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Resina: la musica come via di riscatto per la comunità cimbra. Il film del venerdì

Ambientato nel paesino di lingua cimbra di Lusérn, il film Resina di Renzo Carbonera affronta il tema dello spopolamento dei paesi montani e ne fa una storia di riscatto attraverso la musica

Su un altopiano alpino un po’ fuori dal mondo, pur senza esserne distante, vivono gli ultimi custodi di una lingua germanica arcaica che ha radici nel Medioevo.

“Fa ciò che puoi, con ciò che hai, nel posto in cui sei”, diceva Theodore Roosvelt. E loro parlano cimbro, sono ormai meno di 100 e vivono a Lusérn.

Ispirato alla vera storia del Coro Polifonico di Ruda (Friuli-Venezia Giulia), Resina (2017) di Renzo Carbonera racconta la vicenda di quel coro e lo riadatta con fantasia al contesto della Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri, non lontano da passo Vezzena e collocata nella Provincia autonoma di Trento. Lusérn (Luserna in italiano) è un paese di appena 271 abitanti, ma custodisce grazie ai suoi abitanti una lingua quasi morente: il cimbro.

La peculiarità di questa comunità, con la sua unicità linguistica in pericolo, è però anche il segno allarmante del fatto che Lusérn, come tante altre comunità montane, rischia di essere dimenticata “dal mondo”. Non si tratta, tuttavia, soltanto di un fatto linguistico. Come testimonia il film, la montagna è sempre più calda (tanto che si pensa di piantare alberi di albicocche), gli abitanti sono sempre meno, e sopravvivere e rimanere in paese è ormai un atto di resistenza culturale. Resina ci parla proprio delle difficoltà di sopravvivenza di questa comunità e insieme della sua dignità: andarsene, a detta degli abitanti, non sembra proprio un’opzione possibile. Ma a che costo?

La musica come salvezza

L’unica persona che mette in dubbio questa verità è Maria (interpretata da Maria Roveran), una violoncellista di Lusérn che torna in paese dopo il fallimento della sua carriera musicale e per la triste occasione della morte del fratello. Maria è delusa e triste, per riflettere si ferma a osservare le montagne che circondano il paese e come la vita tranquilla del luogo, tra il bar locale, il campetto e la parrocchia, sembri una bolla di serenità.

Questa serenità, però, è soltanto apparente: la cognata è sola e con un bambino a carico, oberata dai debiti dopo che il marito ha comprato un terreno con il sogno di fare una vigna; la madre invece non parla affatto, è appena uscita da una clinica psichiatrica. Gli altri paesani sono preoccupati per il cambiamento climatico e si distraggono giocando a carte o bevendo alcol.

In occasione delle celebrazioni per il fratello, Maria vede il coro maschile diretto da Hermann (Andrea Pennacchi). Hanno ormai perso i fasti di un tempo, quando partecipavano a concorsi internazionali. Non hanno più voglia ed Hermann affoga i suoi dolori personali nell’alcol. Sarà proprio con l’aiuto di Maria, inizialmente riluttante, che Hermann e il coro non solo vedranno aggiungersi (ex) nuovi membri, ma arricchiranno il loro repertorio e ritroveranno la spinta per sognare in grande. Maria, invece, troverà una nuova direzione per la propria vita.

La storia di Luserna

Luserna è il più piccolo comune dei grandi altipiani trentini, ed è entrato nel 2021 tra i Borghi più Belli d’Italia. Il suo nome deriverebbe dal cimbro Laas, che voleva indicare valico, località di accesso alla Valsugana. La storia di questo luogo è travagliata, parte dalle ondate migratorie del XI-XII secolo partite dall’area bavarese (la lingua cimbra è un tedesco medioevale nella versione bavarese).

Come riporta il Centro di documentazione di Luserna: “Nel 1942, nell’ottica di una italianizzazione forzata dei territori annessi all’Italia dopo il primo conflitto mondiale, Luserna fu interessata dal fenomeno delle ‘opzioni‘. Con tale termine si indicava la facoltà di scelta concessa agli abitanti di lingua tedesca del sudtirolo e delle zone mistilingue delle allora Tre Venezie di rimanere cittadini italiani – rinunciando alla propria lingua materna e tradizioni secolari – oppure trasferirsi nel III Reich. Dei circa ottocento abitanti dell’epoca optarono 373 persone, delle quali metà lasciò il paese”.

A oggi, secondo il censimento del 2021, a Luserna la popolazione è per il 68,8% di lingua cimbra e per il 31,2% di lingua italiana. Una maggioranza non silenziosa, ma che rivendica con orgoglio la propria lingua.

Resina è disponibile gratuitamente per lo streaming su RaiPlay.

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