Scopri il lupo che c’è in te! La visita al Centro Uomini e Lupi di Entracque
Una struttura d’avanguardia del Parco delle Alpi Marittime, in Piemonte, consente di scoprire abitudini e segreti del lupo. E a guardarlo negli occhi senza paura
La collina dove vivono Hope e Alberto si trova a circa mille metri di quota, all’angolo sud-occidentale delle Alpi, in una conca circondata da alte vette rocciose. Non è vasta, ma la sua orografia articolata, con cespugli, boschi di faggio e macigni consente ai due animali e ai loro simili di ripararsi, se vogliono, dallo sguardo curioso dell’uomo. Intorno alla collina gira un’alta recinzione metallica.
Purtroppo Alberto e Hope, come gli altri lupi ospitati nella struttura, non possono vivere liberi. Alcuni sono stati vittime di incidenti stradali, altri sono nati in cattività e sono abituati alla vicinanza dell’uomo. Questa per i lupi è una condizione da cui non si torna indietro. Ma Hope, Alberto e i loro figli Argentera, Baus, Lykos, Mistral e Zampa, hanno un ruolo importante. Insegnano a ragazzi e adulti (migliaia di persone ogni anno) l’importanza e la bellezza della loro specie.
Quasi scomparsi dall’Italia negli anni ’70. Oggi sono più di 3.000
Il lupo, nome scientifico Canis lupus, mezzo secolo fa in Italia è arrivato a un passo dall’estinzione. Negli anni Settanta si stimava che ne restassero solo tra i 100 e i 200, concentrati sull’Appennino tra i Monti Sibillini e la Calabria. In molte zone, e soprattutto in Abruzzo, l’uomo li aveva perseguitati con trappole, veleni e fucili. La loro caccia, per decenni, è stata consentita anche nel Parco nazionale d’Abruzzo, istituito nel 1922.
A salvare i lupi dall’estinzione, dagli anni Settanta, sono state le leggi nazionali e le convenzioni internazionali che li hanno tutelati, la nascita delle aree protette e la ricerca scientifica, la diminuzione della pastorizia, l’aumento delle prede “naturali” (soprattutto caprioli e cinghiali) che hanno parzialmente distolto la loro attenzione dalle greggi. Sono state fondamentali anche le iniziative culturali, che hanno dimostrato al pubblico che il “lupo cattivo” delle favole non esiste e che con qualche accorgimento, è possibile conviverci. Simbolo di queste iniziative, per anni, sono state l’Operazione San Francesco del WWF e l’area faunistica di Civitella Alfedena, in Abruzzo.
Oggi, secondo gli ultimi censimenti, i lupi italiani sono più di 3.000 e vivono in gran parte della Penisola. Da tempo, i problemi più seri di convivenza con l’uomo e con le sue attività economiche si registrano sulle Alpi orientali, tra il Veneto, l’Alto Adige e il Trentino.
A Entracque il lupo si racconta
Il Centro Uomini e Lupi, nel Parco delle Alpi Marittime, in Piemonte, è la più grande struttura dell’arco alpino italiano realizzata per raccontare la bellezza di questi animali e per invitare a una convivenza serena.
La struttura comprende due sezioni separate. Il Centro Visita, nel borgo di Entracque, offre un percorso di scoperta dedicato al mito del lupo. Ad accompagnare grandi e piccini è la voce di un cantastorie. Si inizia dalla Tenda delle Favole, ascoltando racconti che arrivano da Turchia, Russia, Svezia, Irlanda, Mongolia e dagli indiani del Nord America.
La visita continua nell’Officina delle Biciclette e nella Galleria dei Ritratti, dove contrabbandieri, guardiacaccia e “lupari” raccontano i loro incontri ravvicinati con il lupo. Nella Grotta, l’ultima tappa del percorso, si ascoltano i commenti di pastori, guardiaparco ed escursionisti. Alla fine si capisce che il lupo non è né buono né cattivo, ma semplicemente condivide la Terra con noi. Il motto del Centro, d’altronde, è “scopri il lupo che c’è in te”.
