Re Ortles, un docufilm su Rai3 rievoca le battaglie sulla Trafojer Eiswand
Una fedele e spettacolare ricostruzione storica. Ma anche uno sguardo all’oggi con i contributi di Reinhold Messner e Gustav Thoeni. Appuntamento davanti allo schermo il 20 agosto.
Le battaglie sulla Trafojer Eiswand combattute nell’estate 1917 durante la Prima guerra mondiale sono lo spunto di partenza del docufilm Re Ortles che verrà trasmesso su RaiTre Alto Adige (e in tutta Italia sui canali 806 e 808 del digitale terrestre) domenica 20 agosto alle 22. La fedele ricostruzione di uno dei momenti più drammatici della Grande Guerra è stata resa possibile dai diari dell’Alpino Ardito Giacomo Pesenti, prezioso e affidabile testimone degli eventi, che ricostruiscono le drammatiche vicende della perdita e riconquista della Trafojer da parte dei due eserciti contrapposti. Storie incredibili, specie in considerazione dell’epoca in cui avvennero: gli austroungarici riuscirono a espugnare le postazioni italiane attestate a quota 3559 metri solo dopo aver scavato per mesi una serie di gallerie nel cuore del ghiacciaio della parete nord. Ma non trascorsero molti giorni e la reazione degli Alpini, protagonisti di un’impresa alpinistica clamorosa che li portò a sorprendere i nemici arrivando da dove questi non se li aspettavano, consentì la riconquista della vetta.
Re Ortles, diretto da Enzo Franco, non si limita però alla pur emozionante ricostruzione di quegli eventi. Dopo la fine del conflitto, infatti, il tenente Guido Bertarelli tornò sul campo di battaglia effettuando alcuni studi sulle cavità nel ghiaccio scavate e utilizzate dagli austriaci per condurre dando inconsapevolmente il via alla moderna glaciologia. Da lì la scelta del regista di approfondire il tema nel docufilm anche in chiave contemporanea con il contributo del glaciologo Cristian Casarotti. Ad evidenziare gli aspetti tecnici – sciistici e alpinistici – delle imprese di allora, ma anche l’evoluzione della montagna sono intervenuti Reinhold Messner, che ripercorre anche la storia delle ascensioni nel Gruppo dell’Ortles, e Gustav Thoeni, quest’ultimo nato e cresciuto proprio all’ombra della montagna.