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Il “Mago” Nadir Maguet frantuma lo storico record alla SkyMarathon Sentiero 4 Luglio

Lo scialpinista e skyrunner valdostano Nadir Maguet ha abbassato di oltre 5 minuti il record fissato nel 2003 dal campione Mario Poletti. Lo abbiamo intervistato e gli abbiamo chiesto chi secondo lui potrebbe scendere sotto al muro delle 4 ore

Erano anni che fior di campioni ci provavano. Poi è arrivato lui, Nadir Maguet, e ci è riuscito. Così, con quel suo sorriso disarmante, ma questa volta anche con le lacrime agli occhi. Abbracciato stretto dal padre, anche lui evidentemente emozionato. Quello del loro abbraccio è stato, in assoluto, lo scatto più bello e toccante di questa grandissima, stratosferica edizione della Maratona del Cielo SkyMarathon Sentiero 4 Luglio.

Che il valdostano griffato La Sportiva fosse un campione già si sapeva, ma in questo modo Nadir passa alla storia. Perché quel record, fissato dal bergamasco Mario Poletti nel 2003, era ritenuto davvero imbattibile. In tanti ci avevano provato a scendere sotto quelle 4 ore, 8 minuti e 24 secondi. Tadei Pivk, che nel 2014, nel 2015 e nel 2016 aveva vinto la gara e che in questa edizione è salito sul secondo gradino del podio, non ci era riuscito. Poi è arrivato lui, Nadir “Mago” Maguet, e ha stoppato il crono a 4h 03’ 01” abbassando di 5’23” un primato che sembrava imbattibile.

Ad accoglierlo all’arrivo e a festeggiarlo per aver scritto una nuova pagina di storia dello skyrunning c’era anche Mario Poletti che, accompagnato dal figlio Filippo, ha simbolicamente effettuato il passaggio del testimone. Una standing ovation che ha coinvolto tutto il paese di Corteno Golgi (BS) e la frazione di Santicolo, oltre al comitato organizzatore presieduto da Tom Bernardi e composto da oltre 180 volontari.

Nadir Maguet alla sua prima esperienza su questo tracciato, Maguet ha domato i tecnicissimi 42 km con dislivello di 2700 m circa in salita e 2750 m circa in discesa della SkyMarathon Sentiero 4 Luglio, la più vecchia e longeva gara skyrunning di sempre, la cui prima edizione risale al 1994.

Ha resistito invece il record femminile che porta la firma di Emanuela Brizio (5h 11’ 05” nel 2005). La vincitrice di questa edizione, Chiara Giovando, ha infatti fermato il cronometro sul tempo di 5h 33’ 57”.

Chiusa questa 26a edizione che ha regalato ad atleti e pubblico emozioni uniche oltre a scorci mozzafiato, il giovane e dinamico comitato organizzatore pensa già al 2024. E probabilmente fanno lo stesso anche gli atleti più forti, galvanizzati e stimolati dalla super prestazione del valdostano guardano alla prossima edizione. L’appuntamento con la super classica camuna sarà, come da tradizione, sempre per la prima domenica di luglio.


Nadir Maguet alla Skymarathon. Video di Maurizio Torri

LA TOP 5 della maratona SkyMarathon Sentiero 4 Luglio

Sul podio insieme a Nadir Maguet anche il friulano Tadei Pivk (4h19’55”) e William Boffelli (4h20’10”). Nei primi 5 classificati anche il bronzo mondiale di trail running Luca Del Pero (4h24’19”) e il giovane azzurro di skialp Alessandro Rossi che, all’esordio sulla distanza, ha impressionato tutti per piazzamento e crono (4h24’50”).

Nella gara femminile dietro all’azzurra di trail Chiara Giovando, Roberta Jacquin (5h41’29”) e Giulia Saggin (5h42’20”). Bene pure Elisa Pallini quarta in 06h02’16” e Michela Foresti in 6h15’43”.

Intervista a Nadir Maguet: “Si può abbattere il muro delle 4 ore, ma non sarà facile”

Com’è arrivato l’invito? Conoscevi già questa gara e l’avevi nel mirino?
L’invito a partecipare è arrivato dapprima tramite Adriano Salvadori (ideatore della gara e primo recordman nel 1994, ndr) che quest’inverno, durante una tappa di Coppa del Mondo Skialp, mi ha fermato in macchina e mi ha chiesto se sarei voluto venire al Sentiero 4 luglio. Mi disse di pensarci su. Poi anche da Maurizio Torri (giornalista, fotografo e ufficio stampa dell’evento, ndr) che mi aveva da tempo messo la pulce nell’orecchio. Una gara che già conoscevo di fama, che mi attraeva e alla quale ero sicuro che un giorno avrei partecipato.

Prima volta sul tracciato, e hai fatto centro! Come l’hai preparata?
L’ho preparata in settimana guardando ogni video delle passate edizioni, classifiche, altimetrie del percorso, Fatmap, Strava… tutto insomma! Ho scritto anche agli amici e atleti Daniel Antonioli e William Boffelli per scambiare due parole sulla gara. In poche parole, non ho lasciato nulla al caso.

Il record di Poletti è stato battuto solamente da te. Dal secondo in poi, sebbene vicini, non l’hanno intaccato. Cosa ne pensi?
Il record durava da 20 anni e credo che ormai non importasse più vincere semplicemente (si fa per dire!) la gara. La fama di questa gara era quel record, quelle 4h08’24” fatte segnare nel 2003 da Poletti e che più nessuno era riuscito a battere o eguagliare. E di atleti che hanno fatto la storia di questo sport dalla Skymarathon Sentiero 4 Luglio ne sono passati! Per questo sembrava così impossibile quel tempo…

Ora c’è il muro delle 4 ore come nuovo obiettivo. Ritieni che si possa fare?
Secondo me è possibile stare sotto le 4 ore, ma non sarà cosa semplice. È necessaria, credo, una concomitanza di fattori che si incastrino alla perfezione. A un certo momento di gara la mia proiezione era su quel muro, ma nell’ultima discesa ho dovuto “alzare un pochino il piede” per non rischiare i crampi… se avessi corso l’ultima discesa come Mario nel 2003 probabilmente sarei potuto stare sotto, ma lui era un gran corridore su quel tipo di terreno, più forte rispetto a me!

Tra gli atleti che conosci, a chi lanceresti il guanto di sfida per il 2024?
Non credo ci siano molti atleti, oggi, che possano ambire a stare sotto quel tempo, perché è una gara a tratti tecnica e a tratti super veloce, ci vuole un buon compromesso in tutto, dalla salita alla discesa alle parti tecniche. Un “Kilian in forma” sicuramente potrebbe registrare un crono da paura. In Italia penso che un “Davide Magnini in forma” potrebbe girare su quei tempi. Sarebbe bello che altri grandi nomi di questo sport lasciassero un segno su questa storica gara.

Ora conosci il percorso. Qualche consiglio?
Gli stessi che hanno dato a me: arrivare al bivacco Davide gestendo e poi aprire il gas, perché è da lì che si fa la grande differenza! Il consiglio che posso aggiungere io è che, se si corre per battere il record, allora bisogna mettere giù la testa fin dalla partenza. Poletti aveva fatto un gran tempo sulla parte finale di gara, non potevo rischiare di arrivare al bivacco Davide con poco margine sul suo crono di allora.

Ci sarai alla prossima edizione?
Spero di sì, ho vissuto emozioni indescrivibili il giorno della gara. Sicuramente tornare e correre su quei sentieri mi permetterà di riviverle, a prescindere del risultato finale.

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