Itinerari

Tre rifugi nel Vallese dove le Alpi svizzere danno spettacolo

Cervino, Dent d’Hérens, Obergabelhorn, Grand Cornier, Monte Rosa. Ai piedi delle grandi vette delle Alpi Pennine sorgono dei rifugi panoramici e ricchi di storia. Ve ne suggeriamo tre, raggiungibili lungo dei sentieri tranquilli.

Da qualunque parte lo si contempli ha sempre un aspetto imponente. Non è mai volgare. Senza rivali nelle Alpi, non ne ha che un numero assai esiguo nel mondo intero”.

Così descriveva il Cervino, Matterhorn in tedesco e in inglese, l’alpinista britannico Edward Whymper, autore della prima salita di questa straordinaria montagna nel 1865, e sopravvissuto alla tragedia della discesa, che costò la vita a quattro alpinisti su sette.

Il Vallese, traversato dalle acque del Rodano, è uno dei cantoni più visitati della Svizzera. Dall’Italia si raggiunge per la strada che collega Aosta a Martigny attraverso il Gran San Bernardo, o per quella che scavalca il Sempione da Domodossola a Briga. Il visitatore, qui, scopre vigneti e castelli, torrenti e cascate, un popolo che parla due lingue (tedesco nella parte alta della valle, francese in basso) e un’infinità di vette e ghiacciai.

Nel Vallese, tra l’Oberland, le Alpi Pennine e il Monte Bianco, sono stati censiti 680 ghiacciai, e si concentra un terzo del ghiaccio dell’arco alpino. All’interno o sui confini del cantone si alza la metà degli 82 “quattromila” delle Alpi. Treni a cremagliere e funivie, dai prezzi spesso elevati, conducono a belvedere famosi come il Klein Matterhorn (Piccolo Cervino) e il Gornergrat, rispettivamente 3880 e 3090 metri di quota.

Gli escursionisti in questa zona devono scegliere con attenzione le proprie mete. Alcuni rifugi alla base dei “quattromila”, come la Dom Hütte e la Mischabel Hütte, si raggiungono per dei sentieri lunghi, ripidi e faticosi, che spesso includono passaggi attrezzati. Altri punti d’appoggio suggestivi, invece, sono accessibili con camminate facili.

Descriviamo un classico anello da Zermatt, una passeggiata ad alta quota da Sass-Fee, e il sorprendente e poco noto sentiero che sale alla Cabane de Moiry, ai piedi del Grand Cornier, in Val d’Anniviers. Il rapido ritiro dei ghiacciai, causato dal cambiamento climatico, non riduce il fascino delle grandi cime del Vallese.

Dal Lago di Châteaupré alla Cabane de Moiry

(600 m di dislivello, 3 ore a/r, E)

La vetta del Grand Cornier, che sorveglia il Glacier de Moiry, raggiunge “solo” i 3961 metri, e anche per questo motivo il sentiero che sale alla Cabane de Moiry è poco frequentato dagli escursionisti italiani. E’ un errore, perché si tratta di un itinerario breve, e che offre un meraviglioso colpo d’occhio sulla lingua terminale e sulla seraccata del ghiacciaio.

Da Sierre si risale la spettacolare Val d’Anniviers fino a Grimentz, e si continua per una strada asfaltata fino al lago artificiale di Moiry, che si raggiunge dopo aver traversato un lungo tunnel. Si posteggia in un piazzale panoramico (2349 m). Si può arrivare anche in bus.

A piedi si segue il sentiero segnato che si alza a sinistra del lago, traversa un ruscello, e percorre il crinale di una morena. Prima che questa finisca si scende a sinistra in un vallone e si raggiunge la base di un canalone sassoso (2550 m, 0.45 ore).

Si sale con ripidi tornanti, si traversa a destra su terreno roccioso elementare ma scivoloso (breve corda fissa, attenzione se c’è neve!), poi il terreno diventa più comodo. Si continua con lunghe diagonali, poi una rampa su grandi massi porta alla Cabane de Moiry (2825 m, 0.45 ore), affacciata sulla seraccata del Glacier de Moiry. Da sinistra sorveglia la zona la rocciosa Pigne de la Lé. La discesa richiede 1.15 ore.