Un breve trasferimento in auto, o una camminata di circa 40 minuti sul percorso Sulle Tracce del Lupo attrezzato con cartelli e postazioni multimediali, porta dal centro di Entracque al ponte di Burga e poi alla località Casermette, dov’è l’Area Faunistica. Prima di entrarvi si attraversano altre sale dedicate alla vita e alle abitudini della specie.
Accompagna virtualmente i visitatori Caterina, un’appassionata di lupi che racconta le sue avventure in Italia e nel mondo per seguire i lupi con binocolo, taccuino, macchina fotografica e cinepresa. Una sala dopo l’altra, grazie lei, si scoprono le abitudini di vita, il comportamento sociale e le tecniche di caccia dei lupi. Caterina è un personaggio di fantasia.
E’ vera invece la storia di Ligabue, un giovane lupo maschio che nel 2004, grazie a un radiocollare, è stato seguito un passo dopo l’altro nei suoi spostamenti tra l’Appennino emiliano e le Alpi Marittime. La sua vita simboleggia i vagabondaggi di tanti suoi simili. Garantisce l’accuratezza scientifica dei racconti di Uomini e Lupi la supervisione del Parco delle Alpi Marittime (al quale la struttura appartiene) e il rapporto con il progetto europeo LIFE WolfAlps UE, diretto dalla zoologa torinese Francesca Marucco.
Incontri ravvicinati nell’Area faunistica
Arriva finalmente il momento di affacciarsi sui recinti dell’Area Faunistica. Il più grande (4 ettari) è il cuore della struttura e può essere osservato da due altane. Al suo interno vive un branco formato da cinque lupi, Alberto, Hope, Argentera, Baus e Lykos.
Il primo, il maschio alfa, è cresciuto a Pescasseroli, nel Centro Visite del Parco d’Abruzzo Lazio e Molise, ed è arrivato a Entracque nel 2015. Grande e muscoloso, ha un mantello con sfumature rossicce sulla parte posteriore delle orecchie, non è raro osservarlo nel classico atteggiamento a “coda alta” quando si avvicina a un altro lupo del branco.
Hope, la femmina alfa, si riconosce grazie al mantello grigio e a un labbro cadente, lasciato da uno scontro con altri lupi. Investita da un’auto a Pragelato in Val Chisone, è stata curata nell’Ospedale Veterinario Universitario di Grugliasco (Torino) ed è poi stata trasferita a Entracque. Il nome, che significa “Speranza”, era legato a un possibile ritorno in libertà, poi sfumato.
Hope e Alberto sono genitori di Argentera, Baus e Lykos, che vivono nello stesso recinto e sono tutti nati nel Centro Uomini e Lupi. Sono figli della coppia anche Mistral e Zampa, un maschio e una femmina, due esemplari di lupi sottomessi (omega) che devono essere tenuti separati dagli altri nella zona sud dell’Area faunistica.
Un altro recinto separato ospita Cati, una femmina timida che è arrivata nella struttura di Entracque nel 2022 dopo essere stata soccorsa in Val Troncea, nei pressi di Pragelato, con ferite alla testa che hanno fatto pensare gli zoologi al suo allontanamento dal branco. Il ritorno alla libertà nella natura è improponibile anche per lei. Una delle lezioni della visita a Uomini e Lupi è che questi meravigliosi animali non sono pericolosi per l’uomo, ma possono essere spietati tra loro.
Il biglietto di accesso permette di visitare entrambe le sezioni. Fuori dall’estate le visite sono possibili solo nei fine settimana. Informazioni e prenotazioni sul sito www.centrouominielupi.it, ai numeri 0171.978616 e 0171.1740052 o alle mail prenotazioni@areeprotettealpimarittime.it e info@montagnedelmare.it. Sono disponibili visite guidate.