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La morte di Ermanno Salvaterra, l’uomo del Torre

Il grande alpinista trentino è caduto sul Campanile Alto, quasi dietro casa. Di lui ricorderemo le straordinarie imprese in Patagonia. E una tenacia con pochi uguali

Lo hanno tradito le montagne di casa, sulle quali aveva arrampicato migliaia di volte anche aprendo vie notevolissime. Ermanno Salvaterra è caduto sul Campanile Alto, nel tratto conclusivo della via Hartman-Krauss, sulla cresta ovest. Secondo le prime ricostruzioni stava arrampicando da primo a circa 2.700 metri di quota quando è volato per una ventina di metri sbattendo la testa. Irrimediabilmente.

Salvaterra, nato a Pinzolo 68 anni fa, era una figura di primissimo piano dell’alpinismo nelle Dolomiti di Brenta. Guida alpina dal 1979, sulle Dolomiti di Brenta aveva aperto vie di arrampicata moderna particolarmente significative tra le quali la via Delle Aspiranti guide e la Elefante Viola sul Pilastro Bruno, Super Maria e Ultimo Sole sul Crozzon di Brenta, Cheyenne e Duomo dei Falchetti sul Campanile Basso.

Nel 1982 scopre la Patagonia, che diventerà la sua seconda casa. L’Uomo del Torre, come fu soprannominato raggiunse per la prima volta la cima del Cerro Torre nel 1983 salendo la Via del Compressore con una deviazione nella parte conclusiva sul tracciato disegnato quattro anni prima da Jim Bridwell. Due anni dopo realizza la prima invernale sulla stessa montagna rimanendo in parete per ben undici giorni.

Complessivamente, amava ricordare, sono state 130 le notti trascorse da Salvaterra bivaccando appeso alle pareti del “suo” Torre, sul quale ha aperto ben cinque vie di salita. La sua collezione di vette patagoniche comprende, tra le altre, il Cerro Fitz Roy, la Punta Poincenot di quest’ultimo, l’Aguillamet e il Cerro Rincón.

Uomo poliedrico, Salvaterra si era anche appassionato alla cinematografia. Sono 11 i filmati (i primi girati in 16 mm), che ha realizzato nel corso delle sue scalate. Pellicole spesso straordinarie e non a caso a premiate in numerosi festival. Immagini che da domani ci consentiranno di tornare in parete insieme a lui.

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2 Commenti

  1. Grazie Ermanno,
    per averci regalato tanti sogni e tanti insegnamenti…
    ci mancherai con il tuo spirito, e il tuo modo di andare in montagna

  2. Buon Viaggio Ermanno,
    penso che vite come la tua si possano solo invidiare per la quantità e qualità di emozioni vissute.
    Rimarrà una traccia indelebile di quanto fatto in montagna e non solo.

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