La Cabane de Moiry, foto di Stefano Ardito
La Cabane de Moiry, foto di Stefano Ardito

Dallo Schwarzsee alla Schönbiel Hütte e a Zermatt

(630 m di dislivello in salita, da 1240 a 1510 m di dislivello in discesa, da 6.30 a 7.15 ore a/r, E)

La Schönbiel Hütte, ai piedi del Cervino e della Dent d’Hérens, è uno dei rifugi più panoramici delle Alpi, e si raggiunge per un itinerario comodo ma lungo. Salire in cabinovia allo Schwarzsee consente di ridurre il dislivello e di toccare un altro fantastico belvedere.

Dalla stazione di Zermatt (1605 m) si traversa il paese fino alla base (1660 m, 0.15 ore) della cabinovia con cui si sale al Furi e poi all’Hotel Schwarzsee (2583 m), belvedere sul Cervino, il Monte Rosa e la catena dalla Dent Blanche all’Obergabelhorn.

Si scende verso il lago, lasciando a sinistra il sentiero per la Hörnli Hütte. La strada sterrata prosegue con fantastici scorci sulla Nord del Cervino fino ai pianori della Stafelalp. Da un bivio (2392 m) si imbocca un sentiero che scende a un acquitrino e al ristorante di Stafel (2139 m, 1 ora).

Si segue una strada pianeggiante, si toccano delle captazioni, si traversa la piana per una monotona strada sterrata, poi si risale a un ponte (2355 m, 1 ora) sul torrente della Arbental, che scende dall’Obergabelhorn. Si continua per la strada sterrata che segue la morena del ghiacciaio di Zmutt, tocca i laghetti delle Hohle Biele e finisce in un pianoro (2402 m) in vista della Dent d’Hérens.

Prima di un altro laghetto (2426 m), si deve scegliere se continuare sul fondovalle o passare a sinistra sulla morena. Dei tornanti su terreno ripido e una diagonale portano alla Schönbiel Hütte (2693 m, 1.30 ore). Poco più avanti è un grande ometto di pietre (2710 m) da cui ci si affaccia sullo Schönbiel Gletscher e la Dent Blanche.

Si scende sul percorso di andata fino alle captazioni (1.30 ore). Al bivio successivo si continua per una strada sterrata nel bosco fino alle baite di Biel (2026 m, 0.45 ore). Si può concludere la camminata raggiungendo la stazione della cabinovia del Furi (1867 m, 0.30 ore), o continuando a piedi verso il borgo di Zmutt (1936 m) e Zermatt (1.15 ore).

La terrazza della Schönbiel Hütte sullo sfondo il Monte Rosa, foto di Stefano Ardito
La terrazza della Schönbiel Hütte sullo sfondo il Monte Rosa, foto di Stefano Ardito

Dal Felskinn alla Britannia Hütte

(400 m di dislivello, 3.30 ore a/r, E)

La conca di Saas Fee, circondata da una dozzina di “quattromila”, è una delle zone delle Alpi Pennine dove i segni del cambiamento climatico sono più evidenti. Lo stesso è vero per la Britannia Hütte, costruita nel 1912 con i fondi donati dai soci britannici del Club Alpino Svizzero, ai piedi dell’Allalinhorn e di altre cime i cui ghiacciai si riducono rapidamente.

Dai posteggi (1810 m) all’ingresso di Saas Fee si raggiunge la base (1835 m, 0.15 ore) della cabinovia del Felskinn (2981 m). A piedi si traversa un ramo del ghiacciaio per una larga e comoda cengia artificiale (non servono piccozza e ramponi), si scavalca la sella sassosa dell’Egginersjoch (2989 m) e si scende in una vasta conca morenica fino ai laghetti (2850 m) ai piedi del ghiacciaio di Chessjen.

Da qui risale verso la ben visibile Britannia Hütte (3030 m, 1.15 ore), che si raggiunge superando degli elementari nevai. Un sentierino continua fino al cocuzzolo roccioso del Klein Allalinhorn (3100 m, 0.30 ore a/r), da cui appare il Monte Rosa. Si torna per la stessa via (1.15 ore).

La Britannia Hütte, foto di Stefano Ardito
La Britannia Hütte, foto di Stefano Ardito
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