). La vista sul vicinissimo e imponente Sassolungo è impressionante, così come sull’agile Grohmann e sulle turrite Cinque Dita. Poco più lontano svettano il fortilizio gruppo del Sella e la Marmolada, le rocce pallide del Catinaccio e, in totale contrapposizione, i verdi e ondulati prati dell’Alpe di Siusi.
Partenza: Resort Passo Sella (2180 m)
Arrivo: Cima Sasso Piatto (2958 m)
Dislivello: + 1050 m
Durata: 3.30 ore
Difficoltà: E
Periodo: da giugno a settembre